lunedì 31 agosto 2015

quando le parole si uniscono la pelle della carta s’accende di rosso


Anche le parole

vene sono
dentro di esse
sangue scorre
quando le parole si uniscono
la pelle della carta
s’accende di rosso
come
nell’ora dell’amore
la pelle dell’uomo
e della donna.

Ghiannis Ritsos

nostalgia della morte

Novembre

 E poi - se accadrà c'io me ne vada -
resterà qualchecosa
di me
del mio mondo -
resterà un'esile scia di silenzio
in mezzo alle voci -
un tenue fiato bianco
in cuore all'azzurro
Ed una sera di novembre
una bambina gracile
all'angolo d'una strada
venderà tanti crisantemi
e ci saranno le stelle
gelidi verde remote -
Qualcuno piangerà
chissà dove - chissà dove -
per me
nel mondo
quando accadrà che senza ritorno
io me ne debba andare

Antonia Pozzi

La nostalgia della morte è acuta e straziante specchio di una lacerazione dell'anima che l'ha accompagnata lungo gli anni, brevi come un sospiro, della sua vita: una vita e una morte che sono state in lei, e in infinite altre adolescenze, la conlcusione di fragilità e di sensibilità ferite. e forse mai presagite.
 
Eugenio Borgna La fragilità che è in noi
 
la nostalgia link esterno


paura dell'avvenire

E' forse per questa piena di sentimenti, per cui in una giornata soffro e godo ciò che apparentemente si può soffrire e godere in tutta un'esistenza, che rimpiango il passato, che adoro il presente, che non desidero l'avvenire, perchè sono contenta di essere io, con i miei difetti e con le mie poche virtù, perchè non so se in avvenire potrò essere ancora così.
 
Antonia Pozzi Diari

angosciosa ambivalenza

Nelle adolescenze di oggi rinasce la contraddizione dilemmatica tra il modo di essere del corpo pre-adolescenziale, che non si vuole perdere, e quello del corpo post-adolescenziale, che incombe come realtà contestualmente ricercata e rifiutata, con le crisi conseguenti che sono crisi di crescita e di maturazione. si assiste allora all'insorgenza di un'angosciata ambivalenza nei riguardi della vita sessuale, del corpo che si apre alla vita sessuale, e alla mancata accettazione del cambiamento psichico e biologico del proprio corpo, che nelle sue impetuose metamorfosi si allontana dalla sua immagine pre-adolescenziale eterea e indifferenziata
 
Eugenio Borgna La fragilità che è in noi

c'è solitudine e solitudine

C'è solitudine e solitudine: la solitudine che fa sgorgare le risorse della propria anima e la solitudineche corrode l'anima, e la soffrire, dilatando la coscienza della propria fragilità e arrendosi al fascino stregato delletecnologie, dei social network, che si rivelano poi nella loro preciarietà e nella loro destitdi senso.
 
Eugenio Borgna La fragilità che è in noi

la vita interiore e le emozioni realmente provate,

La dicotomia, e la scissione fra la vita interiore, le emozioni realmente provate, e la vita esteriore, le emozioni tenute nascoste, inducono ogni volta a ripensare ai segreti inesplorabili dell'anima, che vivono in ciascuno di noi, e fanno ripensare alle infinite nietzscheane maschere che sono sui nostri volti, riarsi dal dolore, senza essere mai decifrate.
 
Eugenio Borgna La fragilità che è in noi

l'oblio e la morte




io le ho risparmiato la sola vera morte, che è l'oblio

Amelie Nothomb *** Igiene dell'Assassino

L'attesa é lunga, il mio sogno di te non e finito


Il sogno del prigioniero

Albe e notti qui variano per pochi segni.
 
Il zigzag degli storni sui battifredi
nei giorni di battaglia, mie sole ali,
un filo d'aria polare,
l'occhio del capoguardia dello spioncino,
crac di noci schiacciate, un oleoso
sfrigolio dalle cave, girarrosti
veri o supposti - ma la paglia é oro,
la lanterna vinosa é focolare
se dormendo mi credo ai tuoi piedi.
 
La purga dura da sempre, senza un perché.
Dicono che chi abiura e sottoscrive
puo salvarsi da questo sterminio d'oche ;
che chi obiurga se stesso, ma tradisce
e vende carne d'altri, affera il mestolo
anzi che terminare nel patée
destinato agl'Iddii pestilenziali.
 
Tardo di mente, piagato
dal pungente giaciglio mi sono fuso
col volo della tarma che la mia suola
sfarina sull'impiantito,
coi kimoni cangianti delle luci
scironate all'aurora dai torrioni,
ho annusato nel vento il bruciaticcio
dei buccellati dai forni,
mi son guardato attorno, ho suscitato
iridi su orizzonti di ragnateli
e petali sui tralicci delle inferriate,
mi sono alzato, sono ricaduto
nel fondo dove il secolo e il minuto -
 
e i colpi si ripetono ed i passi,
e ancora ignoro se saro al festino
farcitore o farcito. L'attesa é lunga,
il mio sogno di te non e finito.

Eugenio Montale

che la memoria era l'amore

Che leggendo s’imparava a dubitare e a ricordare.
Che la memoria era l’amore




E cos’è che impararono gli allievi di Amalfitano? Impararono a recitare a voce alta. Mandarono a memoria le due o tre poesie che più amavano per ricordarle e recitarle nei momenti opportuni: funerali, nozze, solitudini. Capirono che un libro era un labirinto e un deserto. Che la cosa più importante del mondo era leggere e viaggiare, forse la stessa cosa, senza fermarsi mai. Che una volta letti gli scrittori uscivano dall’anima delle pietre, che era dove vivevano da morti, e si stabilivano nell’anima dei lettori come in una prigione morbida, ma che poi questa prigione si allargava o scoppiava. Che ogni sistema di scrittura è un tradimento. Che la vera poesia vive tra l’abisso e la sventura e che vicino a casa sua passa la strada dei gesti gratuiti, dell’eleganza degli occhi e della sorte di Marcabruno. Che il principale insegnamento della letteratura era il coraggio, un coraggio strano, come un pozzo di pietra in mezzo a un paesaggio lacustre, un coraggio simile a un vortice e a uno specchio. Che leggere non era più comodo che scrivere. Che leggendo s’imparava a dubitare e a ricordare. Che la memoria era l’amore”.

Roberto Bolaño I dispiaceri del vero poliziotto

domenica 30 agosto 2015

malinconia

Ho paura, e non so di che non di quello che fugge così in fretta. Fugge? No, non fugge, e nemmeno vola:scivola, dilegua, scompare come la rena che dal pugno chiuso filtra giù attraverso le dita, e non lascia sul palmo che un senso spiacevole di vuoto. Ma, come della rena restano, nelle rughe della pelle, dei granellini sparsi, così anche del tempo che passa resta a noi la traccia
 
Antonia Pozzi diari

il linguaggio del silenzio

le parole nascono dal silenzio e muoiono nel silenzio, e tuttavia le parole non sono mai fragili come lo è il silenzio che non parla se non con il linguaggio dei volti, degli sguardi e delle lacrime, o del sorriso, ed è un linguaggio dei volti, degli sguardi e delle lacrime, o del sorriso, ed è un linguaggio che si coglie nei suoi significati profondi solo quando sia accompagnato dalla luce arcana dell'interiorità. Solo un dialogo senza fine con il silenzio, con la fragile evanescenza del silenzio, ci consente di cogliere le ferite dello spirito inesprimibili e invisibili agli occhi della ragione calcolante, e ci consente di curarle e di guarirle senza lasciare cicatrici.
......
solo nel silenzio si possono ascoltare voci segrete, voci che giungono da un altrove misterioso, voci dell'anima che sgorgano dalla più profonda interiorità, e che portano con sè nel nostro mondo, e nell'autre monde del dolore e dell'angoscia, della malattia e della follia, risonanze emozionali palpitanti di vita. Solo nel silenzio si colgono fino in fondo gli abissi di fragilità, che sono in noi, e negli altri da noi, e si impara ad accoglierli nelle loro luci e nelle loro ombre.
 


Eugenio Borgna La fragilità che è in noi

la fragilità, la parola, il silenzio


 
Come non distinguere, in particolare, la fragilità come grazia, come linea luminosa della vita, che si costuisce come il nocciolo tematico di esperienze fondamentali di ogni età della vita, dalla fragilità come ombracome notte oscura dell'anima, che incrina le relazioni umane e le rende intermittenti e precarie, incapaci di tenuta emozionale e di fedeltà.
 
Solo l'intuizione e la sensibilità ci consnetono di cogliere le parole fragili e delicate che sono arcobaleno di speranza. Le parole fragili sono parole portatrici di significati inattesi e trascendenti, luminosi e oscuri, umbrattili e crepuscolari. Spnop fragili le parole rilkiane, che si aprono e sichiudono come ortensie azzurre, e che alludono a foreste di segni insondabili; e sono infinitamente fragili le parole leopardiane, nelle loro risonanze così facilmente ferite dalla nostra indifferenzae dalla nostra noncuranza, dalla nostra fretta e dalla nostra disattenzione.
 
Sono fragili le aprole ungarettiane che, come allodole accecate da troppa luce, rinascono dal silenzioe dalla discrezione, dalle luci e dalle penombre della vita. Sono, queste, le parole di cui hanno bisogno le persone fragili e insicure, sensibili e vulnerabili, indirizzate alla disperata ricerca di accoglienza e di rispetto della loro debolezza: della loro digità
...
Le parole non sono incolori, non sono uniformi, non sono semplici e, solo se sgorgano dal cuore e dal silenzio, solo se sono fragili e gentili, umbrattili e arcane, lasciano una traccia profonda nell'anima di ch ista male e chiede aiuto divorato dalla angoscia e dalla disperazione.
La parola è il tratto distintivo dell'uomo, non perchè aggiunto alla sua natura, ma perchè suo cotitutivo. L'uomo nasce, si sviluppa, si modella e si esprime entro un linguaggio. Ma il linguaggio porta necessariamente al dialogo, ed è perciò la piattaforma sulla quale si realizza l'incontro io-tu, che il solitario tenta di sfuggire come in compatibile col suo disegno.
 
...Per ascoltare occorre tacere. Non soltanto attenersi a un silenzio fisico...... ma a un silenzio interiore, ossia un atteggiamento tutto rivolto ad accogliere la parola altrui. Bisogna far tacere il lavorio del proprio pensiero, sedare l'irrequietezza del cuore, il tumulto dei fastidi, ogni sorta di distrazioni. Nulla come l'ascolto, il vero ascolto, ci puo' far capire la correlazione tra il silenzio e la parola.

Giovanni Pozzi
Ma il silenzio, nella sua stremata fragilità, non ha solo mille modi di venire alla luce, ha anche mille modi di essere ferito dalle parole, o dai gesti. Il silenzio ha in sè tracce di mistero e di oscurità, di fascinazione e di speranza, e le parole, le parole che aiutano a vivere, nascono dal silenzio e muoiono nel silenzio in una circolarità senza fine.
 
Sono molti i modi con cui il silenzio e le parole si intrecciano: c'è il silenzio che rende palpitante e viva la parola; c'è il silenzio che si sostituisce alla parola nel dire il dolore e l'angoscia, la gioia e la speranza; c'è il silenzio oscuro, o ambivalente, nei suoi significati.Ogni silenzio ha un suo proprio linguaggio, e non è facile coglierne, e decifrarne, gli orizzonti di senso; e questo ha una particolare importanza quando si ha a che fare con condizioni psicopatologiche di vita nelle quali il silenzio è dolorosamente presente: fragile, e vulnerabile.
.....
Come non essere tentati di guardare al silenzio come a un modo di essere inutile e negativo, e alla parola invece come a un modo di essere sfolgorante e positivo? Ma dovremmo sapere che nella vita non tutto è dicibile, e non tutto è esprimibile; e non dovremmo illuderci di potere spiegare i pensieri che abbiamo, e le emozioni che proviamo, con le sole parole chiare e distinte. La parola che tace è talora piu' importante della parola che parla

Eugenio Borgna La fragilità che è in noi

desiderio di relazione

La condizione adolescenziale con le sue vertiginose ascese nei cieli stellati della gioia e della speranza e con le sue discese negli abissi dellinsicurezza e della disperazione


Nell'adolescenza, ogni esperienza di vita nasconde in sé il desiderio rovente di contatto interpersonale, di relazione, che non di rado si confronta con il deserto, o almeno con il rischio dell'indifferenza e della noncuranza, della neutralità e della pietrificazione emozionale degli insegnanti, certo, ma talora dei genitori che non hanno sempre una formazione psicologica tale da consentire loro di cogliere o almeno di intravedere le ragioni profonde di comportamenti e di vissuti solo decifrazione con il linguaggio e con l'ascolto delle emozioni e non il linguaggio della ragione calcolante

Eugenio Borgna La fragilità che è in noi






senso del vivere e del morire






Nell'adolescenza rinascono improvvisamente le grandi domande sul senso del vivere e del morire; e nascono i grandi ideali a cui consegnare un senso alla vita: un senso alto e luminoso che ne te metta in fuga le ombre. Ma queste domande, e quesito ideali, si confrontano con le abitudini e la lontananza, la distrazione e l'estraneità del mondo degli adulti, e allora ne scaturisce la ricerca della solitudine, il distacco dal mondo e il ripiegamento nella propria interiorità che si sente ferita, e sempre più fragile.

Eugenio Borgna La fragilità che è in noi




l'intensità delle sensazioni dell'adolescenza




l'intensità delle sensazioni dell'adolescenza...
@_Ironica_1

La condizione adolescenziale con le sue vertiginose ascese nei cieli stellati della gioia e della speranza e con le sue discese negli abissi dell'insicurezza e della disperazione.
Eugenio Borgna





venerdì 28 agosto 2015

il pensiero di te


Buenos Dias!!!


Ogni mattina
Il pensiero
di te scorre veloce nelle
Mie vene

[Marcello C.]

Ogni mattina
Il pensiero
di te scorre veloce nelle
Mie vene

[Marcello C.]

giovedì 27 agosto 2015

il pensiero di te

  Buenas noches!!!!

La notte
nel pensiero di te
si chiudono piano le mie palbrebe

Marcello C,












La notte
nel pensiero di te
si chiudono piano le mie palbrebe


Marcello C.







Dentro di me

Se io entro sei tu in realtà che
già sei dentro di me.

Marcello C.

Gli attimi che vanno


       Gli attimi che vanno
       e non hai più
       come le piume
       di una rondine stanca

      Daniela N.

l'età dell'innocenza





Di considerazioni sbagliate e false premesse
E loro conseguenze...

Unico tempo perso è quello non vissto

"(Bisogna avere) il Pessimismo dell'intelligenza e l'ottimismo della volontà"
(A.Gramsci)

Sono cose, è vero, ma a volte rappresentano bene ciò che sei
...
I ragionamenti del cuore...
"le emozioni della mente!!!!"

Tornare ad essere
come eravamo
per essere

La ingannevole forza dell'arroganza

Infiniti déjà vu

Il movimento di apertura della cintura
e pantaloni da parte di un uomo
#movimentosexy

Non è ciccia è superficie eroticamente utilizzabile
( semic.) - #curvygirl

@_Ironica_1


la gardenia ama la luce e i raggi di sole del mattino



tutto fugge








Eppure tutto sfugge, fuggevole o fuggente, ed io ne vorrei cogliere l'essenza.
@AndCinq


Il tuo nome è una rondine nella mano,






Il tuo nome è una rondine nella mano


Da «versi per Blok »
1
Il tuo nome è una rondine nella mano,
il tuo nome è un ghiacciolo sulla lingua.
Un solo unico movimento delle labbra.
Il tuo nome sono cinque lettere.
Una pallina afferrata al volo,
un sonaglio d’argento nella bocca.

Un sasso gettato in un quieto stagno
singhiozza come il tuo nome suona.
Nel leggero schiocco degli zoccoli notturni
il tuo nome rumoroso rimbomba.
E ce lo nomina lo scatto sonoro
del grilletto contro la tempia.

Il tuo nome – ah, non si può! –
il tuo nome è un bacio sugli occhi,
sul tenero freddo delle palpebre immobili.
Il tuo nome è un bacio dato alla neve.
Un sorso di fonte, gelato, turchino.
Con il tuo nome il sonno è profondo.

Marina Ivanovna Cvetaeva 
15 aprile 1916
(Traduzione di Pietro Antonio Zveteremich)

lasciarsi il passato alle spalle -




La persona giusta è quella con cui riesci ad essere te stesso.
Quella a cui non importa chi eri,ma conta solo chi sei

(@NmargheNiki)

Io sono vivo e devo pensare alla mia vita con Penelope, a riguadagnare oltre al suo amore anche la sua fiducia, a mettere il mio animo a riposo e godere i frutti della mia lunga fatica.
   Non dirò più nemmeno una parola sulla collana di lapislazzuli, anche se il racconto del mercante fenicio non mi ha convinto, nonostante la conferma di Euriclea.
   Difficilmente un mercante girovago porta in vendita oggetti così preziosi e di fattura così raffinata.    Ma anche se Penelope mi ha mentito e l’ha avuta in dono da Antinoo, sono sicuro che nulla ha concesso in cambio.
   .....
   Sono certo che un giorno o l’altro quella collana, per quanto preziosa, verrà smarrita e mai più ritrovata.
Quando è scesa nella grande sala, Penelope mi ha abbracciato con tale trasporto che in una sola volta ha cancellato tutta la diffidenza che aveva alterato i nostri sentimenti da quando avevo messo piede dentro la reggia.
   Non riusciva nemmeno a parlare per l’emozione.
   Mi ha coperto di baci e inondato di lacrime che si sono mescolate alle mie lacrime


Luigi Malerba


Ama chi salta nelle pozzanghere, chi ti offre il braccio





ama chi sa tenerti lo sguardo con la stessa forza di una mano; chi nelle costole tiene tutto: desideri, abbracci, amori. 
Chi perde tempo a fare ghirlande, e raccoglie i ricci per strada per non doverli consegnare alla morte. 
Chi sa vedere i desideri e li rincorre, sempre; chi si alza la mattina e impugna la spada dei sorrisi per marciare contro il mondo.
E qualche volta vince.
chi torna a casa e bacia la propria mamma, e chi non ce l'ha più e dorme con la sua foto sotto il cuscino.
Ama chi salta nelle pozzanghere, chi ti offre il braccio; chi legge i libri. Chi conosce esattamente come sei e delle tue imperfezioni ne fa un quadro.

Ama.
Essenzialmente questo.
Sopratutto questo.


trovata in rete

chiedere l'impossibile





Siate realisti, chiedete l'impossibile

Albert Camus


martedì 25 agosto 2015

verità e finzione



Come può essere amara la verità, e quanto lontana dai sogni e dalle immaginazioni E arrivato il momento della verità
 
E ora, con questo artificio del travestimento mi sto dunque avvicinando alla crudele verità
 
La sua vita è una grande fabbrica di simulazioni, di menzogne, di segreti, di enigmi.
 
Ma oltre alla verità che nasconde cosi spesso con le sue finzioni e i suoi travestimenti, c'è qualcosa....un segreto che nasconde...
 
La verità oscilla e sfugge come un’onda marina,
 
Riuscirò mai a sapere la verità, ammesso che esista una sola verità sotto il cielo?
 
Non riuscirei mai a spiegare la verità al sospettoso Ulisse e allora ho deciso che mi conviene una onesta menzogna.
 
Ho imparato che verità e finzione si intrecciano e si confondono, ma in questo momento c’è a Itaca l’unico uomo che io posso accogliere nel mio letto come Ulisse
 
I miei occhi sono stanchi e di loro non posso fidarmi ma, ti prego, dammi un segno veritier
 
La mia finzione rischia dunque di coincidere con una seconda possibile verità, e la mia testa si confonde.
 
Come potrò resistere in questa atroce finzione non so dire
 
Ma perché lamentarmi dal momento che io stesso avevo deciso di tenerla all’oscuro di questa finzione?
 
riprendere il mio posto a fianco di Ulisse amato, anche se la sua finzione mi ha allontanata da lui più di vent’anni di assenza
 
Ma questo sconosciuto, che sia mendicante o che si vanti di discendere da stirpe gloriosa, è soltanto un simulacro di Ulisse, una finzione, una menzogna penetrata furtivamente nella nostra casa.
 
Senza il riconoscimento di Penelope ero ancora il mendicante che avevo simulato, prigioniero ormai della mia finzione.
 
Ho bene imparato da lui come si conduce una finzione, anche se a me costa fatica e sofferenza.
 
Chissà, forse Penelope sta conducendo una sua finzione perversa per vendicarsi non tanto delle mie avventure durante il viaggio di ritorno, ma per averla tenuta all’oscuro della mia identità prima della strage

Luigi Malerba *** Itaca per sempre


La poesia ha dentro di sé una verità che non sta nel mondo



Terpiade è un uomo ostinato e vorrebbe che Ulisse raccontasse soltanto le cose realmente accadute, ma per Ulisse è accaduto tutto ciò che lui racconta, non riesce a distinguere tra verità e finzione.
 
E del resto quando mai la poesia ha parlato della verità? La poesia ha dentro di sé una verità che non sta nel mondo ma nella mente del poeta e di chi lo ascolta

Luigi Malerba *** Itaca per sempre


Ma chi non è vissuto con amore e con dolore non può inventare nulla



Le verità del mondo sono tante, ma vale soltanto quella che tu hai scelto secondo i suggerimenti dell’amore e dei buoni spiriti.
Ma chi non è vissuto con amore e con dolore non può inventare nulla se non parole vuote e aride come la cenere.
 
Dopo tante finzioni e travestimenti eravamo tutti e due nudi sul letto e questa era l’unica verità alla quale mi aggrappavo come un naufrago a uno scoglio.

Luigi Malerba *** Itaca per sempre


La verosimiglianza è una faccia della verità



Mi ha detto che ogni fatto ha una spiegazione, che lui cerca sempre di capire e quando non ci riesce si immagina una spiegazione verosimile.
La verosimiglianza è una faccia della verità, secondo lui.

Luigi Malerba *** Itaca per sempre


Finalmente senza memoria.



Dopo tante finzioni e travestimenti eravamo tutti e due nudi sul letto e questa era l’unica verità alla quale mi aggrappavo come un naufrago a uno scoglio.
   Avevo rischiato di naufragare nella mia Itaca e ora finalmente ero in salvo, anche se coperto di ferite.
   Il volto di Penelope esprimeva tutta la felicità del mondo, ma dai suoi occhi scendevano lacrime abbondanti e ha continuato a piangere anche quando ci siamo intrecciati sul letto in tutti i modi che ci suggerivano i nostri desideri e le nostre energie e ci siamo coperti di baci e di morsi per tutta la notte.
   Finalmente senza memoria.
   Stavamo consumando su quel vecchio letto di ulivo, che cigolava sotto di noi come i legni di una nave sulle onde del mare, tutti i nostri desideri.
   Ma da ogni desiderio ne nasceva un altro e poi un altro ancora.
   Entravo e uscivo nel corpo di Penelope che si offriva instancabile a ogni lussuria.
   Abbiamo lasciato un lume acceso nella camera per guardarci, e accrescere con gli sguardi le gioie dell’amore. I suoi alti gemiti di piacere si confondevano con gli stridi dei gabbiani che giravano allegramente intorno alla reggia come se volessero festeggiare il nostro nuovo matrimonio e i nostri giochi amorosi.
   Sono contenta che i gabbiani coprano la mia voce ha detto Penelope perché solo tu devi sentire i miei lamenti d’amore, solo tu e nessuno altro.

Luigi Malerba *** Itaca per sempre




lunedì 24 agosto 2015

creazione totalmente nuova e più reale di qualsiasi cosa reale ed esistente,



Per scrittori come Hemingway, «lavorare» a una storia significa assumere una postura che l’autore stesso definisce in questi termini:

«Con quel che ci è accaduto, quel che succede, quel che conosciamo e quel che non possiamo conoscere, inventiamo un qualcosa che non è una semplice rappresentazione ma una creazione totalmente nuova e più reale di qualsiasi cosa reale ed esistente, e se la rendiamo viva, e il risultato è buono, diventa immortale».
Ernest Hemingway

articolo di Evelina Santangelo su Minima&Moralia

Rintra stu viaggiu vaju circannu i sentimenti






VIAGGI

(Crispi - Agricantus - Pinelli)

Ora semu arreri cca in viaggiu senza tempu
uri, uri e uri a caminari
strati sicuri unni 'un c'è scantu ri guerra
senti na radiu nni porta luntanu.

Mentri dda facci nsiccu a nuatri talìa
semu ne nostri pinseri ncantati
sunannu sunannu sempri ti pari 'i taliari
quantu su longhi i' strati i stu munnu.

Nte paisi chi trazzeri ca satanu ntall'aria
vennu surdati ru celu, ru mari
mannati ri quarcunu ca un s'arrisica a diri
ch'è 'u stessu putiri c'ammazza e c'aiuta.

Navi e strati genti ammassati comu cani
in cerca ri posti d'oru e d'argentu
sulu fumu ntall'occhi a ddi facci senza nomi
stasira ci pensu e 'un pozzu rormiri.

Rintra stu viaggiu vaju circannu i sentimenti
picchì rintra ri mia è sempre 'a cosa cchiù mpurtanti
jucari cu stu munnu, canusciri sti genti
genti luntana ca cummatti, ca vivi, ca senti.

Rintra stu viaggiu vaia circannu tutti i culura
culura 'i jornu, culura 'i notti, culura 'i terra nura
autri pinseri ca ti scoppianu nta testa
autri paroli ca li rumpinu sti mura.


A pazzia ti trasi rintra u cori cu sapuri amari




COM'U VENTU

(Pivio – De Scalzi – Agricantus)

A pazzia ti trasi rintra u cori cu sapuri amari
curri curri mehari
sali sali l'Ahaggar, sali l'Ahaggar.

Je vais trouver à la fête où tu vas
jouer con Imzad1 et je vais danser
curri mehari.

Iu sugnu com'u ventu
sulu l'occhi mi si virinu
iu sugnu com'u ventu.

Amadan imajhiren ekà.

Aman iman.



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