Efraim Medina Reyes
Monica sapeva succhiarlo meglio di chiunque altra e ingoiava sempre.
Una certa ragazza non era male ma si portava dietro certe vestigia della sua breve militanza femminista. Prenderlo in bocca, per lei, era segno di sottomissione. A pensare che lo faceva solo per compiacermi mi passava la voglia e avevo deciso di eliminare questa parte dal nostro repertorio sessuale. Per compensarmi se lo lasciava mettere dietro tre volte al mese. Le faceva molto male e a me sembrava un segno di sottomissione anche peggiore. Lei sosteneva che volere entrare dalla porta posteriore era un autentico impulso selvaggio e quindi accettabile.
Monica non aveva teorie né limiti, accettava tutto ma restituiva colpo su colpo. Se glielo mettevo dietro lei prendeva una banana (ancora verde) e mi infilzava senza tanti complimenti. Se me lo succhiava dovevo succhiargliela, se facevo il "salto dell’angelo” lei pretendeva la “chiave del diavolo” e via dicendo.
Quando Monica lo succhiava sembrava non avesse denti, mi piaceva più la sua bocca della sua fica. Quella sera, mentre si stava dedicando alle mie parti basse, udimmo il boato. L’intero edificio tremò e alcune persiane saltarono ma lei non smise di succhiare.
C'era una volta l'amore ma ho dovuto ammazzarlo
Efraim Medina Reyes
Efraim Medina Reyes
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