Orhan Pamuk
A differenza di altre narrazioni letterarie i romanzi hanno un centro segreto. O meglio, fanno assegnamento sulla nostra convinzione che esista un centro da cercare mentre leggiamo. Di cos’è fatto il centro di un romanzo? Potrei rispondere che è fatto di tutto ciò che lo compone. Ma per qualche ragione siamo convinti che sia lontano dalla superficie, che seguiamo parola per parola. Lo immaginiamo sullo sfondo, invisibile, difficile da individuare, elusivo, quasi dinamico. Pensiamo ottimisticamente che ovunque ci siano indizi di tale centro e che esso connetta tutti i dettagli, ogni cosa che troviamo sulla superficie del vasto paesaggio. Nelle mie lezioni cercherò di spiegare quanto reale e quanto immaginario sia tale centro.
«Alcuni autori non sono consapevoli delle tecniche che usano, scrivono in modo spontaneo, come se stessero compiendo un gesto del tutto naturale, dimentichi delle operazioni e dei calcoli che svolgono mentalmente […]. Userò il termine ingenuo per descrivere questo tipo di sensibilità, questo tipo di romanziere e di lettore di romanzi: quelli a cui non interessa quanto c’è di artificioso nello scrivere e nel leggere un libro».
Sentimentali sono invece per Pamuk
«quei lettori e scrittori che sono affascinati dalla componente artificiosa del testo e dalla sua mancata adesione alla realtà, e che prestano severa attenzione ai metodi usati nello scrivere romanzi e a come funziona la nostra mente mentre leggiamo». Essere un romanziere, sostiene, è l’arte di essere nello stesso tempo «ingenuo» e «sentimentale».
Orhan Pamuk
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