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mercoledì 31 ottobre 2018
CI SONO CORPI COME FIORI
Luìs Cernuda
in un altro corpo affondano
trasformando grazie al fuoco
una pietra in un uomo.
trasformando grazie al fuoco
una pietra in un uomo.
CI SONO CORPI COME FIORI
Ci sono corpi come fiori
altri come pugnali
altri come lacci d’acqua
ma tutti, prima o poi
saranno bruciature
che in un altro corpo affondano
trasformando grazie al fuoco
una pietra in un uomo.
Luìs Cernuda
altri come pugnali
altri come lacci d’acqua
ma tutti, prima o poi
saranno bruciature
che in un altro corpo affondano
trasformando grazie al fuoco
una pietra in un uomo.
Luìs Cernuda
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martedì 30 ottobre 2018
Essendo due le porte che si trovò di fronte
Essendo due le porte che si trovò di fronte quando ormai il suo inseguitore l’aveva quasi raggiunto con la pistola in mano – e per giunta esploso già qualche colpo che per fortuna non l’aveva intercettato –, nonostante scarseggiasse il tempo per sostare e valutare quale aprire in quell’istante concitato, si fermò a osservare le maniglie, scegliendo infine quella che, meno imbrattata, non gli lasciasse l’unto sulla mano.
Ogni ricordo un fiore
La ricerca di te
Alessandro Peregalli
C’è una zona di buio nel mio spirito
ch’era luce, era tua. Prima abbagliava
le mie giornate; ora è uno spicchio d’ombra
ch’era luce, era tua. Prima abbagliava
le mie giornate; ora è uno spicchio d’ombra
La ricerca di te
La ricerca di te è ora stanca come
il nostro amore: non so più trovarti.
C’è una zona di buio nel mio spirito
ch’era luce, era tua. Prima abbagliava
le mie giornate; ora è uno spicchio d’ombra
che di solito è inerte, non appare,
ma talvolta s’impone alla mia mente,
la occupa, la ingombra, sembra imprimermi
la non azione, il tedio, lo sconcerto
dei sentimenti, è come una rivoluzione
della mia essenza contro il fatto primo
della mia vita. Allora, se d’un subito
penso a te, ecco che l’ombra si fa luce,
ecco che mi ritorna la ragione
delle cose del mondo e che lo spirito,
che pareva silente e ottenebrato,
torna a vivere ardito anche se sa
che nulla più d’un’immagine resta
del sentimento balenante fervido
che fu per te, che fu una parte splendida
della mia vita.
Alessandro Peregalli
il nostro amore: non so più trovarti.
C’è una zona di buio nel mio spirito
ch’era luce, era tua. Prima abbagliava
le mie giornate; ora è uno spicchio d’ombra
che di solito è inerte, non appare,
ma talvolta s’impone alla mia mente,
la occupa, la ingombra, sembra imprimermi
la non azione, il tedio, lo sconcerto
dei sentimenti, è come una rivoluzione
della mia essenza contro il fatto primo
della mia vita. Allora, se d’un subito
penso a te, ecco che l’ombra si fa luce,
ecco che mi ritorna la ragione
delle cose del mondo e che lo spirito,
che pareva silente e ottenebrato,
torna a vivere ardito anche se sa
che nulla più d’un’immagine resta
del sentimento balenante fervido
che fu per te, che fu una parte splendida
della mia vita.
Alessandro Peregalli
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domenica 28 ottobre 2018
immuni dalle opinioni e dalle azioni altrui
(…) Ricordate di non prendere nulla come un fatto personale. Gli altri non fanno nulla a causa vostra. Quello che gli altri dicono o fanno è una proiezione della loro realtà, dei loro sogni. Se sarete immuni dalle opinioni e dalle azioni altrui, non soffrirete inutilmente (…).
Miguel Ruiz
Io la mia decisione l'ho già presa
L'amore a mano aperta
Edna St. Vincent Millay
- Guarda che cos'ho qui! – Tutto per te -.
Amore amore
L'amore a mano aperta
Io non ti do il mio amore come fanno
le altre ragazze, in uno scrigno freddo
d'argento e perle, né ricco di gemme
rosse e turchesi, chiuso, senza chiave;
né in un nodo, e nemmeno in un anello
lavorato alla moda, con la scritta
"semper fidelis", dove si nasconde
un'insidia che ottenebra il cervello.
L'Amore a mano aperta, questo solo,
senza diademi, chiaro, inoffensivo:
come se ti portassi in un cappello
primule smosse, o mele nella gonna,
e ti chiamassi al modo dei bambini:
- Guarda che cos'ho qui! – Tutto per te -.
Edna St. Vincent Millay
le altre ragazze, in uno scrigno freddo
d'argento e perle, né ricco di gemme
rosse e turchesi, chiuso, senza chiave;
né in un nodo, e nemmeno in un anello
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"semper fidelis", dove si nasconde
un'insidia che ottenebra il cervello.
L'Amore a mano aperta, questo solo,
senza diademi, chiaro, inoffensivo:
come se ti portassi in un cappello
primule smosse, o mele nella gonna,
e ti chiamassi al modo dei bambini:
- Guarda che cos'ho qui! – Tutto per te -.
Edna St. Vincent Millay
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sabato 27 ottobre 2018
Forse non abbiamo mai smesso
lettere immaginarie
Forse non abbiamo mai smesso di esistere nei nostri pensieri,
malgrado le circostanze, la distanza e il deserto
i perchè senza risposta degli angoli bui
Qualcosa di più forte di noi
malgrado la nebbia
nessuna strada è interrotta
nessuna porta chiusa
un filo che ci fa sentire vicini
vicino il mare davanti ai tuoi occhi
il rumore del vento che asciuga il dolore
accucciato al tuo petto
tranquillo
nell'attesa
se un giorno sentirò il tuo respiro
abbracciati in silenzio
Juan Pedroso
Ho contato i miei anni
Mario de Andrade
Voglio vivere accanto a della gente umana, molto umana.
Ho contato i miei anni
Ho contato i miei anni ed ho scoperto che ho meno tempo da vivere da qui in avanti di quanto non ne abbia già vissuto.
Mi sento come quel bambino che ha vinto una confezione di caramelle e le prime le ha mangiate velocemente, ma quando si è accorto che ne rimanevano poche ha iniziato ad assaporarle con calma.
Ormai non ho tempo per riunioni interminabili, dove si discute di statuti, norme, procedure e regole interne, sapendo che non si combinerà niente…
Ormai non ho tempo per sopportare persone assurde che nonostante la loro età anagrafica, non sono cresciute.
Ormai non ho tempo per trattare con la mediocrità. Non voglio esserci in riunioni dove sfilano persone gonfie di ego.
Non tollero i manipolatori e gli opportunisti. Mi danno fastidio gli invidiosi, che cercano di screditare quelli più capaci, per appropriarsi dei loro posti, talenti e risultati.
Odio, se mi capita di assistere, i difetti che genera la lotta per un incarico maestoso. Le persone non discutono di contenuti, a malapena dei titoli.
Il mio tempo è troppo scarso per discutere di titoli.
Voglio l’essenza, la mia anima ha fretta…
Senza troppe caramelle nella confezione…
Voglio vivere accanto a della gente umana, molto umana.
Che sappia sorridere dei propri errori.
Che non si gonfi di vittorie.
Che non si consideri eletta, prima ancora di esserlo.
Che non sfugga alle proprie responsabilità.
Che difenda la dignità umana e che desideri soltanto essere dalla parte della verità e l’onestà.
L’essenziale è ciò che fa sì che la vita valga la pena di essere vissuta.
Voglio circondarmi di gente che sappia arrivare al cuore delle persone…
Gente alla quale i duri colpi della vita, hanno insegnato a crescere con sottili tocchi nell’anima.
Sì… ho fretta… di vivere con intensità, che solo la maturità mi può dare.
Pretendo non sprecare nemmeno una caramella di quelle che mi rimangono…
Sono sicuro che saranno più squisite di quelle che ho mangiato fin’ora.
Il mio obiettivo è arrivare alla fine soddisfatto e in pace con i miei cari e con la mia coscienza. Spero che anche il tuo lo sia, perché in un modo o nell’altro ci arriverai…”
Mario de Andrade
Mi sento come quel bambino che ha vinto una confezione di caramelle e le prime le ha mangiate velocemente, ma quando si è accorto che ne rimanevano poche ha iniziato ad assaporarle con calma.
Ormai non ho tempo per riunioni interminabili, dove si discute di statuti, norme, procedure e regole interne, sapendo che non si combinerà niente…
Ormai non ho tempo per sopportare persone assurde che nonostante la loro età anagrafica, non sono cresciute.
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Non tollero i manipolatori e gli opportunisti. Mi danno fastidio gli invidiosi, che cercano di screditare quelli più capaci, per appropriarsi dei loro posti, talenti e risultati.
Odio, se mi capita di assistere, i difetti che genera la lotta per un incarico maestoso. Le persone non discutono di contenuti, a malapena dei titoli.
Il mio tempo è troppo scarso per discutere di titoli.
Voglio l’essenza, la mia anima ha fretta…
Senza troppe caramelle nella confezione…
Voglio vivere accanto a della gente umana, molto umana.
Che sappia sorridere dei propri errori.
Che non si gonfi di vittorie.
Che non si consideri eletta, prima ancora di esserlo.
Che non sfugga alle proprie responsabilità.
Che difenda la dignità umana e che desideri soltanto essere dalla parte della verità e l’onestà.
L’essenziale è ciò che fa sì che la vita valga la pena di essere vissuta.
Voglio circondarmi di gente che sappia arrivare al cuore delle persone…
Gente alla quale i duri colpi della vita, hanno insegnato a crescere con sottili tocchi nell’anima.
Sì… ho fretta… di vivere con intensità, che solo la maturità mi può dare.
Pretendo non sprecare nemmeno una caramella di quelle che mi rimangono…
Sono sicuro che saranno più squisite di quelle che ho mangiato fin’ora.
Il mio obiettivo è arrivare alla fine soddisfatto e in pace con i miei cari e con la mia coscienza. Spero che anche il tuo lo sia, perché in un modo o nell’altro ci arriverai…”
Mario de Andrade
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venerdì 26 ottobre 2018
tu non ricordi
Lorenzo Tosco
Né giusto, né sbagliato. Né profitto
né perdita a baciarti nella giungla.
né perdita a baciarti nella giungla.
Iu non ricordi
Tu non ricordi
quel giorno di un’estate.
Soffiava forte il vento sulla Futa
scompigliando i capelli tuoi castani.
E tu ridevi
in impeto di giovinezza piena
e poi correvi
ti gettavi sull’erba e rotolavi
lieta soltanto
d’essere felice.
Io ti guardavo
preso d’amore.
Tu non capivi
e sempre più ridevi
nella tua giovinezza spensierata
correndo sopra il prato
chiusa soltanto
in una gioia piena.
Tu non ricordi
quel giorno di un’estate.
Mentre lieta godevi giovinezza
non comprendevi me
che ti guardavo
con l’amore nel cuore
e non capivi.
Lorenzo Tosco
quel giorno di un’estate.
Soffiava forte il vento sulla Futa
scompigliando i capelli tuoi castani.
E tu ridevi
in impeto di giovinezza piena
e poi correvi
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lieta soltanto
d’essere felice.
Io ti guardavo
preso d’amore.
Tu non capivi
e sempre più ridevi
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chiusa soltanto
in una gioia piena.
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quel giorno di un’estate.
Mentre lieta godevi giovinezza
non comprendevi me
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e non capivi.
Lorenzo Tosco
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giovedì 25 ottobre 2018
Se piovesse il tuo nome
Non ci siamo mai detti le parole
non ci siamo mai detti le parole giuste
neanche per sbaglio
neanche per sbaglio in silenzio
Elisa
Se piovesse il tuo nome
Elisa
Se piovesse il tuo nome
Se piovesse il tuo nome
Non ci siamo mai dedicati dedicati le, le canzoni giuste forse perché di noi non ne parla mai nessuno Non ci siamo mai detti le parole non ci siamo mai detti le parole giuste neanche per sbaglio neanche per sbaglio in silenzio La città è piena di fontane ma non sparisce mai la sete sarà la distrazione sarà, sarà, sarà che ho sempre il Sahara in bocca La città è piena di negozi ma poi chiudono sempre e rimango solo io a dare il resto al mondo Se in mezzo alle strade o nella confusione piovesse il tuo nome io una lettera per volta vorrei bere in mezzo a mille persone stazione dopo stazione e se non scendo a quella giusta è colpa tua Non ci siamo mai visti per davvero e non ci siamo mai presi per davvero in giro neanche per sbaglio neanche per sbaglio in silenzio la città incontra il tuo deserto che io innaffio da sempre sarà la mia missione sarà, sarà, sarà che ho un fiore nella bocca Se in mezzo alle strade o nella confusione piovesse il tuo nome io una lettera per volta vorrei bere in mezzo a mille persone stazione dopo stazione e se non scendo a quella giusta è colpa mia Ma senza te chi sono io un mucchio di spese impilate un libro in francese che poi non lo so neanche neanche bene io se devi andare pago io scusa se penso a voce alta scusa se penso a voce alta Se in mezzo alle strade o nella confusione piovesse il tuo nome io una lettera per volta vorrei bere in mezzo a mille persone stazione dopo stazione e se non scendo a quella giusta è colpa mia
Elisa
Se piovesse il tuo nome
#playever
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mercoledì 24 ottobre 2018
«Tu mi hai fatto saltare tutto questo e te ne sarò grato per sempre».
«Il corteggiamento, atto naturale che tutti gli esseri viventi mettono in pratica nella stagione degli amori. I rettili cambiano il colore della pelle, gli uccelli sfoggiano code e piume multicolori, i mammiferi fanno danze frenetiche, ma finisce lì, dura poco. Poi la femmina, di solito è lei quella che sceglie, dà il via e gli animali si accoppiano. Noi no, noi compriamo un vestito nuovo o un paio di scarpe alla moda, e cominciamo quel corollario di rotture di coglioni infinite che non ho più voglia di affrontare». Guardò la sigaretta arrivata quasi al filtro. «L’appuntamento, la cena, il cicchetto al bar, il cinema, il sorriso, i doppi sensi, e chiacchiere, chiacchiere, chiacchiere inutili, lunghe, noiose, come se due adulti non conoscano già la meta, l’atto finale. E se tu ne parli durante l’incontro allora guai! No, deve risultare una sorpresa, un incidente di percorso: ma tu guarda, noi si parlava al ristorante e ora che ci facciamo a letto nudi?».
Lada sorrise. «Io invece...».
«Tu mi hai fatto saltare tutto questo e te ne sarò grato per sempre».
Antonio Manzini,
fate il vostro gioco,
Equilibrata instabilità
Ogni volta che ci si mette
in gioco, si è instabili
in gioco, si è instabili
Equilibrata instabilità
Cerchiamo continuamente di
stare in equilibrio
Sfioriamo la corda della vita
col timore di perderla e
Così facendo non viviamo
se non a tratti.
Questa stabilità che tanto
cerchiamo non esiste:
Quando si ride si è instabili
Quando si balla si è instabili
Ogni volta che ci si mette
in gioco, si è instabili
Stare in equilibrio instabile
è il vero equilibrio di vita
D.N. 22 ottobre 2018
Cerchiamo continuamente di
stare in equilibrio
Sfioriamo la corda della vita
col timore di perderla e
Così facendo non viviamo
se non a tratti.
Questa stabilità che tanto
cerchiamo non esiste:
Quando si ride si è instabili
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Ogni volta che ci si mette
in gioco, si è instabili
Stare in equilibrio instabile
è il vero equilibrio di vita
D.N. 22 ottobre 2018
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martedì 23 ottobre 2018
a quegli anni non ci si torna più
«Lo sai qual è secondo me la vera vacanza? Tornare per un po’ di giorni a quando avevi 10 anni. Per una settimana avere la capoccia e il cervello di un regazzino, quell’energia. Niente pensieri, niente paure, solo giocare e correre e fare cazzate. Ecco, quella è una vacanza, io dico. Torneresti a casa riposato e felice perché sono i guai, i pensieri e lo stress che da grande ti spezzano. Tu giochi perché secondo me vuoi tornare a quegli anni, ma fidati di me, Italo, che a quegli anni non ci si torna più. Indietro non si torna più. Se po’ solo anna’ avanti. Guarda Rocco. Quanto vorrebbe torna’ indietro. Ma non può».
Antonio Manzini
fate il vostro gioco
Improvvisamente dal tuo corpo
Antonio Riccardi
Né giusto, né sbagliato. Né profitto
né perdita a baciarti nella giungla.
né perdita a baciarti nella giungla.
Improvvisamente dal tuo corpo
Improvvisamente dal tuo corpo
brilla la vita desiderata.
Baci e un’ora quasi al buio
quasi senza desideri.
Il piccolo prodigio di un’ora
sembra la forma di me e di te.
Né giusto, né sbagliato. Né profitto
né perdita a baciarti nella giungla.
Ma dietro di te vedo le stelle fisse
dipinte sulla volta del diorama
governare la vita corretta
del nostro pianeta.
Antonio Riccardi
brilla la vita desiderata.
Baci e un’ora quasi al buio
quasi senza desideri.
Il piccolo prodigio di un’ora
sembra la forma di me e di te.
Né giusto, né sbagliato. Né profitto
né perdita a baciarti nella giungla.
Ma dietro di te vedo le stelle fisse
dipinte sulla volta del diorama
governare la vita corretta
del nostro pianeta.
Antonio Riccardi
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lunedì 22 ottobre 2018
e quello fanno gli amici
Si abbracciarono senza dire niente, proprio in mezzo alla strada. Guardavano in terra, imbarazzati, neanche dovessero confessarsi l’un l’altro chissà quali nefandezze. Non si vedevano da mesi, da quando erano tornati da Cividale del Friuli, dopo l’arresto di Sebastiano. Brizio sempre in tiro, capelli perfetti, ci teneva troppo. Gli mancavano, Brizio Sebastiano e Furio, gli sarebbero sempre mancati, questo Rocco lo sapeva. Ma sapeva anche che non doveva precorrere i tempi, le cose fra loro si sarebbero aggiustate, erano amici, e quello fanno gli amici.
Quando qualcosa si rompe rincollano piano piano i pezzi e ricostruiscono il vaso, senza fretta, con pazienza.
Antonio Manzini
fate il vostro gioco
Restarono così, avvinghiati in un abbraccio che aveva aspettato sei anni
Gli apparvero il viso magro e gli occhi pieni di lacrime. La donna alzò un poco il braccio, come volesse mostrare il biglietto. Con l’altra mano si nascose la bocca che s’era messa a tremare. Rocco si avvicinò cauto. Laura spalancò le braccia e lui ci cadde dentro. Si strinsero forte. Restarono così, avvinghiati in un abbraccio che aveva aspettato sei anni, e il pianto scoppiò come una sorgente segreta. Le lacrime si confusero, tanto erano le stesse, e le mani stringevano le spalle, anche quelle erano le stesse. Stesse gambe e stessi piedi, una sola testa, un corpo. Avevano paura di staccarsi, paura di guardarsi, vergognandosi quasi. «Addio Rocco...» disse la donna con un filo di voce. «Addio Laura...».
Con la testa bassa, senza guardarlo, la donna rientrò nel portone. Rocco si voltò.
Antonio Manzini
Fate il vostro gioco
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