domenica 21 giugno 2015

rabbia d'amore

Rabbia d'amore

È una complicazione della gelosia intesa in senso lato, ed è più frequente di quelchesi creda. Consiste nella profonda irritazione che proviene dalla sensazione di non piacere abbastanza alla persona amata, o di non capirla abbastanza.
 
Nella mente cosciente, si annuncia con domande del tipo:
«Perché non mi chiama? Perché arriva cosi in ritardo? Perché non mi ascolta con attenzione?» eccetera.
E doloroso. ma lo si ritiene un normale risvolto delle soilecitudini verso la persona amata: quanto più si è premurosi con lei, tanto più si potrà soffrire dei fatto che lei non lo sia altrettanto. godendo nel frattempo della propria superiorità in fatto di genlilezza.
Ma ciò che insospettisoe. in questi «perché?» è che non avviino la ricerca di risposte sensate: sono segnali di un non volere sapere, di un non voler pensare. E' questo loro carattere negativo ci fa propendere per l'idea che siano forme interrogative di un senso di impotenza - le cui origini risalgono a periodi molto precedenti all'inizio della relazione con quella tal persona che non telefona tanto quanto si vorrebbe. o che ha il difetto di arrivare in ritardo.
[...]
il senno di impotenza, la cui esasperazione è la rabbia, è tutt'uno con il non saper chiedere, o con il chiedere male: e come non supporre che qualche remoto trauma primario abbia impresso nella personalità di questi ambbiati lo schema di una richiesta di affetto frustrata? È l'impulso a replicare quello schema, a spingerli a esagerare le esigenze che pongono alla persona amata, in modo da vederle disattese, o addirittura a innamorarsi proprio di persone in cui hanno scorto o intuito una qualche tendenza a produrre fristrazioni.
 
L'amore diviene, per costoro, una tormentosa e metodica ricerca di infelicità; e in realtà le cortesie, le premure, la puntualità che l'etica amorosa richiede, sono, per loro, lame affilate con cui, segretamente, non vedono l'ora di tagliarsi, "chiedendo male" apposta.

Igor Sibaldi

Non rabbia, una grande infelicità, il ricordo dell'abbandono e di solitudine dell'infanzia, mai superato. quella voce che dentro continua a dirti, vedi? non sarai mai amato.
Non rabbia, ma disincanto, l'ineluttabile senso di sconfitta. Questa consapevolezza, questa volta mi ha spinto forse, a resistere alla tentazione di dare ascolto al bambino e al suo dolore. Ma forse ho trovato un angelo e questo spiega tutto.
Marcello C.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

home