sabato 21 settembre 2019

il tradimento del noi





Il fatto è che l'amicizia non è solo una relazione fra un io e un tu, ma richiama anche - come dicevamo - un terzo soggetto. Quest'ultimo può anche essere, semplicemente, la verità: la verità di quell'io, di quel tu e del loro sublime incontro; ma in ogni caso esiste, e ne è per così dire il suggello.

Tradire l'amicizia, significa tradire quel terzo che era presente, fin dall'inizio; vuol dire anche, di conseguenza, tradire la parte più vera di se stessi. Tradendo l'amico, si perde il proprio onore, la propria pace, la propria anima; significa venire condannati dal giudice più severo che esista: la propria coscienza. La quale può anche cercare d'ingannare se stessa, mettendo a tacere scrupoli e rimorsi. Niente da fare: la cattiva azione grida vendetta dal profondo dell'io, e niente e nessuno potranno mai sradicare quell'urlo di dolore.

Nell'amicizia, ciascuno mette in gioco quanto di più prezioso possiede. La posta è alta. Chi tradisce l'amicizia, distruggere anche la stima di se stesso.

Ecco perché Nietzsche osserva che si può sempre perdonare il tradimento che l'amico ha fatto a nostro danno, ma è impossibile perdonargli il tradimento che ha fatto di se stesso.

Francesco Lamendola

link esternol'amicizia



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