Konstantinos Kavafis
Sarà stata l’una di notte o l’una e mezzo. In un angolo della bettola, dietro il separé di legno. A parte noi, completamente vuoto il locale. Una lampada a petrolio lo rischiarava appena. Il cameriere, a lungo insonne, ora dormiva sulla porta. Non ci avrebbe visti nessuno. Ma eravamo tanto eccitati già da abbandonare ogni cautela. Si schiusero i vestiti – che non erano molti, essendo un luglio splendido e cocente. Godimento carnale tra gli abiti dischiusi; rapido denudarsi della carne – la cui visione ventisei anni ha traversato, e viene a rimanere in questi versi.
Poesie erotiche (Crocetti, 2011),
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