Tra i disturbi del comportamento che non vengono considerati tali solo perché la " strutturazione normale della sessualità" li ha giustificati, vi sono certamente alcuni apparati di seduzione, ai quali si ricorre all'unico scopo di assicurarsi il diritto alla "scarica" [soddisfare la libido, conquistare, possedere e fare sesso]
La funzione del "trucco" - come d'altronde dichiara la parola stessa - è quella di mascherare, nascondere ciò che veramente si è. Il ritenerlo un comportamento normale lo fa diventare particolarmente pericoloso per la psiche: normale e razionale viene a essere, infatti, anche ciò che motiva quel desiderio di nascondere, cioè un senso di inadeguatezza, un rifiuto della propria identità, dell'unicità della propriastoria, che possono venire espresse dal volto non modificato della cosmesi.
Analoga, solo lievemente più complessa, è la dinamica delle esagerazioni a cui le personalità maschili ricorrono spesso durante il corteggiamento. Si tratta anche qui di cosmesi della verità, il cui prodotto è un inganno che, a tratti, può diventare anche autoinganno:ascoltando le proprie vanterie, compiacendosi di atteggiamenti forzatamente virili, o di affettazioni di cortesia, o magari facendosi credere un grande incompreso (onde suscitare intenerimento), la personalità maschile può abbandonarsi all'illusione di essere davvero ciò che vuol sembrare - e in tal caso attua una specie di corteggiamento, volendo sedurre sia chi le presta attenzione, sia, narcisisticamente, se stessa. A prima vista questo comportamento non corrisponderebbe affatto a ciò che la civiltà richiede ai suoi sudditi maschi, e si direbbe piuttosto espressione di esigenze della specie: le vanterie di una personalità maschile sono infatti abbozzi, per quanto elementari, di un progetto di evoluzione personale maggiore di quella che il suo ruolo nella società le ha consentito. Ma la civiltà la tollera volentieri, la incoraggia anzi, proponendo diversi modelli di maschi seduttivi, ai quali le personalità maschili possono ispirarsi, perché in realtà le loro vanterie lavorano a vantaggio della civiltà stessa. Per essere persuasive, devono venir recitate bene: a tal fine occorre che chi le recita smetta - di nuovo - di far caso a ciò che veramente è. E quanto più impara a non far caso a ciò che veramente è (e dunque a ciò che veramente pensa, e vuole della propria vita), tanto più diventa malleabile, permeabile ai condizionamenti che la civiltà esercita su di lui.
Che il "trucco" femminile e le esagerazioni maschili siano disturbi del comportamento, lo si vede dall'infelicità che determinano. Tale infelicità consiste nella certezza che, se io attraggo qualcuno con una mia maschera, invece che con il mio volto e con ciò che sono davvero, quel qualcuno desidererà non me, ma la mia maschera, oppure dovrò ricorrere a laboriosi procedimenti, per tener legato a me quel qualcuno che avrò conquistato mentendo. Cercherò di manipolare la sua volontà. Potrò per esempio supplicare, oppure dominarlo, indagando i suoi punti deboli, o inventare maschere nuove...Ma con il passare del tempo dovrò sforzarmi sempre più di non accorgermi che tutti quei procedimenti mi allontanano sempre più da ciò che veramente sono.
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Dunque il trucco è un impoverimento di sé, che tuttavia viene scambiato per un perfezionamento e per un potenziamento desiderabile: ciò aumenta ulteriormente la sua dannosità, poiché ai danni derivanti dal senso di inadeguatezza e dalla falsificazione di sè viene ad aggiungersi un'insensibilità alle contraddizioni.
Igor Sibaldi - Eros e amore