domenica 31 marzo 2019

Ho iniziato a scrivere poesie da bambina


raffaela Fazio



-Ho iniziato a scrivere poesie da bambina, dall’età di sette anni. Allora ero affascinata dalla musica che avevano le parole (e questo non è cambiato!) Le mie prime poesie sono nate infatti come canzoni che trascrivevo sulla carta. Ma ero attirata anche dalla libertà che le parole mi davano: ogni abbinamento era un gioco e una sfida. Ero una bambina molto riflessiva, forse un po’ malinconica; la scrittura mi ha permesso di mettere a fuoco situazioni e persone, compresa me stessa. Da allora la poesia non mi ha più lasciata: è il mio canale preferenziale per indagare il mondo, per saggiarlo e per tentare di restituirne il “gusto”. E questo, naturalmente, non solo come autrice, ma anche come fruitrice, dato che la lettura di una bella poesia è, nell’arte, l’esperienza per me più piacevole.

intervista a Raffaella Fazio


nel tempo della separazione


Massimo Recalcati



nel tempo della separazione degli amanti (...) quello che prima era in lei o in lui desiderabile e irresistibile diviene insopportabile o indifferente...
l’indifferenza subentra alla dedizione.......
L’incantesimo si è rotto..

Massimo Recalcati - Mantieni il bacio


La memoria ci guida fino all’alba

Raffaela Fazio
come mai si arriva
a un luogo dell’infanzia.

La memoria ci guida fino all’alba

 
La memoria
ci guida fino all’alba
poi rallenta.
Il tempo degli eventi
la distanzia.
 
E la sua narrazione
è un desiderio
a cui si torna
senza mai arrivare
 
come mai si arriva
a un luogo dell’infanzia.
 
Raffaela Fazio

Frio en el alma


Avelina Landin




"Frio En El Alma"

Acaso fue castigo de Dios
Que te fueras así
Para nunca volver

Frío en el alma
Desde que tú te fuiste
Sombras y angustias
Sobre mi corazón

Que loco empeño
De revivir las cosas
De un pasado ya muerto
Del fantasma de ayer

Frío en el alma
Porque no estás conmigo
Pena que llevo
Como una maldición

Le he pedido a la Virgen
Que tú vuelvas
Porque si tú no vuelves
Me matará el dolor

Frío en el alma
Porque no estás conmigo
Pena que llevo
Como una maldición

Le he pedido a la Virgen
Que tú vuelvas
Porque si tú no vuelves
Me matará el dolor

testo di Vicente Fernandez

        ***

Forse è stato un castigo di Dio
Che te ne andassi così
Per non tornare mai più

Freddo nell'anima
da quando sei andata via
ombre e angoscie
sul mio cuore

Che impegno folle
di rivivere le cose
di un passato già morto
del fantasma di ieri

Freddo nell'anima
perchè non stai con me
pena che porto 
come una maledizione

Ho chiesto alla Vergine
di farti tornare
perchè se non torni
mi ucciderà il dolore

Freddo nell'anima
perchè non stai con me
pena che porto 
come una maledizione

Ho chiesto alla Vergine
di farti tornare
perchè se non torni
mi ucciderà il dolore


Avelina Landin


non esiste “un’arte” di cadere in amore





-Mi è piaciuta moltissimo la citazione iniziale del suo libro:
“L’arte di cadere non esiste quando si ama. Si cade e basta. Verso l’alto, nell’abbandono. Verso il basso, nel distacco. E sempre c’è una parte di noi che ci lascia. E sempre quella che resta rinasce, ad altezze diverse”.
Erich Fromm
Il suo titolo è effettivamente “L’arte di cadere”: nonostante lei dica che non esista un’arte di cadere in amore, crede che forse ciascuno possa trovare un’arte personale nel cadere, un’arte in parte voluta dal caso ed in parte costruita da sé?
 
-Come ho scritto, per me non esiste “un’arte” di cadere in amore. Essendo l’amore un salto, un rapimento, un entrare in una dimensione che sfugge al nostro controllo, la caduta non può essere prevista, calcolata. La caduta è verso il basso o verso l’alto. La caduta verso il basso è quella che fa male, è la caduta al negativo, è il distacco, il recidersi di un filo che tiene uniti e che tiene unito il senso. Diversa e bellissima è la caduta verso l’alto, che è quella dell’abbandono, nell’andare oltre se stessi (staccandosi da se stessi), verso ciò che non è circoscrivibile. È l’abbandono di chi s’innamora, di chi crede, di chi si affida alla Vita. Verso il basso o verso l’alto, la caduta è comunque un dinamismo vitale che innesca un cambiamento, introduce una rinascita. In fondo, nel mio libro, forse è proprio questo che volevo dire: non bisogna temere la caduta. La caduta avviene se deve avvenire: non può essere né ricercata, né evitata. Ecco perché non esiste l’arte di cadere e chi vuole trasformare il cadere in un’arte, non vive realmente. E volevo dire anche questo: la caduta è solo un inizio. Non esiste l’arte di cadere. Ma esiste l’arte di rialzarsi e di continuare ad amare. Questa sì, è un’arte che la vita stessa ci permette di affinare, con l’aiuto del caso, ma soprattutto con il ripetersi delle nostre scelte e anche dei nostri sbagli.

intervista a Raffaele Fazio


Il piacere e il successo


Il piacere e il successo
 
La ricerca spasmodica del piacere e del successo è una strada pericolosa
se perdiamo il controllo
se perdiamo pezzi fondanti della nostra vita
 
La paura di gardare nel buio ci spinge a fuggire da noi stessi
nella ricerca dello stordimento
e a rinunciare alla nostra libertà
 
Ne assumiamo a dosi crescenti, per colmare il vuoto
e in forme più estreme per attutire il dolore
 
è piu' mascheriamo il nostro stato e lo rivestiamo di
nobili intenti e dotte lezioni
più ne siamo schiavi
 
C.



Io sono Lilith la donna destino ( prima origine - 3 )


Joumana Haddad

Prima Origine - 3


“Ella disse ‘Non starò sotto di te,

‘ ed egli disse ‘E io non giacerò sotto di te, ma solo sopra. Per te è adatto stare solamente sotto, mentre io sono fatto per stare sopra.”
3
 
Lilith: i bianchi seni. Irrefrenabile è il mio fascino, perché i miei capelli sono neri e lunghi, di miele sono i miei occhi. Nelle interpretazioni del Libro è detto che fui creata dalla terra per essere la prima donna di Adamo, ma io non mi 
 
sono sottomessa.
 
Io, la prima, mai soddisfatta, perché sono l’incontro perfetto, il compimento e il compiuto, la ribelle giammai consenziente. Adamo e il paradiso mi hanno annoiato. 
 
Per questo li ho rifiutati 
 
e ho disubbidito. Quando Dio inviò i suoi angeli per farmi tornare, godevo. Sulla riva del mar Rosso, godevo. Mi volevano ma io non volevo. Invano hanno cercato di domarmi. Mi hanno esiliato, perché incarnassi l’erranza.
 
Mi hanno fatta ostaggio del deserto della terra, preda dell’oscurità delle ombre e delle bestie feroci. Quando mi venivano incontro, mi divertivo. Non mi sono sottomessa e allora mi hanno cacciato e 
 
allontanato perché rifiutavo ciò che era scritto. Adamo, il mio sposo, rimase solo. Triste, abbandonato, lamentandosi, 
 
si recò dal Signore che creò dalla sua costola una donna e la chiamò Eva: il secondo modello. La creò per allontanare la morte dal cuore e garantire l’eternità della specie. 
 
    Io sono la prima donna, compagna di Adamo nella creazione non la costola della sottomissione. Dio mi creò dalla terra per essere l’origine e dalla costola di Adamo creò Eva perché ne fosse l’ombra. Quando mi annoiai del mio sposo me ne allontanai per ereditare la mia vita. Ho esortato il serpente, mio messaggero, a provocare Adamo con la mela, quando ci sono riuscita ho dato all’immaginazione il fascino del vizio e ho riportato il piacere del peccato al suo posto.

Joumana Haddad - Il ritorno di Lilith

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La gioia non ha pretese

Raffaela Fazio
La concezione di felicità tipica della cultura di massa,[...], può essere detta consumatrice nel senso più largo del termine, vale a dire che essa spinge non soltanto al consumo dei prodotti, ma al consumo della vita stessa.
Edgar Morin
 
La (ricerca della) felicità è davvero la religione dell'individuo moderno, illusoria come tutte le religioni. È una religione senza sacerdoti, che funziona industrialmente.
Edgar Morin
 
«Una vita tranquilla e modesta porta più gioia che una ricerca di successo legata a una continua irrequietezza».
Einstein

La gioia non ha pretese.

 
La gioia non ha pretese.
Noi sì invece.
Ecco perché
non siamo felici.
 
Raffaela Fazio

A pezzetti intero ( la distanza - 7 -)


Raffaela fazio

LA DISTANZA: SPAZIO, TEMPO, INTERIORITÀ


7. - Il nostro spazio interiore, abitato dall’ombra, è fondamentalmente uno spazio di tensione desiderante, cioè di distanza tra le nostre pulsioni e la capacità di dar loro forma.

A pezzetti intero

Tra erbe mediche fragole selvatiche
disguidi del desiderio
ortiche
senza presagi ti ho trovato
come un tracciato
di molliche.
Pezzetto per pezzetto
ti ho subito mangiato.
Ma ora che il bosco tace e mi parla
delle notti a venire
per averti
in che altro modo
(se non perdendoti)
ti avrei dovuto seguire?


Raffaela fazio



sabato 30 marzo 2019

Dì, ti ricordi dei sogni

Pedro Salinas
Ci troviamo all’altro lato
di quei sogni che sogniamo,
da quel lato che si chiama
la vita che si è compiuta.

Dì, ti ricordi dei sogni,

 
Dì, ti ricordi dei sogni,
quand’erano proprio lì,
davanti?
Che distanza, in apparenza,
dagli occhi!
Sembravano alte nuvole,
fantasmi senza un appiglio,
orizzonti irraggiungibili.
Ora guardali, con me,
eccoli dietro di noi.
Se erano nuvole,
siamo su nuvole più alte.
E se orizzonti, lontani,
ora per vederli,
bisogna voltare la testa
perché li abbiamo passati.
Se erano fantasmi,
senti
sulle palme delle mani,
sulle labbra
quell’orma ancora calda
dell’abbraccio
in cui smisero di esserlo.
Ci troviamo all’altro lato
di quei sogni che sogniamo,
da quel lato che si chiama
la vita che si è compiuta.
E ora,
da tanto aver realizzato
il nostro sognare,
il nostro sogno è in due corpi.
E non bisogna guardarli,
senza che uno veda l’altro,
da lontano, dalle nuvole,
per ritrovarne altri nuovi
che ci spingano alla vita.
Guardandoci faccia a faccia,
vedendoci nel già fatto
sboccia
da quelle gioie compiute
ieri, la gioia futura
che ci chiama. E un’altra volta
la vita si sente un sogno
tremante, appena nato.
 
Pedro Salinas

Perfidia


Linda Ronstadt

perfidia


Perfidia

Nadie comprende lo que sufro yo
Tanto pues ya no puedo sollozar,
solo temblando de ansiedad estoy
todos me miran y se van.
Mujer,
si puedes tu con Dios hablar,
pregúntale si yo alguna vez
te he dejado de adorar;
Y al mar,
espejo de mi corazón,
las veces que me ha visto llorar
la perfidia de tú amor...
Te he buscado dondequiera que yo voy,
y no te puedo hallar,
para que quiero otros besos
si tus labios no me quieren ya besar.
Y tú,
quien sabe por donde andarás
quien sabe que aventuras tendrás
que lejos estas de mí...!
Te he buscado dondequiera que yo voy
y no te puedo hallar,
para que quiero otros besos
si tus labios no me quieren ya besar.
Y tu,
quien sabe por donde andarás
quien sabe que aventuras tendrás
que lejos estas de mi...!
De mí...!

      ****

Nessuno può capire quello che soffro
Tanto ormai non posso divertirmi,
Me ne sto solo tremendo di ansietà
tutti mi guardano e se ne vanno
Donna,
se puoi  con Dio parlare,
domandagli se un volta sola
ti ho smesso di adorare;
E al mare, 
specchio del mio cuore,
le volte che mi ha visto piangere
la perfidia del tuo amore...
ti h ocercata dovunque vado,
e non ti posso trovare,
perchè ti chiedo altri baci ancora
se le tua labbra non m ivogliono ormai baciare.
E tu, 
chissà dove te ne andrai
chissà che avventure avrai
come lontana stai da me...!
Da me.....!
Linda Rostadt


a qualcuna di voi è capitato di avere orgasmi molto più rapidi?


Gioconda Belli



"Io voglio sapere se a qualcuna di voi è capitato di avere orgasmi molto più rapidi," chiede.

"Be', io non li ho veloci," risponde Laura, "però sono molto più intensi. Non mi interessa più di lui, a dire il vero. Prima facevo di tutto per 'compiacerlo', mentre adesso penso solo a me stessa. A lui ho già pensato abbastanza. Adesso chiudo gli occhi e immagino che sia Brad Pitt. Mi piace Brad Pitt." "Non c'è niente di meglio della fantasia," interviene Karla. "Ma dovete sapere, e ve lo dice una donna di sessantacinque anni, che non finisce niente di quello che voi non volete che finisca. Anzi, adesso non dobbiamo più compiacere nessuno. Possiamo essere semplicemente come siamo, ce lo siamo meritate. Io non farò mai più una dieta in vita mia. Sarò una cicciona felice. " Nessuna delle presenti annuisce.
 


Gioconda Belli,
L'intenso calore della luna -


L'illusione della felicità assoluta


Felicità

L'illusione della felicità assoluta


...
Ma chi pretende la felicità assoluta? Credo nessuno, se non persone che hanno una struttura mentale particolare: I produttori di ideali.
[...]
Quindi si può essere felici? Si, ma in maniera relativa. Abbiamo assodato che si può essere felici per poco, il fatto è che all’essere umano il poco non basta: desidera la donna o l’uomo dei quali si innamora per sempre, la felicità per sempre, e si illude di poter conseguire il suo scopo. Vive l’illusione della felicità assoluta.
[...]
Dal punto di vista psicoanalitico si tratta dell’illusione di onnipotenza, che spinge verso sistemi sociali o religiosi assolutisti. Quando le persone siano normali, cioè nel pieno delle loro pseudo-facoltà critiche, andranno incontro a grandi delusioni;
qualora, invece, le persone siano permeate di nuclei narcisistici (psicotici), l’assenza di relativismo, li rinforza nelle loro false idee, e li allontana sempre più dalla realtà, cioè aggrava la malattia.



una signora sposata sogna che il signor X andando in montagna vede un giovane che cade in un burrone. Un’interprete onirico tradizionale direbbe che sta per succedere una disgrazia, uno psicoanalista chiederebbe alla persona che ha portato il sogno di esaminare i fatti di quei giorni, i pensieri, le idee, le situazioni non concluse (i resti diurni) e, infine, a partire dal testo del sogno, di dire tutto ciò che le viene alla mente anche se assurdo e lontano nel tempo (cioè attinente all’infanzia).
 
Si scoprirà che la signora ad una festa, dove si è parlato di montagna, aveva notato un bel giovane che avrebbe voluto conoscere meglio, tanto più che parlava con suo marito. La signora, durante la seduta, parla del marito e dice che le è diventato indifferente specialmente dal punto di vista sessuale: ” É un brav’uomo, mi da tutto ciò di cui ho bisogno, ma è freddo e pensa a tutto meno che a me. In più è geloso, mi sorveglia e minaccia di far eliminare quelli che , pensa, siano i miei amanti”.
 
Le associazioni successive rievocano una sua relazione giovanile con il signor X: “Anch’egli era geloso e mi ricorda mio marito, andavamo in montagna, rideva sempre, e non mi baciava o toccava mai: un cretino”.
Rimane per un poco in silenzio e poi con aria e voce pensosa dice: “…e pensi professore, che io sono fedele; non ho mai tradito mio marito. Devo dire che qualche volta ne ho avuto il desiderio, ho tanti corteggiatori, ma quando stavo per farlo sentivo la voce di mia madre che diceva: “La Janine (un’amica di famiglia) è proprio stupida: cade con tutti”.
 
Io ero piccola, non capivo cosa volesse dire “cadere con tutti”, pensavo solo ai giochi che facevo con mio padre e mio fratello in montagna quando ci divertivamo a cadere in un fienile. Decisi che non l’avrei più fatto”.
 
La rievocazione viene trasferita sui giochi che faceva a scuola con i compagni e poi, improvvisamente, come succede spesso in seduta, sembra che una luce si accenda nella mente e dice “con quel signore che ho conosciuto alla festa, io CADREI molto volentieri; ora capisco cosa intendeva mia madre; e anche il contenuto latente del sogno: Vorrei tanto andare in montagna e che quel bel giovane cadesse con me“.
 
Nel sogno la signora esprime un desiderio sessuale che non poteva permettersi di realizzare poiché ogni volta la VOCE (immaginata) della madre l’ammoniva: “non si deve fare come la Janine”. Le volte che riusciva a far tacere la voce o non l’ascoltava, ci pensava il corpo a parlare e insorgeva il sintomo isterico cioè quell’insieme di spasmi che rendevano il rapporto sessuale penoso.
 
Per tornare all’argomento della felicità, ecco che abbiamo un bell’esempio di una persona che finalmente sa quello che vuole, che lo potrebbe fare perché “ha tanti corteggiatori” ma che deve penare perché ha quella spade di Damocle degli spasmi che rinforza il conflitto tra obbedire alla Voce della madre o seguire l’istinto e scaricare la tensione.
 
Nel testo ho scritto Voce con la ‘V’ maiuscola per indicare l’ idealizzazione di tale voce. Quella voce non è l’insieme di suoni organizzati in frasi educative pronunciate dal genitore biologico ma è la voce di un IDOLO che se non gli obbedisci, può anche incenerirti. Comunque ti colpisce sulla fonte pulsionale dalla quale scaturisce la spinta che richiederebbe di essere soddisfatta per diseccitare quella fonte. Operazione quasi impossibile perché il vaginismo ti morde.
 
Un bell’esempio di Super-io orale, in azione.
La maggior parte di questa dinamica è inconscia, cioè proviene da quella parte della mente che sfugge all’attenzione vigile della mente stessa.
E’ proprio il caso di dire
 
“io potrei essere felice, so anche cosa fare (cadere con il bel giovane) ma, non so perché, quando ci provo mi vengono quei dolori che me ne fanno passare la voglia”.

Peluffo Nicola
L'illusione della felicità assoluta


Io avevo vent’anni e qualche mese,

Franco Arminio in rete

Ricordo lo stupore del primo abbraccio,
ricordo le trecce e un giubbino giallo
che dava una bellissima forma ai fianchi,
ricordo la lotta tra le mie parole e il tuo silenzio.


Io avevo vent’anni e qualche mese,
Io avevo vent’anni e qualche mese,
ero dentro la tela dei miei nervi,
sputavo l’aria, non la respiravo.
Ricordo lo stupore del primo abbraccio,
ricordo le trecce e un giubbino giallo
che dava una bellissima forma ai fianchi,
ricordo la lotta tra le mie parole e il tuo silenzio.
Il paese era spaccato, c’erano ancora i muli
e c’erano le macchine, cadeva il vecchio
e il nuovo ci nasceva tra i denti.
D’inverno l’amore era nel freddo,
il container, la casa dei miei nonni,
perfino il garage dove chiudevo la macchina.
Manfredi e Livio non c’erano ancora,
la casa era ancora l’osteria.
Ora siamo in un altro tempo:
dal corpo al paese, alla comunità.
Ora posso dire che sono andato avanti
camminando dietro di te che stavi ferma.
 
Franco Arminio

Ti voglio guardare

Franco Arminio in rete

guardare il sole che ti passa
sulla fronte, le mani
che toccano la rosa sul tappeto


Ti voglio guardare
Ti voglio guardare
mentre hai gli occhi chiusi,
guardare il sole che ti passa
sulla fronte, le mani
che toccano la rosa sul tappeto,
e poi divampare in altri luoghi,
incollare le spalle alla parete,
sentire il tuo profumo mentre mordo
il pane della schiena,
Ti giri, guardo la tua bocca che si scuce.
Ora il tuo si è una sillaba assoluta,
la lingua arriva al sesso e gli fa luce.
Il seme è sui denti,
il mondo è immacolato e leggero.
 
Franco Arminio
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