Desiderio
Fabricio Turoldo - Enciclopedia de bioetica
Il termine desiderio deriva dalla composizione della particella privativa "de" con il termine latino sidus, sideris (plurale sidera), che significa stella. Dunque "desidera", da cui "desiderio", significherebbe, letteralmente, "condizione in cui sono assenti le stelle". Sembra infatti che il termine abbia avuto origine dal linguaggio degli antichi aruspici che, trovando il cielo coperto dalle nuvole, non erano in grado di compiere le loro funzioni divinatorie, non potendo vedere le stelle, dalla cui osservazione traevano le loro profezie. In questi particolari momenti di assenza del cielo stellato, si accendeva dunque negli aruspici un desiderio profondo delle stelle, che proseguiva sino al loro nuovo apparire. Questa ipotesi etimologica potrebbe essere ulteriormente rafforzata dalla riflessione sul termine "considerare", costruito in modo simile a desiderare. Considerare deriva infatti da cum + sidera e, originariamente, significava "divinare", cioè profetizzare, interpretando le stelle. Il termine "desiderantes" (da "de sideribus") è presente anche nel De Bello Gallico di Giulio Cesare, dove viene utilizzato per indicare i soldati che stanno sotto le stelle ad aspettare quelli che, dopo aver combattuto durante il giorno, non sono ancora tornati.
Fabricio Turoldo - Enciclopedia de bioetica
Il desiderio è mancanza, è vuoto, da pensare non come uno stato stabile contrario al pieno, ma come uno stato insaturabile che si svuota man mano che cerchiamo di riempirlola relazione con un'altra coscienza deve essere una relazione di vero riconoscimento, per poter veramente saturare il desiderio infinito. Se, al contrario, l'altro viene strumentalizzato, ridotto a mezzo, subordinato a sé, egli viene in questo modo ridotto ad un finito, ad una cosa e, di nuovo, non è più grado di saturare il desiderio infinito.
Umberto Galimberti
Fabricio Turoldo - Enciclopedia de bioetica
Il termine desiderio deriva dalla composizione della particella privativa "de" con il termine latino sidus, sideris (plurale sidera), che significa stella. Dunque "desidera", da cui "desiderio", significherebbe, letteralmente, "condizione in cui sono assenti le stelle". Sembra infatti che il termine abbia avuto origine dal linguaggio degli antichi aruspici che, trovando il cielo coperto dalle nuvole, non erano in grado di compiere le loro funzioni divinatorie, non potendo vedere le stelle, dalla cui osservazione traevano le loro profezie. In questi particolari momenti di assenza del cielo stellato, si accendeva dunque negli aruspici un desiderio profondo delle stelle, che proseguiva sino al loro nuovo apparire. Questa ipotesi etimologica potrebbe essere ulteriormente rafforzata dalla riflessione sul termine "considerare", costruito in modo simile a desiderare. Considerare deriva infatti da cum + sidera e, originariamente, significava "divinare", cioè profetizzare, interpretando le stelle. Il termine "desiderantes" (da "de sideribus") è presente anche nel De Bello Gallico di Giulio Cesare, dove viene utilizzato per indicare i soldati che stanno sotto le stelle ad aspettare quelli che, dopo aver combattuto durante il giorno, non sono ancora tornati.
Fabricio Turoldo - Enciclopedia de bioetica