venerdì 31 marzo 2017

il sesso non è una prestazione atletica

Buenas noches

Il sesso può sembrare un’attività atletica,
ma il piacere nasce soprattutto dalle reazioni della mente.
Non capire questo significa non comprendere l’essenza dell’erotismo
 

 
Alain de Botton
L’attrazione sessuale nasce dall’eccitazione di essere liberi dai tabù che dominano il resto della nostra vita
Alain de Botton

saltellare da una relazione all'altra

Per secoli le ragioni che hanno guidato la scelta del partner sono state pratiche e razionali: un’ascesa economica o sociale, ad esempio.
Solo negli ultimi decenni hanno preso il sopravvento l’istinto e i sentimenti, un passaggio pericoloso
La cultura del dating fa si che saltelliamo da una relazione all’altra alla ricerca della persona giusta, e quando l’abbiamo trovata pretendiamo che tutto funzioni alla perfezione spaventandoci davanti agli ostacoli
Non sappiamo dialogare né tanto meno spiegare noi stessi in un modo che non faccia arrabbiare il partner
un po’ perché siamo pigri ma anche perché non capiamo noi stessi innanzitutto

Chi ama vuole solo che l’altro sappia dire cosa sente davvero

Alain De Botton

 

Donna sola in cammino

Blaga Dimitrova

Tu cammini però anche nell'oscurità
e non ti guardi intorno con timore.

Donna sola in cammino
Scomodo rischio è questo
in un mondo ancora tutto al maschile.
Dietro a ogni angolo ti aspettano
in agguato incontri vuoti.
E percorri vie che ti trafiggono
con sguardi curiosi.
Donna sola in cammino.
Essere inerme
è la tua unica arma.

Tu non hai mutato alcun uomo
in protesi per sostenerti,
in tronco d'albero per appoggiarti,
in parete - per rannicchiarti al riparo.
Non hai messo il piede su alcuno
come su un ponte o un trampolino.
Da sola hai iniziato il cammino,
per incontrarlo come un tuo pari
e per amarlo sinceramente.

Se arriverai lontano,
o infangata cadrai,
o diventerai cieca per l'immensità
non sai, ma sei tenace.
Se anche ti annientassero per strada,
il tuo stesso partire
è già un punto d'arrivo.
Donna sola in cammino.
Eppure vai avanti.
Eppure non ti fermi.

Nessun uomo può
essere così solo
come una donna sola.
Il buio davanti a te cala
una porta chiusa a chiave.
E non parte mai, di notte
la donna sola in cammino.
Ma il sole come un fabbro
schiude i tuoi spazi all'alba.

Tu cammini però anche nell'oscurità
e non ti guardi intorno con timore.
E ogni tuo passo
è un pegno di fiducia
verso l'uomo nero
col quale a lungo ti hanno impaurita.
Risuonano i passi sulla pietra.
Donna sola in cammino.
I passi più silenziosi e arditi
sulla terra umiliata,
anche lei
donna sola in cammino.

Blaga Dimitrova

Scorre il tempo


Scorre il tempo
Scivola
Quella sabbia fine
Che scorre

Scorre il tempo

Scivola
quella sabbia fine
che scorre

Scivola
Su quella fessura
Dei miei giorni

Scorre il tempo
Percorre
Sentieri incerti

Scorre il tempo
Balza
Fossati improbabili.

Scorre il tempo
Scivola
Quella sabbia fine
Che scorre

  D.N.    
   29 marzo 2017    

Nel mio golfo di donna

Beatrice Niccolai

Abito il tuo abbraccio
nel ricordo di futura memoria
con poco più di niente, indosso.



Amore amore

Nel mio golfo di donna

Entri dalla mia vita
giorni come fossero linfa di betulla
e lì ti distrai
nel mio golfo di donna
come fossi un giorno di festa.

Cantano nell’aia
le lunghe giornate di primavera
da sempre e per sempre
la fine dei campi
sulla viottola dell’eterno ritorno.

Abito il tuo abbraccio
nel ricordo di futura memoria
con poco più di niente, indosso.

C’è un sole che raccoglie ogni sera
carezze e promesse
fino all’inizio di me,

rosseggiando un antico pudore
disperdendo al vento la femmina e
riesumando dalla polvere
la donna.

  Beatrice Niccolai



giovedì 30 marzo 2017

Le poesie di Beatrice Niccolai

Beatrice Niccolai - Poesie




hanno detto di Beatrice Niccolai

Franco Battiato – “Beatrice, volare così in alto da afferrare la preda ambita senza luoghi comuni né vane parole”.
Il Messaggero – “E’ una delle più potenti nuove voci della poesia italiana”
Il Manifesto: “E’ intensa e delicata”
Pino Roveredo - “Ha le mani baciate da Dio”
Silvano Agosti –"Alda Merini e E.Dickinson sono le personalità poetiche più vicine a questa straordinaria poetessa"
Silvano Agosti e alcuni giornali la annoverano come l’erede naturale di Alda Merini.

Collaborazioni con:
Lina Bernardi, Carlina Torta, Carlo Monni, Silvano Agosti, Vinicio Capossela



Beatrice Niccolai nasce nel Mugello nel 1967 da padre italiano e madre tedesca.
Da sempre ha un buon rapporto con “la Parola” anche se il rapporto è discontinuo.
Vince da adolescente un premio ad Agrigento sulla rielaborazione visionaria dei “Sei personaggi in cerca di autore” di Luigi Pirandello, premiata dal Prof Enzo Lauretta Presidente del Centro Studi Pirandelliani di Agrigento che la introduce nello scenario culturale nazionale al quale però Beatrice si sottrae, preferendo vivere, inciampare e rialzarsi.
Mantiene comunque un rapporto continuo con il Professor Lauretta fino al giorno della sua morte nell’agosto del 2014.
 
La sua prima raccolta esce nel 2006 per una piccola casa editrice ligure. A questo volume ne seguiranno altri, fino d approdare su un testo universitario per studenti stranieri, “Tempi di Versi”.
 
Quel primo approdo nel Nel volume “Tempi di versi – pagine di poesia italiana 1900 -2009” a cura delle docenti universitarie Valentina Russi, Lucinda Spera e Lucia Strappini per Guerra Edizioni, (edizione del 2010) Beatrice Niccolai è menzionata quale ultima poetessa del ‘900, colei che chiude l’ultimo periodo preso in analisi appunto dalle tre docenti che hanno analizzato la poesia nel corso del tempo. Nel periodo dal 1989 al 2009 contraddistinto storicamente dal crollo del muro di Berlino, dalle devastanti guerre dei Balcani, dal crollo definitivo della “prima Repubblica italiana” con l’inchiesta “mani pulite”. E’ il periodo che segna i cambiamenti epocali nonché il primo periodo che avanza l’idea di una globalizzazione intesa come l’affermarsi di un sistema di scambi economici, politici e culturali. E’ il primo periodo in cui l’Italia si confronta con l’essere diventata terra d’immigrazione e confrontarsi così con etnie, culture e tradizioni diverse. Con le diverse problematiche con cui l’Italia andava confrontandosi, veniva meno il modo, i termini o il linguaggio stesso di un espressionismo culturale. In un contesto in cui anche il linguaggio subiva un linciaggio dovuto alle nuove tecnologie (basti pensare al linguaggio televisivo o a quello più devastante dei telefonini e in una mediocrità crescente) e sempre meno stimolata dai contenuti che nei decenni precedenti sono stati stimolatori di pensiero e di cultura, l’avvento di internet e di un nuovo modo di comunicare, ecco, in questo contesto non è possibile non notare la poetica di Beatrice Niccolai che non si definisce poetessa, piuttosto “manovale di parole” e che scrive le sue liriche prima sul suo blog e poi nella carta stampata. Blog con cui interagisce coi lettori e in cui crea nella sua poesia un felice connubio tra semplicità lessicale e raffinatezza dei messaggi. 2006, “Sans papier – reato d’esistenza di una buona a nulla”, Ennepilibri
2008, “Gramigna”, Ennepilibri
2010, “Fuorivena”, Edizioni l’Immagine di Silvano Agosti
2011, Fuorivena, stampato in proprio
2013 “Silenzio inverso” un libro d’arte e poesia curato da Giuliano Grittini, fotografo di Alda Merini
2013 “Futuro interiore” stampato in proprio

Mi avvolgono ali

Blaga Dimitrova

ma fianco a fianco contro il vento in bufera.

Mi avvolgano ali
Mi avvolgano ali, senza racchiudermi.
Il mio spirito aperto, non in me ripiegata.
Non dietro una spalla, al sicuro protetta,
ma fianco a fianco contro il vento in bufera.

Blaga Dimitrova

Da qui a sera

Beatrice Niccolai

Da qui a sera
avrò tempo per dimenticarti,
o tutto il tempo
per uccidermi in un ricordo.

Da qui a sera
Da qui a sera
avrò tempo per dimenticarti,
o tutto il tempo
per uccidermi in un ricordo.

Da qui a sera,
saranno ore di primavera,
di solitudini composte
come fosse vero che eri e sei
il tempo che non torna.

Un pensiero a forma di te
muove, come fosse vento,
i rami e le foglie.

Starti dentro in eterna distanza,
osservarti andare
mentre io, solo per sopravviverti,

a me,
solo a me,

nel silenzio della pietra
e nel dove dell'acqua
ritorno.

Beatrice Niccolai


mercoledì 29 marzo 2017

lettera

Carlos Drummond de Andrade

Sono invecchiate tutte le notizie.
Sono invecchiato anch'io: Guarda, in rilievo,
questi segni su di me, non delle carezze
(cosi' leggere) che mi facevi in viso:
sono ferite, spine, sono ricordi


Definitivo, come tutto ciò che è semplice
E' molto tempo, si', che non ti scrivo.
Sono invecchiate tutte le notizie.
Sono invecchiato anch'io: Guarda, in rilievo,
questi segni su di me, non delle carezze
(cosi' leggere) che mi facevi in viso:
sono ferite, spine, sono ricordi
Lasciati dalla vita al tuo bambino, che al tramonto
perde la sapienza dei bambini.
 
La mancanza che ho di te non e' tanto
all'ora di dormire, quando dicevi
«Dio ti benedica», e la notte si spalancava in sogno.
 
E' quando, allo svegliarmi, vedo a un angolo
la notte accumulata dei miei giorni,
e sento che son vivo, e che non sogno.
 
Carlos Drummond de Andrade

Le parole

Anne Sexton
Uova e parole vanno maneggiate con cura.
Una volta rotte non si possono
riparare

Le parole

State attenti alle parole,
anche a quelle miracolose.
Per le miracolose diamo il meglio,
brulicano alle volte come insetti
lasciando non un pizzico ma un bacio.
Possono essere buone come le dita.
Possono essere affidabili come le rocce
su cui mettiamo il sedere.
Ma possono essere sia margherite che ferite.
 
Eppure io le amo.
Sono colombe cadute dal soffitto.
Sono sei arance sacre appoggiate in grembo.
Sono gli alberi, le gambe dell'estate,
e il sole, con il suo volto appassionato.
 
Eppure spesso mi deludono.
Ho così tanto da dire,
così tante storie, immagini, proverbi, ecc.
Ma le parole non ce la fanno,
mi baciano quelle sbagliate.
A volte volo come un'aquila
ma con le ali dello scricciolo.
 
Provo comunque a prendermene cura
e ad essere gentile.
Uova e parole vanno maneggiate con cura.
Una volta rotte non si possono
riparare.
Anne Sexton

Non chiederci la parola

Eugenio Montale
Non chiederci la parola che squadri da ogni lato
l'animo nostro informe, e a lettere di fuoco
lo dichiari

 Non chiederci la parola

Non chiederci la parola che squadri da ogni lato
l'animo nostro informe, e a lettere di fuoco
lo dichiari e risplenda come un croco
perduto in mezzo a un polveroso prato. 

Ah l'uomo che se ne va sicuro,
agli altri ed a se stesso amico,
e l'ombra sua non cura che la canicola
stampa sopra uno scalcinato muro!

Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Codesto solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.


Eugenio Montale

martedì 28 marzo 2017

le grida che hanno lanciato e non si sentono più

Buenas noches

Solo che io simpatizzo altrettanto, e forse più,
con le miserie scomparse dei popoli morti
a cui nessuno pensa, con tutte le grida
che hanno lanciato e che non si sentono più.
 

 
Gustave Flaubert

C’è un limite al dolore



Il gioco è questo: cercare nel buio
qualcosa che non c’è, e trovarlo.

Ennio Flaiano
C’è un limite al dolore
C’è un limite al dolore
in quel limite un caro conforto
un’improvvisa rinunzia al dolore.
Il pianista cerca un fiore nel buio
e lo trova, un fiore che non si vede
...e ne canta la certezza.
Il gioco è questo: cercare nel buio
qualcosa che non c’è, e trovarlo.


Ennio Flaiano

Verrò quando sarai più triste,



Verrò quando la verità del cuore
dominerà intera, non obliqua,

Emily Bronte
Verrò quando sarai più triste,
Verrò quando sarai più triste,
steso nell’ombra che sale alla tua stanza;
quando il giorno demente ha perso il suo tripudio,
e il sorriso di gioia è ormai bandito
dalla malinconia pungente della notte.
Verrò quando la verità del cuore
dominerà intera, non obliqua,
ed il mio influsso su di te stendendosi,
farà acuta la pena, freddo il piacere,
e la tua anima porterà lontano.
Ascolta, è proprio l’ora,
l’ora tremenda per te:
non senti rullarti nell’anima
uno scroscio di strane emozioni,
messaggere di un comando più austero,
araldi di me?


Emily Bronte

Sulle ginocchia ninno

Mila Kacic

Eppure l'ombra della felicità ha sfiorato questa smorfiosa viziata, esigente, puerile e ridicola.

Sulle ginocchia ninno

Sulle ginocchia ninno
la vita
che piange,
piange a dirotto,
cosí perduta,
dimenticata,
sciupata
e misconosciuta.
È inconsolabile.
Ma cosa vuole ancora?
Eppure l'ombra della felicità
ha sfiorato
questa smorfiosa viziata,
esigente,
puerile
e ridicola.
Mi chinerò
profondamente, profondamente
perché una buona volta mi cada dal grembo.


Mila Kacic

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