martedì 2 ottobre 2018

l’età del ferro

Antonio Gamoneda
Pensi la scomparsa e questa è
l’ultima ebbrezza. Ancora soavemente
accarezza le tue cartilagini e la tenebra cerebrale e il fegato
alimentato dalla pena.

l’età del ferro

 
Questa è l’età del ferro nella gola. Già.
Abiti te stesso ma ti disconosci; vivi in
una cripta abbandonata nella quale ascolti il tuo cuore
mentre il grasso e l’oblio si estendono nelle tue vene
e ti calcifichi nel dolore e dalla tua bocca
cadono sillabe nere.
Vai verso l’invisibile
e sai che è reale ciò che non esiste:
la vacuità oltre il pensiero.
Ricordi vagamente le tue cause e i tuoi sogni
(l’umidità, le canzoni, l’odore dei suicidi).
Ti alimentano l’ira e la pietà
in una cassa fredda.
Resta poco di te: vertigine, unghie
e ombre di ricordi.
Pensi la scomparsa e questa è
l’ultima ebbrezza. Ancora soavemente
accarezza le tue cartilagini e la tenebra cerebrale e il fegato
alimentato dalla pena.
Questa è l’età del ferro nella gola, del groppo
nello spirito. Chi sei?
Chi morirà in te?
Sarà l’ora della luce e già
tutto è incomprensibile. Tu
ancora ami quanto hai perso.
 
Antonio Gamoneda

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