martedì 31 gennaio 2017

No è no

Hugo Finkelstein

E solo chi sa dire No
imparerà un giorno a dire Sì.

No è No
No è No
e c’è un solo modo di dirlo.
No.
Senza stupori, ne indugi,
né punti sospensivi.
No, si dice in un solo modo.
È corto, veloce, monocorde,
sobrio, conciso.
No.
Si dice una sola volta, No.
Con la medesima intonazione, No.
Un No che ha bisogno di una lunga camminata o di una riflessione nel giardino, non è un No.
No, ha la brevità di un secondo.
E’ un No per l’altro, perché lo è già stato per noi stessi.
No è No, qui, e molto lontano da qui.
Dire No, è l’ultimo atto di dignità.
Il No è la fine di un libro,
senza più capitoli né seconde parti.
Il No non si dice via lettera,
non si dice con i silenzi, a bassa voce,
o urlando, o con la testa china,
o guardando da un’altra parte,
o con dei simboli ribaltati;
nemmeno con pena,
e men che meno con soddisfazione.
No è no, perché No.
Quando il No è No,
si guarda negli occhi
e il No si stacca naturalmente dalle labbra.
La voce del No non è né tremula
né vacillante, né aggressiva,
non si lascia dietro dei dubbi.
Quel No non è una negazione del passato, è una correzione del futuro.
E solo chi sa dire No
imparerà un giorno a dire Sì.
Hugo Finkelstein

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