Patrizia Valduga - Poesie
- Nel luglio altero, lui tenero audace
- Qual mai sarà l'anno, il mese, qual giorno
- forse dovrei imparare a separare
- Vieni, entra e coglimi, saggiami provami
- Amore dove sei? sto così male...
- rimani amore mio rimani
- In nome di Dio, aiutami! Ché tanto
- Ti voglio far provare il bel piacere.
- Di quel poco che resta di quel fuoco
Da "cento quartine"
- Mucchi di mondi, grappoli di stelle
- Perché anche il piacere è come un peso
- Tu, misterioso spirito gentile,
- Allagata di me, perduta ancora,
- No, niente amore qui, soltanto sesso
- Quanto vale una notte come questa
- Dove sei stato tutti questi anni?
- Non desidero quello che possiedo
- Dal mio martirio viene questa pace,
- Da nervi vene valvole ventricoli
- “E se ti dessi un po’ da fare, eh?
- So solo quello che mi basta a stento
- In questa stanza che non ha più uscita
- Come sei bello quando sei eccitato!
- Il terzo cielo? “E’ il cielo degli amanti.
- Guardalo questo corpo: ti appartiene.
- Maledetta, luttuosa fantasia
- Come sei bello quando sei eccitato!
- Una sera ti dico: Mi hai scocciata!
- “Vuoi il cazzo? vuoi la lingua? vuoi le dita?
- Che ti pare così, di’ un po’, ti piace?”
- “La porta del piacere… eccola, è qui
- Oh sí, accarezza dolcemente, sfiora,
- Baciami; dammi cento baci, e mille
- Giura che mi terrai nuda e legata
- Càlati giù, o notte dell’amore,
- Allora ce l’hai fatta? sei venuta?
- Tu mandali a dormire i tuoi pensieri,
- Terra alla terra, vieni su di me:
- Non muoverti. Sta’ ferma. Ho detto; ferma!
- Ora lo sai: ho bisogno di parole.
- la porta del piacere
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