lunedì 29 maggio 2017

Venni a Comala


Pedro Paramo (Incipit 1)

Juan Rulfo





Venni a Comala perché mi avevano detto che qui viveva mio padre, un certo Pedro Páramo. Fu mia madre a dirmelo. E io le promisi che, dopo la sua morte, sarei andato a trovarlo. Le strinsi le mani per confermarle la mia promessa; stava per morire, e io, in quel momento, avrei fatto qualunque cosa. “Va a trovarlo, ti prego, non te ne dimenticare,” mi raccomandò. “Si chiama così e così. Sono certa che sarà contento di conoscerti.”
Date le circostanze non potei fare a meno di assicurarle che sarei andato certamente, e glielo ripetei tante e tante volte che, infine, continuai a dirlo anche dopo, quando mi fu difficile sciogliere le mie mani dalle sue, fredde e inerti.
Prima ancora mi aveva detto:
“Non andare a chiedergli nulla. Pretendi soltanto quello che ci spetta. Quello che era obbligato a darmi e che non mi ha mai dato… Fagli pagar caro, figlio mio, di averci abbandonati.”
“Farò come vuoi tu, mamma.”
Ma non pensavo di mantenere la mia promessa.
Finché un bel giorno, a un tratto, la mia testa cominciò a riempirsi di sogni, a inseguire chimere. E così, a poco a poco, ho costruito tutto un mondo intorno a quella speranza che era il signor Pedro Páramo, marito di mia madre. Per questo sono venuto a Comala.
 
Juan Rulfo

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