Frida Kahlo - lettera a Diego Rivera mai spedita - I parte
La mia notte è come un grande cuore che pulsa..
Sono le tre e trenta del mattino.
"La mia notte è senza luna. La mia notte ha grandi occhi che guardano fissi una luce grigia che filtra dalle finestre. La mia notte piange e il cuscino diventa umido e freddo. La mia notte è lunga e sembra tesa verso una fine incerta. La mia notte mi precipita nella tua assenza. Ti cerco, cerco il tuo corpo immenso vicino al mio, il tuo respiro, il tuo odore. La mia notte mi risponde: vuoto; la mia notte mi dà freddo e solitudine. Cerco un punto di contatto: la tua pelle.
Dove sei?
Dove sei?
Mi giro da tutte le parti, il cuscino umido, la mia guancia vi si appiccica, i capelli bagnati contro le tempie. Non è possibile che tu non sia qui. La mie mente vaga, i miei pensieri vanno, vengono e si affollano, il mio corpo non può comprendere. Il mio corpo ti vorrebbe. Il mio corpo, quest’area mutilata, vorrebbe per un attimo dimenticarsi nel tuo calore, il mio corpo reclama qualche ora di serenità.
La mia notte è un cuore ridotto a uno straccio. La mia notte sa che mi piacerebbe guardarti, seguire con le mani ogni curva del tuo corpo, riconoscere il tuo viso e accarezzarlo. La mia notte mi soffoca per la tua mancanza. La mia notte palpita d’amore, quello che cerco di arginare ma che palpita nella penombra, in ogni mia fibra. La mia notte vorrebbe chiamarti ma non ha voce. Eppure vorrebbe chiamarti e trovarti e stringersi a te per un attimo e dimenticare questo tempo che massacra. Il mio corpo non può comprendere. Ha bisogno di te quanto me, può darsi che in fondo, io e il mio corpo, formiamo un tutt’uno. Il mio corpo ha bisogno di te, spesso mi hai quasi guarita. La mia notte si scava fino a non sentire più la carne e il sentimento diventa più forte, più acuto, privo della sostanza materiale. La mia notte mi brucia d’amore” [.....]
Frida Kahlo - lettera mai spedita a Diego Rivera - 1939
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Mi giro da tutte le parti, il cuscino umido, la mia guancia vi si appiccica, i capelli bagnati contro le tempie. Non è possibile che tu non sia qui. La mie mente vaga, i miei pensieri vanno, vengono e si affollano, il mio corpo non può comprendere. Il mio corpo ti vorrebbe. Il mio corpo, quest’area mutilata, vorrebbe per un attimo dimenticarsi nel tuo calore, il mio corpo reclama qualche ora di serenità.
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Frida Kahlo - lettera mai spedita a Diego Rivera - 1939
La storia d'amore fra Frida Kahlo e Diego Rivera è sicuramente una delle più belle e tormentate che la storia ricordi. Entrambi pittori ed artisti tout court, si innamorano perdutamente. Frida accetta di sposarlo pur sapendo dei tradimenti ai quali sarebbe andata incontro. Uno di questi (quello di Rivera con la sorella di Frida) è talmente insopportabile da costringerla a chiedere il divorzio. Era il 1939.
Solo un anno ci volle perché i due tornassero di nuovo a condividere le loro esistenze: Diego tornò da lei perché non aveva mai smesso di amarla e si risposarono a San Francisco nel 1940. Nonostante questo ripensamento Frida rimase sempre pesantemente delusa dall'infedeltà del coniuge, forse anche a causa di questo o forse a causa della sua complessa personalità ebbe moltissimi amanti, uomini e donne, fra i quali il rivoluzionario russo Lev Trockij e il poeta André Breton e probabilmente Tina Modotti, militante comunista e fotografa nel Messico degli anni Venti.
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