domenica 1 marzo 2015

L’amore non giustifica tutto

L’amore non giustifica tutto

L’amore non giustifica tutto. Meno che mai il controllo o la gelosia ossessiva. Come quando si pensa che sia del tutto legittimo cercare di sapere quello che l’altra persona fa quando non è con noi: chi incontra, dove va, come si comporta, che cosa dice...

Come se fosse normale abbattere le barriere tra l’«io» e il «tu» per diventare «una cosa sola» – quel mito romantico della fusione che ci affascinava tanto quando eravamo bambini e che, però, è sempre e solo una prigione soffocante. Non perché non ci siano momenti di fusione nell’amore. Quelli ci sono, e talvolta sono anche necessari. Ma perché, dopo la fusione, c’è poi anche (e sempre) il distacco. E quindi la libertà di esistere indipendentemente dall’altra persona....

Gelosia e possesso, con l’amore, c’entrano poco o niente. Perché l’amore è fatto anche di distanza e di separazione. L’amore è fatto anche di rispetto dell’alterità. L’amore è fatto soprattutto di libertà. Ecco perché uno degli errori più grandi che si possano fare quando si ama, è proprio confondere l’amore con la volontà di controllo e di possesso. Quando si pensa che l’altro ci appartenga completamente. E allora lo si tratta come un oggetto che ci si illude di poter spostare a piacimento, trovandolo ogni volta nel posto esatto in cui lo si è lasciato.

Quel «tu sei mio o mia» che talvolta soffoca. Perché nessuno appartiene a nessuno. Meno che mai a chi dice di amarci. E che, se ci ama veramente, dovrebbe amarci per come siamo. Con tutto quello che sfugge e che non si potrà mai controllare. Quello scivolare via, come una saponetta bagnata tra le mani, che è tanto difficile da sopportare, ma che permette poi ad ognuno di noi di esistere indipendentemente dalla presenza altrui.

[Michela Marzano]

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