mercoledì 6 luglio 2016

non sappiamo più come è stato per davvero


Javier Marias
Sembra un dato di fatto che l’uomo – e forse la donna ancora di più – abbia bisogno di una certa dose di finzione, vale a dire abbia bisogno dell’immaginario oltre che dell’accaduto e del reale. Non mi spingerei fino al punto di usare espressioni che trovo risapute o kitsch, come affermare che l’essere umano ha bisogno di «sognare» o di «evadere» (un verbo, quest’ultimo, molto mal visto negli anni settanta, sia detto en passant).
[...]
tutti viviamo, in maniera parziale ma permanente, subendo l’inganno oppure praticandolo, raccontando soltanto una parte, nascondendo un’altra parte e mai le stesse parti alle diverse persone che ci circondano. E tuttavia, a quel che sembra, non siamo del tutto capaci di abituarci a ciò. E quando scopriamo che qualcosa non era come l’abbiamo vissuto – un amore o un’amicizia, una situazione politica o una aspettativa comune e addirittura nazionale – ci si presenta nella vita reale quel dilemma che può tormentarci così tanto e che in grande misura è il terreno della finzione: non sappiamo più com’è stato per davvero ciò che ci sembrava certo, non sappiamo più come abbiamo vissuto ciò che abbiamo vissuto, se è stato quello che abbiamo creduto fino a quando siamo stati ingannati o se dobbiamo gettare tutto quanto nel sacco senza fondo dell’immaginario e tentare di ricostruire i nostri passi alla luce della rivelazione presente e del disinganno.

Discorso di Caracas
     Javier Marias
le illusioni sono come le droghe:
sappiamo che fanno male, ma non riusciamo a farne a meno

Non ci piace, non ci conviene o semplicemente temiamo di vedere le cose come sono.
Gonzalo

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