domenica 10 giugno 2018

silenzio

Francesco Dalessandro

Niente è mai come prima, le parole
che tendono al silenzio arano solchi
e nessuno avrà fiato
o gesti per colmarli


Silenzio
a R. F.
 
1.
Niente è mai come prima, le parole
che tendono al silenzio arano solchi
e nessuno avrà fiato
o gesti per colmarli
rimane sempre un graffio
nella coscienza e un dolore
 
2.
il tempo ora tace non c’è musica
a sciogliere la pietra che lo accoglie
e il dolore che era minimo è cresciuto
a poco a poco facendosi abisso
diventando silenzio senza cuore:
hai solo un ramoscello per salvarti
 
3.
a quel piccolo ramo sul dirupo
che apre l’abisso ti tieni aggrappato
e il vuoto è nel silenzio
dell’immagine viva nella mente
che si nega all’amore
perduto in qualche giorno di tempesta
 
4.
come abisso è l’immagine se nega
il luogo e silenzio la lingua
che rinnega la parola
se abisso è solitudine
il silenzio è l’abisso senza nome
elevato a presagio del domani

Francesco Dalessandro

2 commenti:

  1. Bellissima, molto introspettiva, mi ispira a una riflessione e nello stesso tempo a delle domande. Ma il silenzio, è unico e solo, o ha diverse sfaccettature? Ha sempre lo stesso peso o cambia a seconda di chi lo esercita? Perché a volte succede di dare al silenzio valenze diverse, nel senso che, se lo esercitiamo noi prende forma di saggezza, equilibrio, giustezza, se invece sono gli altri a esercitarlo, magari perché si vuole riflettere per non sbagliare, o semplicemente perché non si è compreso bene il messaggio, allora diventa spietato. A me, il silenzio non piace, lo paragono a qualcosa di nebbioso, opaco, oscuro.....io amo il sole.

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  2. Eugenio Borgna be parla in un libro

    http://inervidellarpa.blogspot.com/2015/09/sarei-forse-piu-sola-senza-la-mia.html
    --
    http://inervidellarpa.blogspot.com/search/label/%40%20Parlarsi

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