domenica 30 settembre 2018

il dubbio della solitudine





Nella vita viene un momento, credo sia fatale, cui non si può sfuggire, in cui si mette tutto in dubbio: il matrimonio, gli amici, soprattutto gli amici della coppia.

E il dubbio ci cresce intorno. Questo dubbio è solo, è il dubbio della solitudine, nato dalla solitudine.

Marguerite Duras


stand up







Che bello ripensare ai ricordi


Ma la meraviglia è avere sempre nuovi desideri,
La meraviglia è sognare nuovi porti,


 
Che bello ripensare ai ricordi

Che bello ripensare ai ricordi
Che bello tornare ai tempi passati
Ma la meraviglia è avere sempre nuovi desideri,
La meraviglia è sognare nuovi porti,
La meraviglia è avere sempre nuovi traguardi da raggiungere

D.N. 29/09/2018

purché stia ancora entro il nostro orizzonte


Gli innamoramenti

Javier Marias








E continuai a pensare, mentre gli voltavo le spalle e già si allontanavano da lui per sempre i miei passi e il mio corpo e la mia ombra......E vero che quando ci imprigiona la tela del ragno fantastichiamo senza limiti e insieme ci accontentiamo di qualsiasi briciola, pur di sentire lui ..., di sentire il suo odore, di intravederlo, di immaginarlo, purché stia ancora entro il nostro orizzonte e non sparisca del tutto, purché ancora non si debba vedere da lontano la polvere dei suoi piedi che fuggono».
 
Javier Marias
il finale del libro



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riflessi di coscienza







D.N.


Mi sembra di vederla quella bambina

Annamaria Giannini
guardo negli occhi la partita
le battaglie perse e le vittorie
di questa guerra senza fine
fino a che sarà respiro, una donna

Mi sembra di vederla quella bambina

 
Mi sembra di vederla quella bambina
mentre impara a prendere la mira
imbraccia l’arma della sopravvivenza
si copre le spalle con uno scialle di lana
 
è tenerezza il sentimento oggi
e rabbia per la salita complicata
col vento contro a disegnare
durezze eterne sul viso
 
guardo negli occhi la partita
le battaglie perse e le vittorie
di questa guerra senza fine
fino a che sarà respiro, una donna
 
Annamaria Giannini

sabato 29 settembre 2018

e l’innamoramento non finisce mai del tutto


Gli innamoramenti

Javier Marias








o erano i resti del mio innamoramento; questi non finiscono mai di colpo, né diventano istantaneamente odio, disprezzo, vergogna o puro stupore, vi è una lunga traversìa fino ad arrivare a quei possibili sentimenti sostitutivi, vi è un accidentato periodo di intrusioni e mescolanze, di ibridazione e contaminazione, e l’innamoramento non finisce mai del tutto fino a che non si passi attraverso l’indifferenza o piuttosto attraverso la noia, fino a che uno non pensi: «Che cosa superflua ritornare al passato, come mi impigrisce l’idea di tornare a vedere Javier. Come mi impigrisce anche ricordarmi di lui. Via dalla mia mente quel tempo, l’inesplicabile, un brutto sogno.
 
Javier Marias




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Contro quelli che probabilmente una volta avevano amato di più


Gli innamoramenti

Javier Marias








«La cosa peggiore è che tanti individui diversi di qualsiasi epoca e paese, ciascuno per proprio conto e a proprio rischio, in linea di principio non esposti al contagio reciproco, ciascuno con i propri pensieri e fini particolari e non trasferibili, coincidano nell’adottare le stesse misure di furto, truffa, assassinio o tradimento contro i propri amici, compagni, fratelli, genitori, figli, mariti, mogli o amanti dei quali ormai vogliono disfarsi.

Contro quelli che probabilmente una volta avevano amato di più
 
Javier Marias




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per caso o per errore




Poesie dell'Adolescenza



per caso o per errore

Siamo perennemente
in bilico.
Tra amore e indifferenza,
tra passione e abitudine.


 
Ma anche quando,
per caso o per errore,
ci allontaniamo
l'un l'altro,
è sempre a noi
che poi torniamo

 
D.N. *** 4/12/1990





Quanto è stato detto sta in agguato


Gli innamoramenti

Javier Marias








Quando si racconta qualcosa a qualcuno, questo gli rimane incorporato e passa a far parte della sua coscienza, perfino se non lo crede o se gli consta che non sia mai successo e che sia soltanto invenzione, come i romanzi e I film,
 
Quello che è stato detto si recupera e risuona, se non nel tempo di veglia senz’altro nel dormiveglia e nei sogni, dove l’ordine non importa, e permane sempre agitandosi e palpitando come se fosse un sepolto vivo o un morto che riappare
 
Quanto è stato detto sta in agguato e ci rivisita a volte come i fantasmi, e allora ci pare sempre che sia stato insufficiente, che la conversazione più lunga sia stata molto breve e che la spiegazione più completa presentasse lacune; che avremmo dovuto domandare molto di più
 
Javier Marias




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Il custode dei fantasmi

Mehmet Yashin

La cosa migliore è fare attenzione
alle apprensioni altrui, per quanto bizzarre,
rispettando i bisogni degli altri.
Se vuole procedere per la propria strada
l’uomo deve prendersi buona cura del fantasma
soprattutto del fantasma dell’infanzia.


Il custode dei fantasmi

 
Tutti pensano che ai fantasmi non serva alcun oggetto.
Attraversano i muri fluttuando e basta evocarli
perché si aggirino ondeggiando.
Una volta che ti hanno trovato libero
non se ne andranno nemmeno se li scacci.
La loro stanza da letto è negli angoli più oscuri della memoria
“Essere qui o là”, ti verrebbe da dire
“che differenza farà mai per un fantasma
se traslocando l’ho portato con me?”
Ma i fantasmi non amano i traslochi
e la questione non è semplice quanto si pensi.
Per cominciare, i viaggi provocano in loro attacchi di panico
e hanno i propri traumi, temono l’abbandono,
soffrono di sindrome da separazione e così via.
Un fantasma può metterla così:
“Se anche lui se ne va chi guarderà la mia foto nello specchio,
chi raccoglierà la mia polvere
e il piatto di terracotta che uso di solito
sarà ancora al suo posto al mio ritorno?”.
Richiedono la massima attenzione
i vecchi oggetti non funzionanti
perché appartengono ai fantasmi.
La cosa migliore è fare attenzione
alle apprensioni altrui, per quanto bizzarre,
rispettando i bisogni degli altri.
Se vuole procedere per la propria strada
l’uomo deve prendersi buona cura del fantasma
soprattutto del fantasma dell’infanzia.
 
Mehmet Yashin

venerdì 28 settembre 2018

i tuoi versi


lettere immaginarie

 
Nostalgia
 
I tuoi versi
mi mostravano il tuo mondo
e mi lasciavano entrare nella
tua segreta intimità
 
i tuoi versi aprivano la mia anima
 
senza i tuoi versi io mi sento orfano
 
Juan pedroso



ci mostrano quello che non conosciamo e quello che non accade


Gli innamoramenti

Javier Marias








Tutto finisce per attenuarsi, talvolta a poco a poco e con molto sforzo e con il contributo della nostra volontà; talvolta con inaspettata fretta e contro quella volontà, mentre tentiamo invano che non impallidiscano né ci vadano sfumando i volti, e che i fatti e le parole non si facciano imprecisi e fluttuino nella memoria con lo scarso valore di quelli letti nei romanzi e visti e sentiti nei film: ciò che vi succede è indifferente e si dimentica, una volta che siano terminati anche se hanno la facoltà di mostrarci quello che non conosciamo e quello che non accade,
 
Ciò che qualcuno ci racconta assomiglia sempre a quelli, perché non lo conosciamo di prima mano né abbiamo la certezza che sia accaduto, per quanto ci assicurino che la storia è vera, non inventata da nessuno ma che è avvenuta. In ogni caso fa parte dell’universo vagante delle narrazioni, con i suoi punti ciechi e le sue contraddizioni e le sue ombre e le sue falle, circondate e avvolte tutte nella penombra o nell’oscurità, senza che abbia importanza quanto esaustive o diafane pretendano di essere, perché niente di questo è alla loro portata, né la trasparenza né l’esaustività. Si, tutto si attenua, ma è anche vero che niente sparisce né se ne va mai del tutto, permangono deboli echi e fuggevoli reminiscenze che sorgono da un momento all’altro come frammenti di làpidi nella sala di un museo che nessuno visita, cadaverici come rovine di timpani con iscrizioni crepate, materia remota, materia muta, quasi indecifrabili, senza quasi senso, assurdi resti che si conservano senza alcun proposito, perché non potranno mai essere ricomposti e ormai sono meno illuminazione che tenebra e molto meno ricordo che non oblio.
 
Javier Marias




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