mercoledì 31 agosto 2016

guadarsi negli occhi






thi is not the world


Chi lo direbbe

Silvia Bre

Chi lo direbbe che a disegnarci vivi
basta un'ombra

Chi lo direbbe
Un scelse d'apparirmi.
Chi lo direbbe che a disegnarci vivi
basta un'ombra
il fuori che filtrava
chi direbbe che fu un capillare pulsante
a forma di ramo a rapirmi
in questa storia.
 
Silvia Bre


Giro la porta

Manuela Dago

non torno bambina
ma sono risorta.

Giro la porta
Giro la porta
e apro la chiave
se metto in ordine
questa mia frase

entro in casa
e mangio la torta
non torno bambina
ma sono risorta.


 
Manuela Dago


Un'avventura


C.'playlist

Un'avventura Lucio Battisti

Non sarà
un’avventura
non può essere soltanto
una primavera
questo amore
non è una stella
che al mattino se ne va
Oh no no no no no no
Non sarà
un’avventura
questo amore è fatto solo di poesia
tu sei mia
tu sei mia
fino a quando gli occhi miei
avran luce per guardare gli occhi tuoi
Innamorato
sempre di più
in fondo all’anima
per sempre tu
perché non è una promessa
ma è quel che sarà
domani e sempre
sempre vivrà,
sempre vivrà,
sempre vivrà,
sempre vivrà.
No! Non sarà un’avventura
un’avventura
non è un fuoco che col vento può morire
ma vivrà
quanto il mondo
fino a quando gli occhi miei
avran luce per guardare gli occhi tuoi.
Innamorato
sempre di più
in fondo all’anima
per sempre tu
perché non è una promessa
ma è quel che sarà
domani e sempre
sempre vivrà,
Perché io sono innamorato
sempre di più
in fondo all’anima
ci sei per sempre tu…

 
Un'avventura Lucio Battisti


 

 
                    - #playever


ci sono cose



 


ci sono cose
 
Ci sono cose che puoi vedere 100 volte
Ed ogni volta saranno nuove e diverse
Perché sono i tuoi occhi ad essere diversi
 
Se gli occhi sono diversi
Lo sarà anche il cuore
La mente e lo spirito
 
Avrai cose da vedere 100 volte
Ed ogni volta saranno nuove e diverse
Perché le cose appaiono per come le vedi da dentro.

D.N. 29 agosto 2016

una fortunata coincidenza


lettere immaginarie

 

No potranno dimenticare il sorriso
con cui ti concedi
gentile

le tue labbra calde e appassionate
che ti fanno volare
e morire di piacere
e sentire unico 
l'eletto.

Ma forse è solo un sogno 
una finzione 
uno scherzo dell'immaginazione.

Un caso, una fortunata coincidenza.

Lungo la ferrovia, un giorno
non ci sarà campo
un muro si alzerà inesorabile; i tuoi messaggi 
resteranno in sala di attesa 
ben altre emozioni occuperanno il suo campo.

Confuso e ignaro ti pioverà addosso la fine
come un tramonto tropicale

Juan Pedroso



martedì 30 agosto 2016

Amore che ormai non sei più

Luigi Nacci

amore, disperdi le nebbie
in cui ti ho costretto e le piogge
in cui ti ho raccolto e le eclissi
da cui ti ho soccorso e il tuo tempo
che più non possiedo e il tuo nome
che già non conosco e poi vattene.

Amore che ormai non sei più
amore, raccogli i tuoi occhi
da terra e le labbra e le unghie
spezzate sul letto e i capelli
rappresi nei tubi e le ciglia
stampate sui vetri e i capezzoli
appesi al soffitto e poi vattene.

Amore che ormai non sei più

amore, rimetti in valigia
le ossa e i mazzetti di vene
indurite nei vasi e la pelle
seccata in giardino e le fiale
di sangue e di acido lattico
rimaste in cantina e poi vattene.

Amore che ormai non sei più

amore, rimuovi dai muri
gli odori e i silenzi e i disegni
rupestri e gli aloni lasciati
dai fuochi e le brecce scavate
dai pugni e le scie di messaggi
da codificare e poi vattene.

Amore che ormai non sei più

amore, dimentica in fretta
le dediche i versi e i poemi
che ti ho sussurrato e i bisbigli
per farti dormire e gli sguardi
di primo mattino e i respiri
fissati ai cuscini e poi vattene.

Amore che ormai non sei più

amore, consegna al portiere
le chiavi e i lucchetti e le  mute
di cani da guardia e le grida
nel sonno e le fughe notturne
sui tetti e le lotte estenuanti
col buio e coi morti e poi vattene.

Amore che ormai non sei più

amore, saluta se riesci
le lune in cortile e le luci
riflesse sui volti e le foglie
cadute sui polsi e le ombre
cresciute nell'erba e le orme
scomparse e le veglie e poi vattene.

Amore che ormai non sei più

amore, disperdi le nebbie
in cui ti ho costretto e le piogge
in cui ti ho raccolto e le eclissi
da cui ti ho soccorso e il tuo tempo
che più non possiedo e il tuo nome
che già non conosco e poi vattene.

Amore che ormai non sei più

amore, trasformati in terra
salina che essicca e corteccia
che brucia in estate e scogliera
che frana e travolge e materia
che muta e si svuota e scompare
nel nulla e poi muoviti e vattene.

Amore che ormai non sei più

amore, ti chiedo di dirmi
se ancora sospiri e cammini
in punta di piedi e se perdi
parole e se sanguini sempre
nei mesi più cupi e ricordi
che tempo faceva qual giorno.

Amore che ormai non sei più,
rispondi – se puoi – poi voltati, vattene.
 
Luigi Nacci


lunedì 29 agosto 2016

I'm alone, i'm the person i know best






Il futuro

Julio Cortazar

che tristezza nuotare infine verso la sponda del sopore
sapendo che il piacere è questo ignobile schiavo
che accetta le false monete, e le fa circolare sorridendo.

 Il futuro 

E so molto bene che non ci sarai.
Non ci sarai nella strada,
non nel mormorio che sgorga di notte
dai pali che la illuminano,
neppure nel gesto di scegliere il menù,
o nel sorriso che alleggerisce il “tutto completo” delle sotterranee,
nei libri prestati e nell'arrivederci a domani.

Nei miei sogni non ci sarai,
nel destino originale delle parole,
né ci sarai in un numero di telefono
o nel colore di un paio di guanti, di una blusa.
Mi infurierò, amor mio, e non sarà per te,
e non per te comprerò dolci,
all’angolo della strada mi fermerò,
a quell'angolo a cui non svolterai,
e dirò le parole che si dicono
e mangerò le cose che si mangiano
e sognerò i sogni che si sognano
e so molto bene che non ci sarai,
né qui dentro, il carcere dove ancora ti detengo,
né la fuori, in quel fiume di strade e di ponti.
Non ci sarai per niente, non sarai neppure ricordo,
e quando ti penserò, penserò un pensiero
che oscuramente cerca di ricordarsi di te.

Julio Cortazar


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Sono tornata



 



Sono tornata
 


Tornare la
Bambina
Ragazza
Donna
che canta per strada
O sorride senza ragione

Sono tornata 

D.N. 23 luglio 2016

I mondi e le lune




I mondi e le lune

Due mondi tondi e pieni
Che ballano e ondeggiano
con i miei passi
 
Due lune oblunghe e sode
Che oscillano e fremono
Mentre incedo
 
Un varco sottile
Che poi si apre e rivela un mondo
di calore e profumi che cattura e imprigiona

Dora Libretti 25 agosto 2016


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domenica 28 agosto 2016

le pause






Ogni caso

Wislawa Szymborska

Poteva accadere. Doveva accadere. È accaduto prima. Dopo. Più vicino. Più lontano. È accaduto non a te.
[...]
Ascolta come mi batte forte il tuo cuore.

Ogni caso
Poteva accadere.
Doveva accadere.
È accaduto prima. Dopo.
Più vicino. Più lontano.
È accaduto non a te.

Ti sei salvato perché eri il primo.
Ti sei salvato perché eri l’ultimo.
Perché da solo. Perché la gente.
Perché a sinistra. Perché a destra.
Perché la pioggia. Perché un’ombra.
Perché splendeva il sole.

Per fortuna là c’era un bosco.
Per fortuna non c’erano alberi.
Per fortuna una rotaia, un gancio, una trave, un freno,
un telaio, una curva, un millimetro, un secondo.
Per fortuna sull’acqua galleggiava un rasoio.

In seguito a, poiché, eppure, malgrado.
Che sarebbe accaduto se una mano, una gamba,
a un passo, a un pelo
da una coincidenza.

Dunque ci sei? Dritto dall’attimo ancora socchiuso?
La rete aveva solo un buco, e tu proprio da lì?
Non c’è fine al mio stupore, al mio tacerlo.
Ascolta
come mi batte forte il tuo cuore.
 
Wislawa Szymborska


Purificami


Ana Rossetti
PURIFICAMI

 Felici coloro che lasciarono se stessi.
                       Colette 

È vero, qualche volta cerco di
ribellarmi,
di privarmi e spogliarmi di te.
E ti sogno, il vestito che scivola,
afflosciandosi in terra le pieghe
innumerevoli,
e ti nego. Le tue foto abbandonano
le angoliere intarsiate, il vetro delle
cornici,
e il tuo nome s’infrange, io dimentico
che era maggio, le Pleiadi, il fiore
somigliante
al crisantemo.
Non credo più che esista la quinta di
Ciaicowski,
però ricorro a te.
Alla fine, ricorro sempre a te,
al tuo silenzio schivo di fronte alla
meraviglia,
ai riccioli pazienti iridantisi al sole,
quando stringevi papaveri e volevi
essere santa,
alla desolazione, opale torbido,
e alla caparbietà di non mostrarlo mai.
Volontà educata a conservare,
affinché dal tuo volto non un cenno
di te trasparisse, a non aprire il cuore
su fogli silenziosi o sulla stoffa viola
dei confessionali. A non versarlo in
lacrime.
Come ti controllavi per celare
paure o sventure; il disastro e la colpa
disdegnati, lo stupore nascosto.
Bambina mia ferita e mai, mai dolce,
facevi tesoro di maschere, metafore,
ingenui simulacri di armatura o
esorcismo
e non mi immaginavi erede o alunna.
Non so vivere, io, senza imitarti.
appaghi in te,
né ricordo che in fondo non parli di te,
né esperienza che io non confronti con 
te,
regina della cautela e dell’enigma.
Però è tanto il riserbo che non so più 
il nome
delle cose né di questo sentimento,
dolce e impetuoso, forse doloroso
e disperato, che mi ha sopraffatta.
Nell’ignorarlo è la mia vanagloria,
sono la mia prudenza e l’obbedienza.
Bambina mia, mia tiranna, guardandoti
io so che è tutto inutile e che ti
rassomiglio,
che per mia volontà resto in te,
prigioniera.
La mia memoria è carcere, tu il mio
marchio mio orgoglio,
io solo esecutrice delle tue volontà,
bocca divulgatrice
che segue i tuoi precetti,
infanzia, patria mia, bambina mia,
ricordo.

Traduzione di Francesco Dalessandro
 
 Ana Rossetti




La medaglia



 



La medaglia
 


Se riuscissimo
A dare
senza credere nel rovescio

Come la moneta
che lanci per aria...
Non sai qual'è
la faccia che ti capiterà

Un po ci credi
che sia la faccia giusta
Un po pensi
che magari
non sei fortunata

E invece poi
La faccia è
sempre quella
che la vita ti destina 

D.N. 19 luglio 2016

Sei tu




Sei tu


Sei tu
che travolgi le mie regole
solo con il tuo sguardo
 
Sei tu
che confondi
le mie certezze
solo con il tuo sorriso
 
Sei tu
che capovolgi
il mio agire
solo con le tue labbra

Dora Libretti 14 marzo 2008


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sabato 27 agosto 2016

tacere e parlare

Javier Marias

Tacere e parlare sono un modo di intervenire sul futuro.
     Javier Marias
Un cuore così bianco



 

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