giovedì 28 febbraio 2019

febbraio

Maria Zanolli
Il cielo
non può piegarsi
al dolore.

febbraio

 

I rami del parco
sono eserciti di legno.
Il sole è scalzo
e non arriva a metà del cielo. Il cielo
non può piegarsi
al dolore.


 
Maria Zanolli

mercoledì 27 febbraio 2019

Come posso riavere la mia pace

William Shakespeare
Ma il giorno invece allunga il mio dolore,
e ogni notte piu` forte ho male al cuore.

Come posso riavere la mia pace

 
Come posso riavere la mia pace
se al riposo non faccio mai ritorno,
la diurna oppressione non si tace,
il giorno opprime notte, e notte il giorno,
e, pur se sono regni concorrenti,
per torturarmi i due si danno mano,
l’uno mi affanna, l’altra da` i lamenti,
perche´ mi affanno e tu sei piu` lontano?
Tu sei una luce spazzanubi, dico
al giorno pur di farmelo mio amico;
dico alla notte senza stelle e nera
che arrivi tu a far brillar la sera.
Ma il giorno invece allunga il mio dolore,
e ogni notte piu` forte ho male al cuore.
 
William Shakespeare

martedì 26 febbraio 2019

solitudine, grande solitudine interiore.


Rainer Maria Rilke

solitudine


(…) Necessaria è una cosa sola: solitudine, grande solitudine interiore. Volgere lo sguardo dentro sé e per ore non incontrare nessuno: questo bisogna saper ottenere. Essere soli come eravamo soli da bambini, quando gli adulti andavano e venivano, compresi di cose che parevano importanti e grandi perché i grandi sembravano tanto affaccendati, e perché del loro agire non capivamo nulla. E quando un giorno ci si accorge che le loro occupazioni sono misere, le loro professioni impietrite e senza più legami con la vita, perché allora non continuare a guardarli con occhi di bambino, come estranei, dalla profondità del proprio mondo, dalla vastità della propria solitudine, che è anch’essa lavoro e rango e mestiere? [...]

Nessuna condizione è in sé vasta e spaziosa e in relazione con le grandi cose di cui è fatta la vera vita. Solo il singolo, che è solitario, obbedisce come una cosa alle leggi profonde (…).

Rainer Maria Rilke


SULLA TERRA COME FRATELLI

Martin Luther King
l'intolleranza e il razzismo sono la condizione di massimo degrado della specie umana

SULLA TERRA COME FRATELLI

 
Abbiamo conquistato il cielo come gli uccelli
e il mare come i pesci,
ma dobbiamo imparare di nuovo il semplice gesto
di camminare sulla terra come fratelli.
 
Martin Luther King

lunedì 25 febbraio 2019

vide tutto dal modo in cui l’uomo l’aveva toccata


Nevada (racconti)

Claire Vaye Watkins







Prima di chiudere la portiera sorrise alla figlia e le strofinò la mano sulla nuca. Fu un gesto breve – un istante – ma Harris vide tutto dal modo in cui l’uomo l’aveva toccata. La mano sul collo nudo di lei, le punte delle dita tozze lungo la peluria scura sulla nuca, poi sotto il collo della camicia. Della camicia di Harry. Da dov’era vide tutto questo, e molto altro.
 
Nevada (racconti della frontiera)



domenica 24 febbraio 2019

Si rende conto che laggiú non ha nessuno e le torna la paura,


Nevada (racconti)

Claire Vaye Watkins







Marin soffoca la sua paura e va a pisciare nel buio. Mentre piscia, riesce a vedere le stelle, e queste stelle le fanno tornare in mente la città alla quale dovranno fare ritorno. Si rende conto che laggiú non ha nessuno e le torna la paura, là fuori tra gli alberi, con le mutandine abbassate
 
Una volta, nei primi tempi, Marin aveva portato Carter nella sua città natale, all’incrocio tra due statali nel deserto del Mojave. C’erano andati in macchina e avevano trascorso la notte nel motel dove lei e le sue amiche d’infanzia erano solite saltare la siepe per nuotare nella piscina a forma di fagiolo. Era il primo uomo che portava a casa da molto tempo. Jake non aveva mai avuto il minimo interesse per quelle formalità.
 
Quella notte Marin e Carter avevano nuotato nella piscina, da soli. Lui l’aveva tenuta stretta nell’acqua dolce e l’aveva baciata, con la peluria ruvida della barba che le sfregava il collo, la mascella e la clavicola. Quando le luci della piscina erano state spente, l’aveva sollevata sul bordo e le aveva slegato il nodo del costume dietro al collo. Aveva preso tra le labbra i suoi capezzoli, prima uno, poi l’altro, e dopo aveva detto che aspettava quel momento da tutta la sera. Aveva spostato da un lato la banda inferiore del costume e l’aveva scopata come mai aveva fatto fino a quel momento.
 
Nevada (racconti della frontiera)



sabato 23 febbraio 2019

16 dicembre (18 giorni senza di te)

Anne Sexton
Le bambole linde in attesa, allineate a modino.
La stanza col soffitto alto, desolata e piena d’echi.

16 dicembre (18 giorni senza di te)
 
C’eri una volta tu
il bambino che crebbe in una stanza grande quanto una lira
da dividere con sua sorella. Accadeva in West End Avenue
a Manhattan. Murato in città sognava la campagna,
scrutando Palisades Park sull’altra riva dell’Hudson.
Il ragazzo che giocava a stickball fino all’imbrunire.
 
C’ero una volta io
l’unica bambina cui fu vietato oltrepassare
il giardino. Non osava alzare la voce
più delle rare antichità vittoriane della collezione di famiglia.
Le bambole linde in attesa, allineate a modino.
La stanza col soffitto alto, desolata e piena d’echi.
 
C’eri una volta tu
che dicesti: “Ora che la capanna è nostra, ci farò
attaccare la luce”. E festeggiammo l’arrivo della luce.
Misi tendine di percalle. Appendemmo la tua laurea in Medicina.
Accendemmo i fornelli ben due volte. Oh amore mio, vigliacco,
generiamo elettricità mentre giochiamo a famiglia.
 
(trad. Rosaria Lo Russo,)
Anne Sexton

«la poesia dev’essere l’ascia che spacca il mare ghiacciato dentro di noi.»

domenica 17 febbraio 2019

San Valentino

Franco Arminio in rete

Ci salverà l'amore, ci salverà il bacio,
il graffio sulla schiena,


San Valentino


Ti scrivo 
da questo freddo
che non vuole più finire,
da questo chiasso girevole 
che fa di ogni vita un povero deserto.
L'altura sarà più verde 
fra un mese, 
se non gela 
arriveranno macchie di rosso 
in mezzo ai rovi,
il bianco dei tuoi occhi 
sugli alberi delle ciliegie.
C'è amore se c'è attesa
di amare: 
io porto l'infanzia,
tu porti il cielo 
e il mare.

*** 
C'è qualcosa di accogliente
nella tua voce,
una dolcezza che sa di precisione.
Non è facile avere esattezza nel sangue,
è come se fossi esatta nel cuore,
nella bocca, nelle mani.
Sei esatta nel muoverti,
nell'avvicinarti
e nel restare lontana.

*** 
Lo so che quando morirai
tu amerai ancora.
Per te non è 
difficile.
Il tuo respiro fa fiorire
le arance.

*** 
Il disamore non è mai reciproco.
Chi vuole andarsene
era un giardino di rose
e ora è un muro di ortiche. 
Uno dice che l’amore è finito,
l'altro è sempre un po' stupito.

*** 
Mettiti sulle mie gambe.
Invece di scrivere
una poesia d’amore,
ti riscaldo.

*** 
Se mi ferisci 
mi dai
ciò che mi aspetto 
dalla vita. 
Io sono cresciuto
in braccio
a una ferita.

*** 
È bello metterti al centro 
della mia vita
senza che ti allontani
dal centro
della tua vita.

*** 
Un sorriso è agricoltura
e così pure un bacio
un saluto.
Ogni uomo e ogni donna
è un corpo celeste
arato dal respiro.
Ogni amore è un’altalena
tra casa e cielo.
Sei casa nell’abbraccio
e nello sguardo cielo.

*** 
Ci salverà l'amore, ci salverà il bacio, 
il graffio sulla schiena,
il corpo tuo gemello
della luna piena.

*** 
Due giorni dopo la mia morte 
verrò a prendere il caffè da voi. 
Mi stenderò sul divano
a guardare il sonno dei gatti.
Poi andrò via 
verso un mandorlo che sta per fiorire
verso il nido
di una formica.
Potrei perfino uscire
dall'universo come se fosse una casa 
e poi tornare 
scuotendo la neve caduta sull'ombrello. 
Se veramente amiamo 
un uomo, una donna, una rosa, 
noi da vivi e da morti
possiamo fare ogni cosa. 

*** 

 
Franco Arminio

mercoledì 13 febbraio 2019

una chiave



Caparezza



Ti riconosco dai capelli, crespi come cipressi
Da come cammini, come ti vesti
Dagli occhi spalancati come i libri di fumetti che leggi
Da come pensi chi ha più difetti che pregi
Dall’invisibile che indossi tutte le mattine
Dagli incisivi con cui mordi tutte le matite
Le spalle curve per il peso delle aspettative
Come le portassi nelle buste della spesa all’iper
E dalla timidezza che non ti nasconde
Perché hai il velo corto da come diventi rosso
E ti ripari dall’imbarazzo che sta piovendo addosso
Con un sorriso che allarghi come un ombrello rotto
Potessi abbattere lo schermo degli anni
Ti donerei l’inconsistenza dello scherno, degli altri
So che siamo tanto presenti quanto distanti
So bene come ti senti e so bene quanto ti sbagli

No, non è vero
Che non sei capace, che non c’è una chiave
No, non è vero
Che non sei capace, che non c’è una chiave

Sguardo basso, cerchi il motivo per un altro passo
Ma dietro c’è l’uncino e davanti lo squalo bianco
E ti fai solitario quando tutti fanno branco
Ti senti libero ma intanto ti stai ancorando
Tutti bardati, cavalli da condottieri
Tu maglioni slabbrati, pacchiani, ben poco seri
Sei nato nel mezzogiorno però purtroppo vedi
Solo neve e freddo tutt’intorno come un uomo Yeti
La vita è un cinema tanto che taci
Le tue bottiglie non hanno messaggi
Chi dice che il mondo è meraviglioso
Non ha visto quello che ti stai creando per restarci
Rimani zitto, niente pareri
Il tuo soffitto, stelle e pianeti
A capofitto nel tuo limbo in preda ai pensieri
Procedi nel tuo labirinto senza pareti

No, non è vero
Che non sei capace, che non c’è una chiave
No, non è vero
Che non sei capace, che non c’è una chiave

Noi siamo tali e quali facciamo viaggi astrali
Con i crani tra le mani
Abbiamo planetari tra le ossa, pari e tali
Siamo la stessa cosa, mica siamo imparentati
Ci separano solo i calendari
Vai, tallone sinistro verso l’interno
Caronte, diritto verso l’inferno
Lunghe corse, unghie morse
Lune storte
Qualche notte svanita in un sonno incerto
Poi l’incendio

Potessi apparirti come uno spettro lo farei adesso
Ma ti spaventerei perché sarei lo spettro di me stesso
E mi diresti “Guarda tutto apposto
Da quel che vedo invece tu l’opposto
Sono sopravvissuto a Bosco, ed ho battuto l’orco
Lasciami stare fa uno sforzo, e prenditi il cosmo”
E non aver paura che

No, non è vero
Che non sei capace, che non c’è una chiave
No, non è vero
Che non sei capace, che non c’è una chiave
Una chiave, una chiave, una chiave, una chiave
 




martedì 5 febbraio 2019

una sequela di uomini belli e freddi


Nevada (racconti)

Claire Vaye Watkins







Prima di Carter, la sua vita era stata una sequela di uomini belli e freddi, con nomi che evocavano la solidità di un tavolo robusto.
 
Persino in quel momento provava l’impulso di telefonare a uno di loro e vedere se ancora se la sapeva cavare con lei.
 
Poteva trascorrere un’intera giornata eccitando la spossatezza che aveva dentro di sé con fantasie erotiche su uomini che, per lo piú, con lei si erano comportati male.
 
Nevada (racconti della frontiera)



Porta via, porta via quelle labbra

Francis Beaumont e John Fletcher

Cela, oh cela quei colli di neve,
che sono i tuoi seni ghiacciati,



Amore amore

PORTA VIA, PORTA VIA QUELLE LABBRA
Porta via, porta via quelle labbra
così dolcemente spergiure,
e quegli occhi, luci d’aurora
che ingannano anche il mattino;
ma rendimi, rendimi i baci,
suggelli d’amore sigillati invano.
 
Cela, oh cela quei colli di neve,
che sono i tuoi seni ghiacciati,
sulla cima dei quali le rose fiorite
sono di quelle che indossa aprile;
prima libera il mio povero cuore
da te stretto in catene di ghiaccio.
 
Francis Beaumont e John Fletcher
 
Traduzione di FD
 
da Bloody Brother, atto V, scena 2
 
link esterno poesia senza pari

lunedì 4 febbraio 2019

15 dicembre (18 giorni senza di te)

Anne Sexton
I ponies ancheggiano come cammelli,
i barboncini ancheggiano come puttane

14 dicembre (18 giorni senza di te)
 
Gli uccelli migratori
lasciano il nido
ma hanno bussole incorporate,
torneranno.
– Torneranno
come il circo ogni anno –
coi trapezisti, nostri uccelli
angolari nel cerchio della morte.
Due anni fa comprasti i biglietti
per i bambini che siamo.
Bambini d’ogni età,
ecco a voi la novantaseiesima edizione!
 
La Toria appesa per il polso
a una fune fino al cielo
esegue fino a cento
giri avvitati!
Nelle gabbie crudeli su e giù
si aggirano i leoni.
Entrano in scena i nani
e POMPIERE SALVA IL MIO BAMBINO
ci ridanno la speranza,
scorrazzando col camion giocattolo
mentre il giocattolo di fuoco brucia.
Due giorni fa, là fuori
qualcuno ha ammazzato un pagliaccio.
 
Il tendone lassù
pare lo stenditoio delle case popolari.
Un pagliaccio mette il bavaglio a un leone
e lo imbocca come un pupo.
I ponies ancheggiano come cammelli,
i barboncini ancheggiano come puttane
e Doval Il Grande
con dita dei piedi preziose – non voglio guardarle! –
s’arrampica su elefanti e bambini
fino all’immortalità.
E ti hanno pure fregato il portafoglio,
mio cospiratore d’adolescenza.
 
(trad. Rosaria Lo Russo,)
Anne Sexton

«la poesia dev’essere l’ascia che spacca il mare ghiacciato dentro di noi.»

domenica 3 febbraio 2019

Streap-tease

Blanca Varela
e indossa un’anima
se la trovi

Streap-Tease

 
Togli il cappello
se ce l’hai
togli i capelli
che ti abbandonano
togliti la pelle
le viscere gli occhi
e indossa un’anima
se la trovi
 
Blanca Varela

sabato 2 febbraio 2019

Sopra


Antologia di Daniela


Sopra  di Gazzelle

In fondo con le mani potevi farci un sacco di cose, 
un sacco di cose
Il mio numero da chiamare, portare fuori il cane, 
ordinare da mangiare

E adesso te ne vai lontano
Mi saluti con la mano
Sì, con la mano, ma di un altro
E adesso te ne vai lontano
Poi ti giri piano piano
Sì, con lo sguardo, ma di un altro

E in fondo sotto sotto sotto sto bene
Sotto sotto sotto sto bene
E in fondo sotto sotto sotto stai bene
Sotto sotto sotto stai bene
Pure te

E poi, e poi, e poi
Ci ritroveremo ancora
E poi, e poi, e poi
Come quando mi stai sopra

Sotto sotto sotto sto bene
Sotto sotto sotto sto bene
E in fondo sotto sotto sotto stai bene
Sotto sotto sotto stai bene
Pure te

In fondo con le mani potevi farci un sacco di cose,
 un sacco di cose
E glielo dici tu che questa notte non mi drogo
E che sto male anche da solo, che da solo non mi trovo
E che cammino avanti e indietro sotto casa tua da ore
Che tuo padre ha rotto il cazzo di guardarmi male

E poi, e poi, e poi
Ci ritroveremo ancora
E poi, e poi, e poi
Come quando mi stai sopra

Sotto sotto sotto sto bene
Sotto sotto sotto sto bene
E in fondo sotto sotto sotto stai bene
Sotto sotto sotto stai bene
Pure te

E poi, e poi, e poi
Ci ritroveremo ancora
E poi, e poi, e poi
Come quando mi stai sopra

 




trenta modi per difendersi dalla miseria spirituale

trenta modi per difendersi dalla miseria spirituale
1.
avere una vita sentimentale molto viva. tenere ogni giorno molto spazio per il cuore: scrivere una lettera, accarezzare, leggere una poesia d'amore.

2.
uscire a vedere qualcosa, non un museo o un film, uscire a vedere un pezzo di mondo qualsiasi, in un posto qualsiasi.

3.
scrivere a mano e leggere un libro di carta almeno per un'ora al giorno.

4.
andare al cimitero almeno una volta la settimana.

5
passare un poco di tempo con un animale.

6
parlare con persone che hanno un'età lontana dalla nostra.

7
non mangiare carne o farlo molto raramente.

8
dire grazie molto più spesso.

9
fare almeno un esercizio di ammirazione al giorno.

10
salutare gli alberi e le altre piante.

11
cantare al telefono per qualcuno.

12
visitare gli infermi, stare vicini ai familiari degli infermi.

13
pensare a dio, anche se non ci credi.

14
inginocchiarsi ogni tanto.

15
candidarsi alle elezioni.

16
dire le proprie paure.

17
aprire la finestra appena ti svegli.

18
avere tra i propri amici una persona molta anziana.

19
parlare dei propri figli.

20
parlare dei morti.

21
immaginare di essere morti sette anni fa.

22
chiedere a qualcuno di cosa soffre.

23
confidare in tutti, non pretendere da nessuno.

24
riconoscere i propri errori e scusarsi subito.

25
benedire ogni forma di allegria.

26
leggere una poesia prima di mangiare.

27
dire ai violenti che è bello essere dolci.

28
riconoscere che le sventure sono molto rare.

29
essere grati a chi ci aiuta.

30
sapere che non siamo una cosa sola, siamo tante persone in una e tante epoche e tanti paesaggi, siamo dentro e fuori, non siamo una cosa, ma un movimento dell'universo.
 
Franco Arminio


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