martedì 3 marzo 2015

e la stretta di un corpo sarebbe la vita




Fa freddo all'alba
e la stretta di un corpo sarebbe la vita

La cena triste

Proprio sotto la pergola, mangiata la cena.
C'è lì sotto dell'acqua che scorre sommessa.
Stiamo zitti ascoltando e guardando il rumore
che fa l'acqua a passare nel solco di luna.
Quest'indugio è il più dolce.

La compagna, che indugia
pare ancora che morda nel grappolo d'uva
tanto ha viva la bocca ;
e il sapore perdura, come il giallo lunare, nell'aria.
Le occhiate nell'ombra, hanno il dolce dell'uva,
ma le solide spalle e le guance abbrunite
rinserrano tutta l'estate



Sono rimasti uva e pane sul tavolo bianco
Le due sedie si guardano in faccia deserte.
Chissà il solco di luna che cosa schiarisce
col suo lume dolce, nei boschi remoti.
Qualche volta alla riva dell'acqua un sentore,
come d'uva, di donna ristagna sull'erba
e la luna fluisce in silenzio.
Compare qualcuno
ma traversa le piante incorporeo
e si lagna con quel gemito rauco
di chi non ha voce
e si stende sull' erba e non trova la terra :
solamente gli treman le nari.
Fa freddo all'alba
e la stretta di un corpo sarebbe la vita
Più diffusa del giallo lunare
che ha orrore di filtrare nei boschi,
è quest'ansia inesausta.

[ Cesare Pavese]

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