sabato 30 dicembre 2017

DALLA DONNA CHE SONO ( non mi pento di niente)

Gioconda Belli

Mi succede,a volte,di osservare nelle altre
La donna che potevo essere
Donne garbate,esempi di virtù.

DALLA DONNA CHE SONO
Dalla donna che sono
Mi succede,a volte,di osservare nelle altre
La donna che potevo essere
Donne garbate,esempi di virtù.
Non so perché tutta la vita ho trascorso a ribellarmi a loro.
Odio le loro minacce sul mio corpo .
La colpa che le loro vite impeccabili,
Per strano maleficio mi ispirano;
Mi ribello contro le buone azioni,
Contro i pianti notturni sotto il cuscino,
Contro la vergogna delle nudità sotto la biancheria intima,
Stirata e inamidata.
Queste donne,tuttavia,mi guardano dal fondo dei loro specchi,
Alzano un dito accusatore,a volte,cedo al loro sguardo di biasimo
e vorrei guadagnarmi il consenso universale,
Essere "la brava bambina","la donna perbene",
La Gioconda irreprensibile,
Prendere dieci in condotta
Dal partito,dallo stato,dagli amici,dalla famiglia,dai figli
E da tutti gli esseri che popolano abbondantemente questo mondo.
In questa contraddizione inevitabile
Tra quel che doveva essere e quel che è,
Ho combattuto numerose battaglie mortali,
Battaglie inutili,loro contro di me
Loro contro di me che sono me stessa -
con la psiche dolorante,scarmigliata,
Trasgredendo progetti ancestrli,
Lacero le donne che vivono in me
che,fin dall'infanzia,mi guardano torvo
Perché non riesco nello stampo perfetto dei loro sogni,
Perché oso essere quella folle,inattendibile,
Tener e vulnerabile
Che si nnamora come una triste puttana
Di cause giuste,di uomini belli e di parole giocose
Perché,adulta,ho osato vivere l'infanzia proibita
E ho fatto l'amore sulle scrivanie nelle ore d'ufficio,
Ho rotto vincoli inviolabili e ho osato godere
Non incolpo nessuno.
Anzi li ringrazio dei doni.
Non mi pento di niente,come disse Edith Piaf.
Ma nei pozzi scuri in cui sprofondo al mattino,
 
Appena apro gli occhi,
Sento le lacrime che premono,
Nonostante la felicità che ho finalmente conquistato,
Rompendo cappe e strati di roccia terziaria e quaternaria,
Vedo le altre donne che sono in me,sedute nel vestibolo
Che mi guardano con occhi dolenti e mi sento in colpa per la mia felicità.
Assurde brave bambine mi circondano e danzano musiche infantili...
Contro di me;
Contro questa donna fatta,piena,
La donna dal seno sodo e i fianchi larghi,
che,per mia madre e contro di lei,mi piace essere.

 
Gioconda Belli

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