sabato 7 marzo 2015

haiku




Vieni, vedi
i fiori veri
di questo mondo doloroso.

(Matsuo Basho)

Luna d’autunno,
marea spumeggiante
che arriva fino al cancello

(Matsuo Basho)

Possa chi porta
fiori questa notte,
avere la luce della luna

(Takarai Kikaku)

Stanotte anche a te
si fa violenza,
luna d’autunno

(Kobayashi Issa)

Vi sono scorciatoie
nel cielo,
luna d’estate?

(Den Sute-jo)

Il tetto s’è bruciato –
ora
posso vedere la luna

(Mizuta Masahide)

Lo haiku è un componimento poetico nato in Giappone nel XVII secolo. Generalmente è composto da tre versi per complessive diciassette more (e non sillabe, come comunemente creduto), secondo lo schema 5/7/5.

Inizialmente indicato con il termine hokku (??? lett. "strofa d'esordio"), deve il suo nome attuale allo scrittore giapponese Masaoka Shiki (1867-1902), il quale coniò il termine verso la fine del XIX secolo, quale forma contratta dell'espressione haikai no ku (letteralmente, "verso di un poema a carattere scherzoso"). Il genere haiku, nonostante già noto e diffuso in Giappone, conobbe un fondamentale sviluppo tematico e formale nel periodo Edo, quando numerosi poeti tra cui Matsuo Basho, Kobayashi Issa, Yosa Buson e, successivamente, lo stesso Masaoka Shiki utilizzarono prevalentemente questo genere letterario per descrivere la natura e gli accadimenti umani direttamente collegati ad essa.

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