domenica 3 luglio 2016

perchè uno scrive II

Antonio Tabucchi - perchè uno scrive II
Bene, tutto questo è letteratura, ma è anche molte altre cose. Secondo me è anche un fare la storia anche degli uomini. Se non ci fosse la letteratura, che storia avrebbero gli uomini, cosa sapremmo noi di noi stessi, eh? Sapremmo ben poco. Se gli storici hanno ricostruito attraverso i documenti certi avvenimenti, gli avvenimenti non bastano per sapere cosa li ha scatenati.
 
Non basta contare i morti dell’Iliade o virtuali documenti per capire la guerra di Troia. Per capire la guerra di Troia in Omero noi dobbiamo capire che c’è stato Paride, Elena e un fatto di gelosia. Se sappiamo quello, capiamo perché si è scatenata la guerra, altrimenti il resto è un documento sordo, che non dice niente, fa della contabilità di quelli che sono gli avvenimenti storici.
 
Ha un senso sapere quante sono state le vittime dei campi di Auschwitz o dei campi nazisti solo se noi sappiamo qual’è l’ideologia che li ha sterminati. Allora sì, capiamo, con raccapriccio, ma con grande chiarezza, che cosa è successo, altrimenti tutto il resto sarebbe sordo, noi avremmo un’enorme contabilità di fatti che sono successi nella storia di cui noi non capiremmo niente, chi ce li racconta è la letteratura. Questo ci racconta la letteratura, che ospita tutto tra l’altro, è un ventre enorme di memorie, della memoria umana.
 
La letteratura non ha mai guardato carte di credito, ha ospitato tutti, da Carlo Magno alla piccola Cosette dei Miserabili, tutti dentro, senza gerarchie. Quindi è proprio un grande ventre dove stiamo tutti; e poi anche per quanto riguarda le conoscenze di noi stessi, io credo che la letteratura sia una profonda conoscenza di noi stessi.
 
Prendiamo uno dei sentimenti che ho messo a funzionare, che ho cercato di osservare in un libro come “Si sta facendo sempre più tardi”: l’amore, che poi ha un perimetro piuttosto vasto, perché nell’amore ci sono le passioni, c’è la gelosia, c’è il rancore... ma dico, noi cosa sapremmo dell’amore, effettivamente, di questo complessissimo e svariatissimo sentimento, se esso dovesse essere limitato alla nostra personale esperienza? beh, saremmo molto più poveri di quello che invece non siamo, grazie al fatto che conosciamo l’amore attraverso la letteratura. Se fosse limitato alla nostra personale esperienza, beh, un grande amore nella vita è già un dono degli dèi, due grandi amori mi sembra proprio una fortuna eccezionale! Ecco, due grandi amori nella vita, e poi? ma se invece noi abbiamo tutta una serie di informazioni sull’amore perché abbiamo letto Madame Bovary, Anna Karenina, Eloisa e Abelardo… l’amore lo conosciamo attraverso queste informazioni a cui affianchiamo certamente la nostra esperienza personale, che resterebbe limitata se noi non avessimo a disposizione la letteratura.



Antonio Tabucchi
tabucchi alla Sagarana link esterno
 

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