Giovanni de Mussis

resoconto di un banchetto di nozze a Piacenza, nel 1388

Infine, dopo aver lavato le mani, prima che si levino le tavole si dà da bere e un confetto di zucchero, e poi ancora da bere. Al posto delle torte e delle giuncate, alcuni danno all’inizio del pranzo delle torte fatte con uova, formaggio e latte, con sopra una buona quantità di zucchero.
Per cena si danno, all’inverno, gelatine di carni selvatiche, di cappone, di gallina o vitello, o gelatine di pesci; poi arrosto di cappone e di vitello; poi frutta. Lavate le mani, prima che si tolgano le mense danno da bere e confetti di zucchero, e poi ancora da bere.
D’estate invece si dà, sempre per cena, gelatina di gallina e cappone, di vitello, capretto, maiale; o gelatina di pesci. Poi arrosto di pollo, capretto, vitello; o di papero, di anatra, o di altre carni, secondo la disponibilità del momento. [...]
Il secondo giorno dopo le nozze si danno lasagne di pasta col formaggio e lo zafferano, lo zibibbo e le spezie. Poi arrosto di vitello e frutta. Per cena, ciascuno se ne torna a casa sua: la festa è finita.
citazione contenuta in "La vita segreta nel medioevo " di Elena Percivaldi

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