martedì 15 novembre 2016

sono ancora qui, ti mando le mie foto e quindi ti scoperò ancora e ancora

Elena Stancanelli


bellezza e desiderio non sono sovrapponibili e spesso non sono neanche complici. Tantomeno l’eleganza, che non ha niente a che fare con la forza bruta del volersi scopare qualcuno. Io avevo reagito in quel modo alle foto di Cane perché le valutavo solo sul piano estetico. Non ero in grado di capire se e quanta eccitazione provocassero.
 
Ma c’era qualcos’altro. Nel sexting non è importante scambiarsi la foto migliore, la più porca o la più bella. Quei traffici di foto non servono tanto ad accumulare immagini con le quali provocarsi eccitazione, né a tenere sveglia la memoria su una parte del corpo desiderato, ma valgono soprattutto come un’indicazione di disponibilità, una proroga della disponibilità. Fare sexting serve a dire sono ancora qui, ti mando le mie foto e quindi ti scoperò ancora e ancora.
 
Mentre mandavo foto della mia bellissima fica depilata a uomini che non vedevo da un po’ e chissà quando avrei rivisto, pensavo che il sexting non è molto diverso dal telefonare ai genitori. Come va? Tutto bene? Tutto bene. Allora ci sentiamo. Certo. Ciao. Quando non puoi andare a trovare i tuoi genitori, li chiami. Non è che dici cose speciali, li chiami e basta. E una volta che li hai chiamati non devi più andarli a trovare. Per un paio di giorni, una settimana, un mese, dipende da quali sono i vostri rapporti. Li chiami perché non ci andrai.
 
L’invio di fotografie può sostituire del tutto il sesso. Mandami le tue foto, e io potrò fare a meno di te. Le terrò sul telefono, nel computer, non avrò neanche bisogno di guardarle. Il solo fatto di possederle mi procurerà abbastanza piacere da poter agilmente rinunciare a scoparti, se farlo sarà troppo difficile o se mi sembrerà troppo faticoso.

     Elena Stancanelli
La femmina nuda

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