venerdì 6 marzo 2015

Anaïs Nin

Io, con un istinto profondo, scelgo un uomo che esige la mia forza, che fa richieste enormi su di me, che non mette in dubbio il mio coraggio o la mia durezza, che non mi crede ingenua o innocente, che ha il coraggio di trattarmi come una donna.



Non voglio far dissolvere nessuno dei miei fantasmi personali.
Voglio cominciare a conoscerli bene, intimamente.
Adoro sentirmi in mondi per niente familiari, disorientata, spaesata.
Non sono come la maggior parte delle persone, frammentate in migliaia di pezzetti.
Sono un insieme,un oceano di sensazioni, scintillii, seta, pelle, occhi, bocche, desiderio.



Mi piacciono le mie trasformazioni. Guardo intorno tranquilla e coerente, ma pochi sanno quante donne ci sono in me.



Disprezzo la mia stessa ipersensibilità, che esige tanta rassicurazione,
ma nello stesso tempo mi rende così consapevole della sensibilità altrui.
Il mio bisogno di essere amata e capita è certamente anormale.
Forse io trovo fiducia in me stessa cercando di conquistare gli uomini.
O forse sto corteggiando il dolore?.



Capisco la solitudine meglio di chiunque altro al mondo, ecco perché rispondo alle lettere
e quando mi parli della pochezza delle gente che ti circonda.
Ricordo i momenti e i posti che non donavano vita.
Devi proprio rimanere li?
Bisognerebbe fare uno sforzo coraggioso per lasciare i posti vuoti o solitari.
La vita è troppo preziosa.
Guardando al passato mi rendo conto che siamo noi a creare il nostro destino e i suoi aspetti negativi con la nostra passività.
Non dovremmo mai accettare la povertà della vita.
So che è difficile affrontare l’ignoto, trovarsi un altro lavoro, o un altro modo di vivere.
Ma se dipende solo da te, non accettare il vuoto.



Posso udire lo strappo, rabbia e amore, passione e pietà.
E quando il distacco si è improvvisamente compiuto
- o quando non ne colgo più il suono -
allora il silenzio è ancora più terribile perché c’é solo follia intorno a me, la follia delle cose strappate,
che si strappano dal di dentro, radici che si lacerano a vicenda per crescere separatamente,
lo sforzo compiuto per conseguire l’unità.



Chiede di rivedermi.
Quando aspetto nella poltrona della sua stanza, e lui s’inginocchia a baciarmi, è più strano di tutti i miei pensieri.
Con la sua esperienza mi domina.
Mi domina anche con la sua mente, e io sono ridotta al silenzio.
Mi sussurra cosa deve fare il mio corpo.
Io obbedisco, e nuovi istinti si risvegliano in me.
Mi ha conquistata.
Un uomo così umano;
e io, all’improvviso,
sfacciatamente naturale.


(Anaïs Nin)

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