sabato 14 maggio 2016

Le poesie di Vera Pavlova

Vera Pavlova - Poesie




Per la russa Vera Pavlova (1963), musicista prima ancora che poetessa, le melodie – raramente armoniche e più spesso dissonanti – della realtà si rivelano uno strumento efficace per comprendere l’individuo nella sua essenza più profonda. Il legame fra lo spirituale e il terreno è al centro della poesia della moscovita, come riassume Pavel Belickij (“Nezavisimaja gazeta”): «La carnalità, col suo gusto e il peso, la quintessenza della carnalità, musica degli umori come musica della vita, carnalità degli amplessi, la vita della carne, la morte della carne e la sua legittima trasfigurazione nella poesia: ecco l’universo poetico di Vera Pavlova». La carnalità, il corpo, il rapporto uomo-donna – questa è per la Pavlova la chiave di lettura (concreta e palpitante) della vita. Dopo Achmatova e Cvetaeva, la Pavlova si conferma dunque la nuova voce della poesia femminile russa. Fili d'aquilone link esterno
 
Vera Pavlova è nata a Mosca il 4 Maggio 1963. Di ascendenze ebraiche (come più volte ricorda nelle sue poesie), completa i suoi studi di musica all'Accademia di Musica Shnitke, per poi dedicarsi alla formazione come compositrice, sotto la guida di Aram Khachaturian. Ha lavorato come guida al Museo Shalyapin, pubblicando anche saggi di musicologia; per circa 10 anni ha cantato nella chiesa di Polecat.
 
Vera ha cominciato a scrivere versi a 20 anni, pubblicando la sua prima raccolta a 24 anni, mentre era in attesa della sua seconda figlia. La prima selezione di poesie è stata pubblicata sulla rivista "Gioventù" - "??????", e le prime note critiche sono apparse dopo la pubblicazione di 72 poesie sul giornale "Oggi" - "???????" (con l'epilogo scritto da Boris Kuzminskiy), che ha dato inizio al mito che Vera Pavlova potrebbe essere un'invenzione letteraria.



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