domenica 21 giugno 2015

il sesso e l'eros



Nell'accingersi a un'esperienza sessuale si noterà, nel proprio sentire, la compresenza di due vettori di impulsi, uno determinato certamente dalla libido strutturatasi durante l'adolescenza, e l'altro rispondente a quello che noi abbiamo chiamato eros infantile,
 
Il primo di questi due vettori è razionalmente orientato verso la cosiddetta "scarica". E' impaziente, detesta gli intralci che incontrerà durante i preliminari: impacci o ritrosie dell'"oggetto sessuale", o anche semplicemente bottoni, gancetti, cerniere, collante... Il tempo necessario a superare tali intralci è, per questo primo vettore, un motivo di autentica sofferenza: ma tale sofferenza contribuisce ad eccitarlo: poiché il "sesso" è tensione, e tutto ciò che aumenta la tensione fa "sesso". Quando finalmente si apre l'accesso alle aree più eccitabili del corpo...il primo vettore deve soltanto assicurarsi che il grado di erezione e l'inumidirsi delle mucose siano sufficienti: dopodichè spinge il corpo a intraprendere i movimenti ritmici che porteranno alla conclusione dell'atto.
 
Ma in tutto ciò è all'opera anche un secondo vettore, quello erotico, che viene percepito dalla libido come un intralcio tra gli altri: solo più fastidioso, perché è tutto interiore. E' un miracolo perchè, dal canto suo, questo secondo vettore non vede intralci là dove ne vede invece il primo: se glielo si concedesse, sarebbe bensì affascinato da quei bottoni, gancetti cerniere, o perfino dai collant. Gli indumenti altrui gli apparirebbero come un territorio di scoperta, sia di per se stessi, sia in quanto sono stati scelti, comprati, custoditi e indossati dalla persona che ha suscitato l'eros: narrano di lei, sono impregnati del suo odore, dei suoi profumi, delle sue energie psichiche, della sua bellezza. E poichè della bellezza in ogni sua forma l'eros ha assoluto bisogno per far spiccare il volo alla psiche, quel secondo vettore esigerebbe che a ciascuno di quei dettagli fosse dedicata grande attenzione - il che non può non risultare irritante per il primo vettore.
 
Se quest'ultimo non si sforzasse di metterlo a tacere, l'eros compirebbe naturalmente scoperte ancor più interessanti. quando gli indumenti fossero stati tolti: le cosiddette "zone erogene" non gli interesserebbero più di qualsiasi altra parte del corpo, che gli apparirebbe bensì immenso e denso di significati misteriosi in ogni suo tratto.
 
Per il secondo vettore [l'eros] il gomito, la clavicola, l'articolazione dell'anca, una nocca del piede, l'incavo del ginocchio sarebbero meraviglie tanto quanto la clitoride o il glande.
 
Nello studio del sapore della saliva, o dei movimenti delle palpebre, si intratterrebbe a lungo, come perdendovisi senza alcuna tensione, solamente con gioia: prospettiva, questa, che la libido in quei momento non potrebbe non trovare assurda. La libido, se fin lì non l'ha ancora fatto, prenderebbe bruscamente il sopravvento. soffocando del tutto il secondo vettore - come tante volte, anni prima, i genitori avevano soffocato l'eros del bambino.
 
Durante l'atto sessuale propriamente detto, il secondo vettore, quale che sia stato lo spazio che la libido può avergli concesso prima, se ne rimane perplesso, da parte. Alla fine, raggiunta la «scarica», quando la libido si acquieta e sparisce per un po’, il vettore erotico rimane in qualche cantuccio dell'animo: frustrato, inutile, muto - a emanare quella che viene percepita come una sottile malinconia.
 
Così avviene già nelle prime masturbazioni adolescenziali, in cui il corpo dell'altra persona e immaginato. e in seguito per tutto il periodo in cui l'individuo è in grado di avvertire e «scaricare», con altri o da solo, i propri impulsi sessuali.
 
Ed è un vero peccato. giacché, a differenza della «libido», la dotazione energetica dell'eros è, come abbiamo visto, enorme e profonda, forse inesauribile. Se, fin dall'inizio dell'atto, fosse il vettore erotico a prendere il sopravvento, invece di quello libidico, quell'energia non solo migliorerebbe la qualità di ciascun momento dell'atto stesso, ma, a forza di venir constatata. cambierebbe l'immagine che un individuo ha di se, non solo in quanto amante, ma in ogni aspetto della sua vita quotidiana. Non si possono passare notti memorabili con una persona desiderata, e poi condurre di giorno un'esistenza che, spesso, si preferirebbe dimenticare.

Igor Sibaldi Eros e amore
Dio mio, dio mio come hai potuto!
Juan Pedroso


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