

Raramente è possibile trovare una certa consapevolezza nelle personalità ambigue che, nel momento in cui sono confrontate con i conflitti che creano, reagiscono con modalità molto confuse, "immediate", artificiali, a volte emotivamente discontrollate, ma senza mai poter prendere un vero e proprio insight, una vera e propria consapevolezza su se stesse. E’ l’osservatore invece ad avere intense reazioni di fronte ai loro improvvisi e inattesi cambiamenti comportamentali che generano talora iniziale incredulità, uno stupore perplesso, "lasciano di stucco" e, successivamente, impongono la necessità di rivedere criticamente l’evoluzione di questo rapporto per ristrutturare la loro immagine (internalizzata dai partners) di fronte all’incredibile mutamento della relazione il rapporto.
Spesso questi improvvisi viraggi inducono il partner a ricercare, indagare, scoprire e svelare nei soggetti ambigui rapporti simili in altri contesti, "altre identità", la presenza contemporanea di modi di pensare, percepire e sentire antitetici o comunque non compatibili con quelli mostrati nella relazione originaria. Il vissuto di assenza di coerenza, di tradimento, di falsità, di inautenticità successivo allo svelamento dell’ambiguo, viene poi rafforzato dalla mancanza di conflittualità interne a queste personalità che, anche se confrontate con la loro incoerenza, tendono a minimizzarla, come se non fosse successo niente. L’ambiguo non riconosce alcuna contraddizione nell’assumere posizioni antitetiche
Il loro stile predilige, l'omissione, la mezza verità, il depistaggio e l'insabbiamento. Se costretti allo smascheramento si allontanano bruscamente. Trincerandosi dietro un fastidio sdegnato di fronte ad ogni richiesta di chiarimenti, danno l’impressione di una pura esigenza di riservatezza. Sentono di essere sempre giustificati nelle proprie azioni delle quali vedono soltanto il lato positivo.
Lo svelamento di questa strategia mimetica è intollerabile per l’ambiguo che si vede costretto o alla fuga o alla soppressione del testimone dei suoi deficit, cioè alla distruzione della relazione.
Riccardo Dalla Luche e Simone Bertacca,

Nessun commento:
Posta un commento
commenta questo post