Francesco Dalessandro
per tutto il pomeriggio. Poi la sera
l'incuria, gli alti e bassi dell'angoscia.
Domenica d'acqua
Infuria sui ramagli dell'abete, sui rami degli allori, sulle foglie della magnolia; batte i rampicanti, l'acquivento notturno. Sul Pineto fulmina. La domenica inclemente d'acqua e noia è finita senza gloria. Io nelle trame d'un film giallo ho spento sordi abbagli di lussuria per tutto il pomeriggio. Poi la sera l'incuria, gli alti e bassi dell'angoscia.Francesco Dalessandro
LA SALVEZZA
di Alberto Toni
Nell’ultima raccolta di Francesco Dalessandro, La salvezza, i versi compongono un quadro naturale:
«Di poesia in poesia la vita ferve: nell’umile slancio verticale di arbusti e fiori, in zampettii d’insetti e voli d’uccelli e umani abbracci».
Tengono il passo dei classici queste composizioni, nel solco della tradizione lirica novecentesca: versi brevi, assonanze, e quel clima che rimanda a certi passaggi pascoliani, rivisitati e riletti alla luce dell’esperienza personale:
«Un solo e vivo / volo tarda alla gronda: / la rondine che sbanda per amore, / garrula e smemorata».
Amore e natura, il Novecento, ma anche un rimando alla poesia latina, le tracce dell’elegia, della viva e indelebile presenza del mondo circostante, osservato, amato e raccontato attraverso suoni, movimenti e colori:
«Ti giri. Cerchi il sonno / e la dimenticanza. / Trovi un ricordo che è / pena. Respiri appena».
Il vivere faticoso è minacciato dalla morte, «evocata e in chiusura richiamata». La salvezza, dunque, appare soltanto un’illusione:
«Non c’è salvezza qui».
«Avanti!», 1 febbraio 2007
di Alberto Toni
Nell’ultima raccolta di Francesco Dalessandro, La salvezza, i versi compongono un quadro naturale:
«Di poesia in poesia la vita ferve: nell’umile slancio verticale di arbusti e fiori, in zampettii d’insetti e voli d’uccelli e umani abbracci».
Tengono il passo dei classici queste composizioni, nel solco della tradizione lirica novecentesca: versi brevi, assonanze, e quel clima che rimanda a certi passaggi pascoliani, rivisitati e riletti alla luce dell’esperienza personale:
«Un solo e vivo / volo tarda alla gronda: / la rondine che sbanda per amore, / garrula e smemorata».
Amore e natura, il Novecento, ma anche un rimando alla poesia latina, le tracce dell’elegia, della viva e indelebile presenza del mondo circostante, osservato, amato e raccontato attraverso suoni, movimenti e colori:
«Ti giri. Cerchi il sonno / e la dimenticanza. / Trovi un ricordo che è / pena. Respiri appena».
Il vivere faticoso è minacciato dalla morte, «evocata e in chiusura richiamata». La salvezza, dunque, appare soltanto un’illusione:
«Non c’è salvezza qui».
«Avanti!», 1 febbraio 2007
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