sabato 16 novembre 2019

Odore di nebbia e di erba


Federico Falco



Quello stesso pomeriggio andò in farmacia e si comprò un deodorante Axe verde. Lo nascose fra i maglioni invernali e ogni sera, prima di andare a letto, ne spruzzava un po’ sulle lenzuola e sul cuscino e sulla testiera del letto e se ne metteva anche sui polsi e sulle gambe. Poi chiudeva gli occhi. In quell’odore Steve sorrideva per lei. Le dita bianche di Steve le accarezzavano le guance. Steve la abbracciava forte, con le labbra cercava la sua bocca, con le mani le stringeva il seno. Silvi, Silvi, Silvi, le diceva Steve, e le mostrava l’ascella.

Vieni qui, Silvi, le diceva. Avvicinati, leccami. Odore di nebbia e di erba, di fuoco e di legno verde, di sgocciolio di rugiada [...]

Silvi non lo ascoltava. Non riusciva a staccare gli occhi dalla mano di Steve, dalle unghie di Steve, dalle ginocchia di Steve piegate sotto la stoffa dei pantaloni, dalle sue cosce sode, che tiravano la cucitura grigia. E l’odore, l’odore. Quell’aroma fresco e fragrante, odore di muschio, di pietra nell’ombra, di ruscello d’acqua cristallina. [...]

Nel buio del soggiorno Silvi si abbandonava al calore del corpo di Steve a pochi centimetri dal suo. Avvolta nel suo odore fresco e silvestre, con la gamba di Steve così vicina che quasi toccava la sua, Silvi si lasciò andare all’indietro e appoggiò la testa allo schienale del divano. Come senza volerlo, si girò appena, fino a sfiorare col ginocchio la stoffa dei pantaloni di Steve. Quel contatto generò un’esplosione di elettricità che si propagò a ondate sulla sua pelle. Steve però non disse niente: non si spostò, non si mosse, forse non se ne accorse nemmeno. Silvi lo guardò con la coda dell’occhio, senza muovere la testa. Lui se ne stava fermissimo, la schiena dritta, lo sguardo fisso sul televisore. Il cuore di Silvi era come un tizzone crepitante sotto una coperta che sta per prendere fuoco. Nel punto esatto in cui aderiva alla stoffa ruvida e calda, la sua pelle scottava. Silvi avrebbe voluto adagiarsi sul petto di Steve, posare l’orecchio sul suo cuore, lasciare che lui la abbracciasse e le accarezzasse i capelli. Sullo schermo lo speaker parlava di pionieri che attraversavano il Grande Deserto Americano e Silvi spostò un pochino il braccio, allungò le dita, tastò l’aria col mignolo. La cucitura dei pantaloni di Steve era così vicina, così vicina. Silvi stava per toccarla quando suonò il campanello.

Federico Falco - - - Silvi e la notte oscura


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