mercoledì 4 gennaio 2017

Io non voglio altra luce che il tuo corpo sul mio

Miguel Hernandez

Non voglio altra luce che la tua ombra dorata,
da cui scaturiscono anelli d’un’erba oscura.
Nel mio sangue, fedelmente dal tuo corpo acceso,
per sempre c’è la notte: per sempre c’è il giorno.


Io non voglio altra luce che il tuo corpo sul mio
Non voglio altra luce che il tuo corpo avanti al mio:
assoluto chiarore, trasparenza completa.
Limpidezza il cui ventre, come il fondo del fiume,
con il tempo s’afferma, con il sangue s’affonda.

Che materie durevoli e lucenti t’hanno fatto,
cuore dell’aurora, carnagione mattutina?
Non voglio altro giorno di quello che esala il tuo seno.
Il tuo sangue è il domani che non ha mai termine.

Non c’è altra luce o sole che il tuo corpo: tutto è tramonto.
Non vedo le cose ad altra luce che alla tua fronte.
L’altra luce è un fantasma, nulla piú, del tuo passo.
Il tuo insondabile sguardo mai volge a ponente.

Chiarezza senza via di declino: essenza somma
del fulgore che non cede né lascia la cima.
Gioventú. Limpidezza. Chiarore. Trasparenza
che avvicina gli astri piú lontani nella luce.

Chiaro corpo, bruno di calore fecondante.
Erba nera l’origine; erba nere le tempie.
Nera sorsata gli occhi, lo sguardo distaccato.
Giorno azzurro. Notte chiara. Ombra chiara che vieni.

Non voglio altra luce che la tua ombra dorata,
da cui scaturiscono anelli d’un’erba oscura.
Nel mio sangue, fedelmente dal tuo corpo acceso,
per sempre c’è la notte: per sempre c’è il giorno.
Miguel Hernandez


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