giovedì 31 dicembre 2015

Un frenetico modo d’amare






Un frenetico modo d’amare, questo che ci manca? Un modo frenetico d’amare, un amore incalzante che non ci lasci tempo per pensare; lo abbiamo, questo che ci serve? Proviamo entrambi Un tipo d’amore incalzante, che non lasci spazio ai cattivi pensieri, che abbia più ritmo di qualsiasi canzone, che abbia più rima di qualsiasi poesia D.N. 16 febbraio 1989

In bocca ho una stanza di baci rinchiusi



Mosse Da coriandolo di neve a valanga, da elemosina a scrigno, da acino a mosto, da gradino a precipizio, da cellula a organismo, da candela a rogo dall’infimo succede il gigantesco, cosí pur’io che uso il verbo amare. In bocca ho una stanza di baci rinchiusi che fanno il rumore di un alveare. Poi il corpo si precipita alle labbra come alla porta della città per applaudire. Erri De Luca


l'oroscopo di @vestitaacipolla





mercoledì 30 dicembre 2015

Ero presso di me, piena di me, ascendente e profonda,


Fonte Arrivai presso al pozzo, il mio occhio piccolo e triste si fece profondo, interiore. Ero presso di me, piena di me, ascendente e profonda, la mia anima contro di me colpiva la mia pelle, l’affondava nell’aria, fino alla fine. L’oscuro stagno aperto dalla luce. Eravamo una sola creatura, perfetta, illimitata, senza estremi a cui l’amore potesse afferrarsi. Senza nidi e senza terra per il comando. * Fuente Junto al pozo llegué, mi ojo pequeño y triste se hizo hondo, interior. Estuve junto a mí, llena de mí, ascendente y profunda, mi alma contra mí, golpeando mi piel, hundiéndola en el aire, hasta el fin. La oscura charca abierta por la luz. Éramos una sola criatura, perfecta, ilimitada, sin extremos para que el amor pudiera asirse. Sin nidos y sin tierra para el mando. Blanca Varela


Scrivi perché nulla è difeso e la parola bosco trema più fragile del bosco



In una stessa terra Se ho scritto è per pensiero perché ero in pensiero per la vita per gli esseri felici stretti nell’ombra della sera per la sera che di colpo crollava sulle nuche. Scrivevo per la pietà del buio per ogni creatura che indietreggia con la schiena premuta a una ringhiera per l’attesa marina – senza grido – infinita. Scrivi, dico a me stessa e scrivo io per avanzare più sola nell’enigma perché gli occhi mi allarmano e mio è il silenzio dei passi, mia la luce deserta - da brughiera - sulla terra del viale. Scrivi perché nulla è difeso e la parola bosco trema più fragile del bosco, senza rami né uccelli perché solo il coraggio può scavare in alto la pazienza fino a togliere peso al peso nero del prato. Antonella Anedda


la perfezione dell'attesa. E' lì, in quel vuoto d'aria [...]



Come e quando la freccia del Natale sibili non importa, si corrompe qualsiasi luce, le più estive pompe sbiadiscono perchè sia grigio e uguale il giorno dove giubilante irrompe la spudoratezza del gelo, quale sonorità scavando sotto il viale disalberato! e nessun rombo rompe la perfezione dell’attesa. E’ lì, in quel vuoto d’aria che la mia storia s’è incistata. O anime senza boria, anime di via Pietro Verri, di via Andegari, vegliate sulla sorte di tanta infanzia maturata a morte. Giovanni Raboni


donna incompiuta, o… uomo incompiuto?








Cento Quartine di Patrizia Valduga



Dove sei stato tutti questi anni?
Non hai sentito che gridavo aiuto?
sotto i miei falsi amori e falsi affanni
donna incompiuta, o… uomo incompiuto?

Patrizia Valduga

s



Amore - La mia anima era un vestito azzurro color del cielo


La mia anima era un vestito azzurro color del cielo; l’ho lasciato su una rupe, presso il mare, e nuda son venuta a te, somigliando a una donna. E come una donna mi son seduta alla tua tavola e ho bevuto una coppa di vino, ho respirato il profumo di rose. Mi hai trovato bella, che somigliavo a qualcosa visto in sogno, ho dimenticato tutto, dimenticato la mia infanzia e la mia patria, sapevo soltanto che le tue carezze mi tenevano prigioniera. E tu sorridente hai preso uno specchio, m’hai invitato a guardarmi. Io ho visto che le mie spalle erano di polvere e andavano in briciole, io ho visto che la mia bellezza era malata e senza più volontà – svaniva. Oh, tienimi chiusa fra le tue braccia, così forte ch’io non abbia bisogno di nulla. Edith Irene Södergran


martedì 29 dicembre 2015

Mi sono data a lui – e lui mi sono presa per compenso.


580 Mi sono data a lui – e lui mi sono presa per compenso. Ho così chiuso il solenne contratto d’una vita. Ma l’acquisto potrebbe deludere ed io alla prova potrei risultare meno preziosa di quanto supponga il grande compratore. L’amore di ogni giorno svaluta la visione; ma finché il mercante è sull’acquisto stanno ancora in un’isola d’aromi i carichi squisiti della favola. Almeno, il rischio è reciproco, qualcuno vi scoprì pure un guadagno – dolce peso del vivere – trovarsi debitore ogni notte ed insolvente ad ogni mezzodì. Emily Dickinson (Traduzione di Gabriella Sobrino) 80 I gave myself to Him – And took Himself, for Pay, The solemn contract of a Life Was ratified, this way – The Wealth might disappoint – Myself a poorer prove Than this great Purchaser suspect, The Daily Own – of Love Depreciate the Vision – But till the Merchant buy – Still Fable – in the Isles of Spice – The subtle Cargoes – lie – At least – ’tis Mutual – Risk – Some – found it – Mutual Gain – Sweet Debt of Life – Each Night to owe – Insolvent – every Noon – Emily Dickinson


Oh, tienimi con te, fammi da guida!








Cento Quartine di Patrizia Valduga



Non desidero quello che possiedo.
Non fidarti di me! “E chi si fida?”
Senti il mio cuore… Scoppierà? “Non credo.”
Oh, tienimi con te, fammi da guida!

Patrizia Valduga

s



mente confusa







mente confusa
cuore pesante,
corpo ubriaco
mente distratta...

che è successo
al mio cuore

D.N. 8 ottobre 2007





Tutto può accadere in una poesia



COME NELLA VITA Tutto può accadere in una poesia: il quotidiano, certo, ma anche lo sfolgorio, e persino entrambe le cose insieme come adesso che inizi a spogliarti. Robert Frost.


lunedì 28 dicembre 2015

le mie più belle poesie






Si invecchia un poco alla volta




Si invecchia un poco alla volta: in un primo momento si attenua la voglia di vivere e di vedere i nostri simili. A poco a poco prevale il senso della realtà, ti si chiarisce il significato delle cose, ti sembra che gli eventi si ripetano in maniera fastidiosa e monotona. Anche questo è un segno di vecchiaia. Quando ormai ti rendi conto che un bicchiere non è altro che un bicchiere e che gli uomini, qualunque cosa facciano, sono solo creature mortali.
 
Poi invecchia il tuo corpo; non tutto in una volta, certo, invecchiano per primi gli occhi oppure le gambe, lo stomaco, il cuore. Si invecchia così, un pezzo dopo l’altro.
 
Poi a un tratto invecchia la tua anima: anche se il corpo effimero e mortale, l’anima è ancora mossa da desideri e ricordi, cerca ancora la gioia. E quando scompare anche questo anelito alla gioia, restano solo i ricordi e la vanità di tutte le cose; a questo stadio si è irrimediabilmente vecchi.
 
Un giorno ti svegli e ti strofini gli occhi e non sai più perché ti sei svegliato. Conosci già esattamente quello che il giorno presenterà tua vista: la primavera o inverno, gli scenari abituali, le condizioni atmosferiche, l’ordine dei fatti. Nulla di sorprendente può mai accadere: non ti sorprenderanno più neanche gli eventi inattesi, insoliti o raccapriccianti, perché conosci tutte le probabilità, hai previsto già tutto e non ti aspetti più nulla, né in bene né in male… e questa è la vera vecchiaia.
 
Eppure qualcosa è ancora vivo nel tuo cuore, un ricordo, una qualche speranza vaga e nebulosa, c’è qualcuno che vorresti vedere, c’è qualcosa che vorresti ancora dire o apprendere. Un giorno, lo sai bene, quel momento arriverà, e allora, tutto a un tratto, apprendere e affrontare la verità non ti sembrerà più tremendamente importante come avevi supposto durante i decenti di attesa. L’uomo comprende il mondo un po’ alla volta e poi muore.

Sandor Marai Le braci


Dal mio martirio viene questa pace








Cento Quartine di Patrizia Valduga



Dal mio martirio viene questa pace,
questa pienezza dalla tua rapina…
A tutto ciò che non ha nome e tace
sento l’anima mia farsi vicina.



Patrizia Valduga

s



mentre mi prende acuta nostalgia per una forma di vita estinta: la mia.




Natale, credo, scada il bollino blu Natale, credo, scada il bollino blu del motorino, il canone URAR TV, poi l’ IMU e in piú il secondo acconto IRPEF – o era INRI? La password, il codice utente, PIN e PUK sono le nostre dolcissime metastasi. Ciò è bene, perché io amo i contributi, l’anestesia, l’anagrafe telematica, ma sento che qualcosa è andato perso e insieme che il dolore mi è rimasto mentre mi prende acuta nostalgia per una forma di vita estinta: la mia. Valerio Magrelli


L' onda che sale




L' onda che sale e mi assale. Sembra di soffocare ma è vita più sei sovrastata più sei viva e poi nella risacca rinasci. D.N.




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