sabato 11 maggio 2019

Come ha sbagliato a smettere di studiare per sposare Fernando!


L'intenso calore della luna



Emma lascia Ernesto con la signora Beatriz e va a piedi in farmacia. E su di giri. La scena nel poliambulatorio, la vista sconcertante di quella misera casa l'hanno avvilita. Ma lei dove vive? Lei, che è, che potrebbe essere un medico, è completamente estranea a tutto questo. Eppure è illusa, pensa, una rondine non fa primavera. È la cosa peggiore: la sensazione d'impotenza, l'irrimediabile senso di colpa. Si nasce nel posto giusto o nel posto sbagliato. La vita è davvero assurda. Vorrebbe fare qualcosa. Ma non sa che cosa.

All'improvviso, mentre attraversa la strada, l'assale una vampata di calore. Il fuoco parte dal petto e si propaga al viso, alle braccia, al collo. Comincia a sudare copiosamente. Cerca i fazzolettini e il ventaglio nella borsetta. Non li ha. Ha dimenticato di prenderli. Per fortuna, nella tasca con la zip ha la ricetta di Jeanina. Sente che le suda la schiena, le gocce che scendono. Affretta il passo. E finalmente vede il banco illuminato, le scatole di medicinali impilate sugli scaffali. La porta della farmacia è più in alto rispetto al marciapiede. Per entrare bisogna fare due scalini. Però lei non vuole che Margarita la veda tutta sudata, trafelata. Farà un giro attorno all'isolato in attesa che passi la scalmana. Cammina fino all'angolo. Il sudore bagna la camicetta bianca di cotone. Il suo corpo è brace ardente, un tizzone. Non riesce a credere che tutte le donne della Terra patiscano questo inferno tranquille e rassegnate, senza lottare. Non ricorda di aver mai visto una delle sue amiche più anziane, o un'amica di sua madre, in preda a uno di questi attacchi. Come faranno per nasconderlo? si domanda.

Le rincresce scoprire che si sta conoscendo solo adesso, proprio quando il suo corpo comincia a mostrare i segni del tempo. Il tempo che prima o poi la raggiungerà e spegnerà la sua ribellione, il suo intelletto. Cammina più lentamente. La vampata comincia ad attenuarsi. Emma pensa alla signora Beatriz, che la sta aspettando. Sedere al suo capezzale, toccarle la fronte, vederla tremare di febbre è bastato a risvegliare la vocazione, che aveva accantonato, di intervenire, curare. Il ricordo della sua passione per lo studio della medicina affiora tristemente, lasciandole la sensazione di aver sprecato qualcosa. Che strano. Per anni la forza della chiamata di Ippocrate ha sonnecchiato in cuor suo, non si è risvegliata nemmeno quando i bambini sono stati ammalati. Sarà stata forse la presenza di Fernando a frenare la sua vocazione conferendo solo a lui l'autorità di essere "il medico"? Chiamandola dottoressa, la signora Beatriz ha innescato in lei un meccanismo il cui ingranaggio si è finalmente messo in moto. E nel puzzle dei suoi sogni e dei suoi propositi ogni pezzo è finalmente andato al suo posto. Accorgersi della velocità con cui è stata capace di studiare i sintomi, di analizzarli, di fare delle ipotesi, è stata una specie di illuminazione, e le ha procurato un piacere trascendente, soddisfazione pura.


Come ha sbagliato a smettere di studiare per sposare Fernando! Quando sei giovane non pensi al tempo che passa, che i tuoi figli cresceranno, che un giorno se ne andranno lasciandoti il vuoto.
[...]
Se avesse terminato gli studi, sarebbe diventata un ottimo medico, ma lui l'aveva convinta a lasciar perdere. E poi erano arrivati i bambini, che l'avevano completamente assorbita. È stato un egoista. Lo ha fatto per gelosia. Sapeva che lei avrebbe potuto incontrare un uomo che forse avrebbe meritato il Su amore più di lui, un uomo più bello di lui, un amante migliore. È questo che temeva. E così aveva costruito un castello nel quale tenerla sempre occupata e le aveva affidato un impegno che secondo lui avrebbe dovuto gratificarla. E lei lo aveva accettato. Ma adesso che i figli se ne sono andati, lo infastidisce vederla girare a vuoto, in gabbia. Gli dà fastidio che spenda così tanti soldi per certi trattamenti che cancellano il naturale invecchiamento dei tratti di una donna, però non può dire niente, e allora si limita a brontolare tra sé o si sfoga con sua figlia, che la pensa come lui - e non lo nasconde - sulle attuali occupazioni di sua madre. Non sa bene che cosa faccia Emma del suo tempo. A volte la trova taciturna, depressa, mentre altre percepisce in lei un'energia quasi animale. L'inizio della menopausa ha accresciuto il suo appetito sessuale. In principio aveva persino pensato di non essere lui l'oggetto di quel desiderio, di quegli orgasmi fulminei. Ma poi aveva scartato quest'idea. Aveva sentito dei colleghi, si era documentato.

Gioconda Belli



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