Frida Kahlo - lettera a Diego Rivera mai spedita - III parte
La mia notte ti aspetta. Il mio corpo ti attende. La mia notte vorrebbe che tu riposassi nell’incavo della mia spalla e che io riposassi nell’incavo della tua. La mia notte vorrebbe essere spettatrice del mio e del tuo godimento, vederti e vedermi fremere di piacere. La mia notte vorrebbe vedere i nostri sguardi e avere i nostri sguardi pieni di desiderio. La mia notte vorrebbe tenere fra le mani ogni spasmo. La mia notte diventerebbe dolce. La mia notte si lamenta in silenzio della sua solitudine al ricordo di te. La mia notte è lunga, lunga, lunga. Perde la testa ma non può allontanare la tua immagine da me, non può dissipare il mio desiderio. Sta morendo perché non sei qui e mi uccide.
La mia notte ti cerca continuamente. Il mio corpo non riesce a concepire che qualche strada o una qualsiasi geografia ci separi. Il mio corpo diventa pazzo di dolore di non poter riconoscere nel cuore della notte la tua figura o la tua ombra. Il mio corpo vorrebbe abbracciarti nel sonno. Il mio corpo vorrebbe dormire in piena notte e in quelle tenebre essere risvegliato al tuo abbraccio. La mia notte urla e si strappa i veli, la mia notte si scontra con il proprio silenzio, ma il tuo corpo resta introvabile.
Mi manchi tanto, tanto.
Le tue parole.
Il tuo colore.
Fra poco si leverà il sole...
Frida Kahlo - lettere a Diego Rivera mai spedita - settembre 1939 - parte III
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Frida Kahlo - lettere a Diego Rivera mai spedita - settembre 1939 - parte III
«Gliela raccomando, non come marito, ma come un ammiratore entusiasta della sua opera, acida e tenera, dura come l’acciaio e delicata e fine come l’ala di una farfalla, adorabile come un bel sorriso e profonda e crudele come l’amarezza della vita».
Diego Rivera
Biglietto inviato a un critico d’arte, in occasione di una mostra d’arte
La sua presunta mitomania è in relazione diretta con la sua enorme fantasia.
Vale a dire, lui è tanto bugiardo quanto i poeti o i bambini che non sono ancora stati trasformati in idioti dalla scuola o dalle madri.
Gli ho sentito dire tutti i tipi di bugie: dalla più innocente, alle storie più complicate su persone che con la sua immaginazione combinava in situazioni o azioni fantastiche, sempre con un grande senso dell’umorismo e un meraviglioso senso critico, ma non gli ho mai sentito dire una sola bugia stupida o banale.
Mentendo, o mentre gioca a mentire, egli smaschera molte persone, impara il meccanismo interno degli altri, che sono molto più ingenuamente bugiardi di lui, e la cosa più curiosa circa le presunte bugie di Diego, è che nel lungo o nel breve, coloro che sono coinvolti nella combinazione immaginaria si arrabbiano non a causa della menzogna, ma a causa della verità contenuta nella menzogna, che viene sempre a galla.
Frida Kahlo
Su Diego Rivera, nel saggio “Ritratto di Diego” (22 Gennaio 1949)
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Gli ho sentito dire tutti i tipi di bugie: dalla più innocente, alle storie più complicate su persone che con la sua immaginazione combinava in situazioni o azioni fantastiche, sempre con un grande senso dell’umorismo e un meraviglioso senso critico, ma non gli ho mai sentito dire una sola bugia stupida o banale.
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