Lucio Piccolo
e ancora altre ne chiami
che dileguando diedero un´impronta
di lume: la promessa di un ritorno;
mani che schiusero i riposi,
occhi che riflettevano i meriggi
Ombre
Le sognanti, lontane ombre che sono dietro le tue parole questa notte, fantastiche o dolenti le portava la corrente dei giorni, il vento che apre i colori, ed ognuna il suo segreto di dolore o di gioia che il destino segnò e il buio chiude; e ancora altre ne chiami che dileguando diedero un’impronta di lume: la promessa di un ritorno; mani che schiusero i riposi, occhi che riflettevano i meriggi sotto i rami, le foglie della vite che il raggio fa vivaci, oh le stormenti stagioni attorno ai volti, le ore che scendevano a noi come in dolcezza umana fatte miti da uno sguardo; viva siepe, riparo che fa sicure in cerchio notti, albe, tramonti, e come pienamente rispondevano ad ogni sole che mai le avrebbe, mai sfiorate il rombo del mistero; ma in fondo ad ogni svolta è il dolore, la cenere che tocchi si riga: brace e sangue. E sul quadrante gira una segno indietro lascia la vacua spirale dove l’anima è presa, e fuori attorno ferma è la notte come una memoria di sempre; sul piano pietroso che sovrasta al mare basse macchie di luna e cespi, tarde stuoie di nuvole e un’ansia s’alza d’ignoto, ricade; respiro dell’aria scorre tra le gole, tocca la paglia sotto il ponte, alle pareti della cava risale e sopra i margini si cela tra le foglie degli ulivi.Lucio Piccolo
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