maschera
Ci sono infatti due ragioni, quasi sempre simultanee, per portare una maschera: nascondersi e mostrarsi, sparirvi dietro o, al contrario, far risaltare alcuni tratti particolari.
Pierre Zaoui L'arte di scomparire
” La semina spirituale
vuole come raccolto
sempre una nuova semina
da consegnare alle
generazioni future. ”
Antonio Presti
Sei preziosa, sei tistuzza di cirasa, boccucia di rosa spina cosa fina e minuta lacrima di limone e acqua, sei non ti tediare, lo spasso di questi giorni è cosa effimera le strade imboccate e i ponti e i mille fossi non sono nulla a confronto non ti tirare, non ti strattonare, che passa, si che passa e ridi, riderai, rideremo redenti e vivi io e te, tistuzza nica veni cà, pigliami la mano, guarda a destra e a sinistra proteggiti, abbracciati, guarda avanti, non guardare, guarda bene che è solo notte, torna.
Stay with me in questa notte senza nome/ quando resistono i cespugli all'ingerenza del pettine/ stay with me nel verde rame che ti respiro dalla bocca agl'occhi e dentro un dono donato per-donare un senso a questo gioco di mani spoglie di pugnali, poteri e recinzioni.../ stay with me quando "la morte esiste i vivi" e non sente ragioni sull'oppio naufragato su di noi Noi/ siamo/ vivi / ce lo ricorda il firmamento, il terzo occhio e un dardo qualunque cosa tu veda (Autunno) qualunque cosa tu creda (col mio nome) l'Autunno chiude tutte le porte spoglie di verde e sabbia per quell'altro ancora possibile c'è un resto che non torna corrispondenze. - i giorni vanno a viversi da soli degni di se e da Re! - ( e tu) chiamami solo col mio nome misura dell'esattezza che è Il troppo silenzio da questa parte non mi dice chi sono. Sai l'aria non ha più quel sapore di quando eravamo bambini vado a cercarmi un altro baratro danel contraddittorio di un pensiero IN-differente Ogni cosa ritornerà al suo posto anche se fosse diverso ma mai quello di un altro C'erano due occhi tre pezzi di pane un accendino. Mancavano libertà e coraggio il divorzio gli fece vedere il dopo l'aldilà della deriva tutta la povertà del capitale (la solitudine dei numeri primi) Non me ne volere perdonami se puoi Non posso arrestare le foglie d'Autunno ho solo un po’ di cielo, io, in questa cornice sempre uguale abitata da sguardi immobili sui cuscini dei passanti Non è detto che torneremo Cadremo e basta. E come la pioggia alla terra respireremo fango e dio sulle dita di cemento Ora va che ti racconto di una rima nuova L'Autunno è già qui e noi non siamo ancora pronti
Sarà stata l’una di notte o l’una e mezzo. In un angolo della bettola, dietro il separé di legno. A parte noi, completamente vuoto il locale. Una lampada a petrolio lo rischiarava appena. Il cameriere, a lungo insonne, ora dormiva sulla porta. Non ci avrebbe visti nessuno. Ma eravamo tanto eccitati già da abbandonare ogni cautela. Si schiusero i vestiti – che non erano molti, essendo un luglio splendido e cocente. Godimento carnale tra gli abiti dischiusi; rapido denudarsi della carne – la cui visione ventisei anni ha traversato, e viene a rimanere in questi versi.
Prima di tutto bisogna imparare a soffrire, poi ad amare, poi a partire e alla fine camminare senza pensieri Camminare senza pensieri. Impossibile. La frase di quel tango gli suonò in testa come una inutile illusione. Riccardo Piglia - L'invasionePrimero hay que saber sufrir Después amar, después partir Y al fin andar sin pensamiento Perfume de naranjo en flor Promesas vanas de un amor Que se escaparon en el viento
Era más blanda que el agua Que el agua blanda Era más fresca que el río Naranjo en flor Y en esa calle de estío Calle perdida Dejó un pedazo de vida Y se marchó Primero hay que saber sufrir Después amar, después partir Y al fin andar sin pensamiento Perfume de naranjo en flor Promesas vanas de un amor Que se escaparon en el viento Después, qué importa del después Toda mi vida es el ayer Que me detiene en el pasado Eterna y vieja juventud Que me ha dejado acobardado Como un pájaro sin luz ¿Qué le habrán hecho mis manos? Qué le habrán hecho Para dejarme en el pecho Tanto dolor Dolor de vieja arboleda Canción de esquina Y con un pedazo de vida Naranjo en flor Primero hay que saber sufrir Después amar, después partir Y al fin andar sin pensamiento Perfume de naranjo en flor Promesas vanas de un amor Que se escaparon con el viento Después, qué importa del después Toda mi vida es el ayer Que me detiene en el pasado Eterna y vieja juventud Que me ha dejado acobardado Como un pájaro sin luz