Jorge Luis Borges
ma essere forte non ti basterà
per imparare l'arte dell'oblio.
Non ha più incanto il mondo. Ti han lasciato.
Non ha più incanto il mondo. Ti han lasciato.
Non condividerai la chiara luna
né i lenti parchi. Non c'è luna ormai
che non sia specchio del passato, sole
d’agonie, cristallo di solitudine.
Addio alle mutue mani e alle tempie
che l’amore accostava. Oggi hai soltanto
la fedele memoria e i vuoti giorni.
Solo si perde (ripeti vanamente)
quel che non si ha e non si è mai avuto,
ma essere forte non ti basterà
per imparare l'arte dell'oblio.
Un simbolo, una rosa può ferirti,
e può ucciderti un accordo di chitarra.
Ya no es mágico el mundo. Te han dejado.
Ya no compartirás la clara luna
ni los lentos jardines. Ya no hay una
luna que no sea espejo del pasado,
cristal de soledad, sol de agonías.
Adiós las mutuas manos y las sienes
que acercaba el amor. Hoy sólo tienes
la fiel memoria y los desiertos días.
Nadie pierde (repites vanamente)
sino lo que no tiene y no ha tenido
nunca, pero no basta ser valiente
para aprender el arte del olvido.
Un símbolo, una rosa, te desgarra
y te puede matar una guitarra.
Jorge Luis Borges
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[...]
Mi ha assalito una specie di pena, non posso dire una pena d’amore, no, piuttosto una pena d’abbandono.
C’è una poesia di Borges che comincia così: «Ya no es mágico el mundo. Te han dejado». «Non ha più incanto il mondo. Ti han lasciato». Dice lasciato, una parola di tutti i giorni, che non fa alcun rumore. Tutti possono lasciarvi, anche Jean-Gabriel Vigarello con la sua pettinatura da Beatles cinquant’anni dopo.
Jasmina Reza - - - Felici i felici