Javier Marias
«[…] è successo e allo stesso tempo non è successo, come tutto, perché fare o non fare, perché dire si o no, perché sfinirsi con un forse o un chissà, perché dire, perché tacere, perché negarsi, perché non sapere niente se niente di ciò che succede succede davvero, poiché niente succede senza interruzione, niente persiste né persevera né si ricorda in eterno, ciò che scartiamo o ignoriamo identico a ciò che accettiamo o afferriamo, impieghiamo tutta la nostra intelligenza e i nostri sensi e le nostre ansie al fine di discernere ciò che sarà uniformato, o che lo è già, e per questo siamo pieni di rimpianti e di occasioni perdute, di conferme e di riaffermazioni e di occasioni sfruttate, quando l’unica certezza è che nulla si afferma e tutto si perde. O forse non c’è mai stato niente»
Un cuore così bianco
Javier Marias
In questo motivo si condensa quel senso della vita che Marías sa esprimere con una potenza poetica in cui si fondono asciutta e a tratti lancinante malinconia, fredda acutezza dello sguardo, ironia, invenzione, linguistica precisione, contenuta e struggente passione. Marías è uno dei più grandi scrittori viventi - si pensi a libri quali Un cuore così bianco, Domani nella battaglia pensa a me o Nera schiena del tempo.
Nelle sue storie (spesso raccontate da un protagonista- narratore in prima persona) egli fa sentire l’insondabile e opaca profondità della vita, la dolorosa e inevitabile rinuncia a ogni piena confidenza e fiducia, la possibilità di grazia e di orrore in ogni istante, il processo di universale sostituzione di ogni cosa, sentimento e persona. Ci sono rivelazioni fulminee sull’amore e sull’estraneità coniugale, sulla violenza, sulla paura, sul tradimento, sul rapporto tra i vivi e i morti; epifanie di aspetti essenziali e inavvertiti della condizione umana, che talora appare come una continua delazione travestita in mille forme.
Magris – Marías: l’età della menzogna
Nelle sue storie (spesso raccontate da un protagonista- narratore in prima persona) egli fa sentire l’insondabile e opaca profondità della vita, la dolorosa e inevitabile rinuncia a ogni piena confidenza e fiducia, la possibilità di grazia e di orrore in ogni istante, il processo di universale sostituzione di ogni cosa, sentimento e persona. Ci sono rivelazioni fulminee sull’amore e sull’estraneità coniugale, sulla violenza, sulla paura, sul tradimento, sul rapporto tra i vivi e i morti; epifanie di aspetti essenziali e inavvertiti della condizione umana, che talora appare come una continua delazione travestita in mille forme.
Magris – Marías: l’età della menzogna
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