Andrea Pirodda - lettera a Grazia Deledda
1891
Io penso a te, o mia cara lontana, e ti vedo con la fantasia a me dinanzi, silente e bella, nelle fresche trasparenze dell'alba; vedo i tuoi occhi neri fissi ne' miei, i tuoi profondi occhi dove splende sereno il mistero del nostro amore ideale.[...]
Non t'illudere, o pensosa compagna dell'anima mia, non credere che io t'ami per i tuoi capelli corvini, sfumanti come un sogno sulla tua fronte eburnea, per la tua carnagione diafana e bianca come petalo di giglio aperto nella notte, per le tue labbra che hanno l'ardore della cocciniglia, o per gli occhi tuoi orientali, nella cui iride immensamente profonda balenano i tuoi sogni arcani, il fascino della tua idea, tutto il mistero della tua esistenza.
No, io t'amo solo per quest'idea, per questi sogni, per questo mistero, io t'amo per lo spirito tuo che ha la stessa fede, la stessa speranza, gli stessi ideali del mio [...]
Andrea Pirodda
lettera a Grazia Deledda
Per dimenticare Stanis, la Deledda adotta un metodo vecchio come il mondo, il classico chiodo scaccia chiodo. Volle innamorarsi, così scrive, “volle” innamorarsi di Andrea Pirodda, un maestro gallurese con velleità letterarie. Anche di questa relazione ,tra il 1892 e il 1893, sappiamo attraverso le lettere di Grazia ad Andrea. Gli scrive di amarlo con un tono così enfatico che sembrerebbe più per auto convincersene…
I pregiudizi contro una ragazza che scrive
...sarà lei a interrompere la relazione. «è troppo povero, troppo umile, per diventare mio marito», scrive in una delle 170 lettere dirette al potente amico Angelo De Gubernatis. Ma soprattutto, con Pirodda non sarebbe potuta fuggire via da Nuoro e dalla Sardegna. Lei infatti aveva «un irresistibile miraggio del mondo e soprattutto di Roma», dove i suoi sogni di gloria avrebbero trovato terreno fertile.
L'eros tenuto segreto di Grazia Deledda
I pregiudizi contro una ragazza che scrive
...sarà lei a interrompere la relazione. «è troppo povero, troppo umile, per diventare mio marito», scrive in una delle 170 lettere dirette al potente amico Angelo De Gubernatis. Ma soprattutto, con Pirodda non sarebbe potuta fuggire via da Nuoro e dalla Sardegna. Lei infatti aveva «un irresistibile miraggio del mondo e soprattutto di Roma», dove i suoi sogni di gloria avrebbero trovato terreno fertile.
L'eros tenuto segreto di Grazia Deledda
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