l'animo sardo
La rarefazione demografica, la malaria, la tubercolosi, il tracoma, la denutrizione, il clima hanno poi conferito al carattere ed alla psicologia dei sardi un'impronta particolare di riserbo - che non è, però, quasi mai rassegnazione - di dignità, di meditazione, di compostezza, di tristezza.
« il cuore schiavo di pensieri cupi — l'occhio smarrito nell 'immensità » come cantava Sebastiano Satta, inclini alla meditazione, scarsi di iniziativa, ombrosi e riflessivi, solitari anche quando passano il Tirreno e vivono nel Continente.
Bellissimi e meno primitivi sono i canti isolati, specialmente i "mutos", che stanno fra lo stornello toscano e la « copla » spagnola, ma con un'andatura originale e inimitabile. Essi constano di sei versi: di solito i primi tre hanno un significato che mi potrebbe definire « panico », esprimono cioè una sensazione di paesaggio, rivelano un aspetto della natura; e sembrano privi di ogni riferimento con gli ultimi che sono, invece, «patetici»; ma è dalla contemplazione del mondo esterno che sorge nell'animo del cantore un richiamo al suo stato d'animo, un appello, un rimpianto.
Canti tristi che soltanto talvolta si accendono di sarcasmo e vibrano di invettive; di solito restano malinconici come malinconica è l'anima sarda che tuttavia non è rassegnata né prona al destino né ciecamente fedele ai potenti.
Fieri, tenaci, caparbi
Mario Berlinguer
La rarefazione demografica, la malaria, la tubercolosi, il tracoma, la denutrizione, il clima hanno poi conferito al carattere ed alla psicologia dei sardi un'impronta particolare di riserbo - che non è, però, quasi mai rassegnazione - di dignità, di meditazione, di compostezza, di tristezza.
« il cuore schiavo di pensieri cupi — l'occhio smarrito nell 'immensità » come cantava Sebastiano Satta, inclini alla meditazione, scarsi di iniziativa, ombrosi e riflessivi, solitari anche quando passano il Tirreno e vivono nel Continente.
Bellissimi e meno primitivi sono i canti isolati, specialmente i "mutos", che stanno fra lo stornello toscano e la « copla » spagnola, ma con un'andatura originale e inimitabile. Essi constano di sei versi: di solito i primi tre hanno un significato che mi potrebbe definire « panico », esprimono cioè una sensazione di paesaggio, rivelano un aspetto della natura; e sembrano privi di ogni riferimento con gli ultimi che sono, invece, «patetici»; ma è dalla contemplazione del mondo esterno che sorge nell'animo del cantore un richiamo al suo stato d'animo, un appello, un rimpianto.
Canti tristi che soltanto talvolta si accendono di sarcasmo e vibrano di invettive; di solito restano malinconici come malinconica è l'anima sarda che tuttavia non è rassegnata né prona al destino né ciecamente fedele ai potenti.
Fieri, tenaci, caparbi
Mario Berlinguer