domenica 26 novembre 2017

Scopami, Tony!


La camera azzurra

George Simenon






«Ti piacciono le bionde?».
Gisèle era bionda, con una pelle sottile, diafana, che si colorava di rosa alla minima emozione.
«Non so. Non ci ho mai riflettuto».
«Mi chiedevo se le brune non ti facessero un po’ paura».
«Perché?».
«Perché un tempo hai baciato più o meno tutte le ragazze di Saint-Justin, tranne me».
«È probabile che non ci abbia pensato».
Scherzava, e intanto si ripuliva le mani col fazzoletto.
«Vuoi provare almeno una volta a baciarmi?».
Lui l’aveva guardata con stupore, ed era stato lì lì per chiederle di nuovo:
«Perché?».
Nel buio la vedeva a malapena.
«Vuoi?» aveva ripetuto Andrée, con voce quasi irriconoscibile.
Tony ricordava il bagliore rosso delle luci di posizione, l’odore dei castagni, poi l’odore e il sapore della bocca di lei. Con le labbra incollate alle sue, Andrée gli aveva preso una mano per accostarsela al seno, e lui si era stupito di trovarlo così tondo e sodo, così vivo.
E dire che gli era sembrata una statua!
Si stava avvicinando un camion. Per sottrarsi alla luce dei fari erano indietreggiati – senza staccarsi l’uno dall’altro – verso la banchina, dove crescevano i primi alberi del bosco. E subito Andrée si era messa a tremare come non gli era mai capitato di vedere in una donna. Addossandosi a lui con tutto il peso del corpo, gli ripeteva:
«Vuoi?».
Si erano ritrovati a terra, fra l’erba alta e le ortiche.
Tony non disse nulla di tutto ciò né ai poliziotti né al giudice. Solo il professor Bigot, lo psichiatra, gli strappò a poco a poco la verità. Era stata lei ad alzarsi la gonna fino al ventre, a sbottonarsi la camicetta per liberare i seni e a ordinargli con voce rauca, quasi rantolante:
«Scopami, Tony!».
 
Geroge Simenon -



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