Gioconda Belli
Dopo tutto,
l’anima,
fortunatamente,
è come il vino.
Che mi beva chi mi ama,
per assaporare me.
Ricordo il terrore delle prime rughe
Ricordo il terrore delle prime rughe. Pensando: adesso sì. Già è arrivata l’ora. Le linee delle risate marcate sulla mia faccia anche attraverso della più assoluta serietà. Io, di fronte allo specchio, cercando di dissolverle con le mie mani, lisciandomi le guance, una e un’altra volta , senza risultato. Poi c’è stato il mio specchiarmi furtiva nelle vetrine dei negozi chiedendomi se la luce del giorno le avrebbe rese più evidenti, se chi mi osservava dal lato opposto della strada stava biasimando la mia incapacità a restare giovane, incolume davanti allo scorrere del tempo. Ho vissuto i primi segni dell’età con la vergogna di chi ha fallito. Come uno studente che non supera l’esame e deve camminare per la strada con i brutti voti esposti davanti a tutti -Noi donne ci sentiamo in colpa per invecchiare, come se passata la gioventù della bellezza, poco ci restasse da offrire, e dovremmo fare silenzio; uscire e lasciare spazio alla giovinezza, ai volti e i corpi innocenti che non hanno ancora commesso il peccato di vivere più in là dei trenta o i quaranta anni Non so quando ho deciso di ribellarmi. Non accettare che solo mi concedano come valore i dieci o venti anni con la pelle di mela; sentirmi orgogliosa dei segni della mia maturità. Adesso, grazie a questi ragionamenti ogni volta mi soffermo di meno di fronte allo specchio. Passo al di sopra della comparsa delle inevitabili linee nella mappa della vita del volto Dopo tutto, l’anima, fortunatamente, è come il vino. Che mi beva chi mi ama, per assaporare me. *** Recuerdo el terror de las primeras arrugas. Pensar: Ahora sí. Ya me llegó la hora. Las líneas de la risa marcadas sobre mi cara aun en medio de la más absoluta seriedad. Yo, frente al espejo, intentando disolverlas con mis manos, alisándome las mejillas, una y otra vez, sin resultado. Luego fue la mirada furtiva de mi reflejo en los escaparates preguntarme si la luz del día las haría más evidentes, si el que me observaba desde la otra acera estaría censurando mi incapacidad de mantenerme joven, incólume ante el paso del tiempo. Viví esas primeras marcas de la edad con la vergüenza de quien ha fallado. Como una estudiante que reprueba el examen y debe caminar por la calle con las malas notas expuestas ante todos. –Las mujeres nos sentimos culpables por envejecer, como si pasada la juventud de la belleza, apenas nos quedara que ofrecer, y debiéramos hacer mutis; salir y dejar espacio a las jóvenes, a los rostros y cuerpos inocentes que aún no han cometido el pecado de vivir más allá de los treinta o los cuarenta–. No sé cuándo dispuse rebelarme. No aceptar que sólo se me concedieran como válidos los diez o veinte años con piel de manzana; sentirme orgullosa de las señales de mi madurez. Ahora, gracIas a estos razonamientos cada vez me detengo menos frente al espejo. Paso por alto la aparición de inevitables líneas en el mapa de vida del rostro. Después de todo, el alma, afortunadamente, es como el vino. Que me beba quien me ame, que me saboree.Gioconda Belli
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