Mauro Leonardi
Non sono grandi momenti.
Devi essere abituata a vederli.
Sono nascosti nella normalità.
In una giornata normale.
In una notte tranquilla.
Devi essere abituata a vederli.
Sono nascosti nella normalità.
In una giornata normale.
In una notte tranquilla.
Ci sono giorni, momenti, che non smetti mai di vivere
Ci sono giorni, momenti, che non smetti mai di vivere, di rivivere.
Che ci poggi sopra tutta la vita.
Non sono grandi momenti.
Devi essere abituata a vederli.
Sono nascosti nella normalità.
In una giornata normale.
In una notte tranquilla.
Se non sai vivere piano, tranquilla, te li perdi.
Se hai bisogno sempre di una teoria, di un gran pensiero.
Di una dottrina da applicare.
Te li perdi.
Non sono grandi occasioni.
Sono momenti piccoli.
Io li raccolgo tutti.
Li raccolgo.
Sono tanti.
Le prime notti con te, Marta.
Dormivi cinque o sei ore di fila.
Mi mettevo sul letto vicino a te.
E dormivo.
Felice di dormire.
Poi.
Tu che stai buona in passeggino,
il tempo di una bella camminata.
Me lo godevo.
Me la godevo.
Poi.
Tu, piccola, che camminavi con me.
Nessun bisogno di tenerti.
Di chiamarti in continuazione.
Ma il piacere di guardarti.
Guardarti giocare.
Guardarti che ti fermi a pensare chissà cosa.
E poi i momenti a casa.
Il piacere di non sentire nulla
mentre fai i tuoi piccoli compiti dopo scuola.
E poter fare le cose di casa nostra, finalmente.
Con calma.
Ognuna fa le sue cose e poi ci rincontriamo.
Poi.
Il piacere di una pizza fuori con te.
E le patatine fritte e la coca cola.
E tu che stai seduta con le gambe a penzoloni e aspetti intimorita.
E non parli.
Perché è strano anche se è divertente, mangiare fuori.
E la pizza arriva e te la taglio a triangoli piccoli.
E le patatine che si mangiano con le mani.
Ecco, io a volte sono tanto stanca, tanto spenta, tanto smarrita.
Ma ho la mia vita tranquilla che poi è anche la tua.
Me la trovo in tasca.
Come quando vuoi una caramella ma non ce l’hai.
E poi, rovistando in borsa, ne trovi una.
Chissà da quanto tempo sta lì.
Ma è buona lo stesso.
Ma ti fa felice lo stesso.
A volte Marta, l’unica cosa buona del dolore
è che ti ricorda quanto sei felice,
quanta felicità hai da cercare dentro.
E la felicità è più forte del dolore.
Sempre.
Perché la felicità è sempre un luogo, un sapore,
un profumo, qualcosa che c’è e lascia segni.
I pensieri non la soffocano.
È lì solo da rivivere.
Perché la felicità non è mai poca, non è mai piccola.
E allora eccomi.
Sono stanca e un po’ dolorante.
Ma scrivo pagine di gioia
perché ne ho le tasche piene, la vita piena.
Amore mio.
Amore mio.
Sei davanti a me.
Dentro me.
Mauro Leonardi
Che ci poggi sopra tutta la vita.
Non sono grandi momenti.
Devi essere abituata a vederli.
Sono nascosti nella normalità.
In una giornata normale.
In una notte tranquilla.
Se non sai vivere piano, tranquilla, te li perdi.
Se hai bisogno sempre di una teoria, di un gran pensiero.
Di una dottrina da applicare.
Te li perdi.
Non sono grandi occasioni.
Sono momenti piccoli.
Io li raccolgo tutti.
Li raccolgo.
Sono tanti.
Le prime notti con te, Marta.
Dormivi cinque o sei ore di fila.
Mi mettevo sul letto vicino a te.
E dormivo.
Felice di dormire.
Poi.
Tu che stai buona in passeggino,
il tempo di una bella camminata.
Me lo godevo.
Me la godevo.
Poi.
Tu, piccola, che camminavi con me.
Nessun bisogno di tenerti.
Di chiamarti in continuazione.
Ma il piacere di guardarti.
Guardarti giocare.
Guardarti che ti fermi a pensare chissà cosa.
E poi i momenti a casa.
Il piacere di non sentire nulla
mentre fai i tuoi piccoli compiti dopo scuola.
E poter fare le cose di casa nostra, finalmente.
Con calma.
Ognuna fa le sue cose e poi ci rincontriamo.
Poi.
Il piacere di una pizza fuori con te.
E le patatine fritte e la coca cola.
E tu che stai seduta con le gambe a penzoloni e aspetti intimorita.
E non parli.
Perché è strano anche se è divertente, mangiare fuori.
E la pizza arriva e te la taglio a triangoli piccoli.
E le patatine che si mangiano con le mani.
Ecco, io a volte sono tanto stanca, tanto spenta, tanto smarrita.
Ma ho la mia vita tranquilla che poi è anche la tua.
Me la trovo in tasca.
Come quando vuoi una caramella ma non ce l’hai.
E poi, rovistando in borsa, ne trovi una.
Chissà da quanto tempo sta lì.
Ma è buona lo stesso.
Ma ti fa felice lo stesso.
A volte Marta, l’unica cosa buona del dolore
è che ti ricorda quanto sei felice,
quanta felicità hai da cercare dentro.
E la felicità è più forte del dolore.
Sempre.
Perché la felicità è sempre un luogo, un sapore,
un profumo, qualcosa che c’è e lascia segni.
I pensieri non la soffocano.
È lì solo da rivivere.
Perché la felicità non è mai poca, non è mai piccola.
E allora eccomi.
Sono stanca e un po’ dolorante.
Ma scrivo pagine di gioia
perché ne ho le tasche piene, la vita piena.
Amore mio.
Amore mio.
Sei davanti a me.
Dentro me.
Mauro Leonardi
You might also like:
Nessun commento:
Posta un commento
commenta questo post