giovedì 1 novembre 2018

Poi un giorno il fiume si era prosciugato


Resoconto

Rachel Cursk








Poi un giorno il fiume si era prosciugato, quel loro mondo d’immaginazione condiviso era finito, per la sola ragione che uno dei due – non ricordavo neppure chi – aveva smesso di crederci. Dunque non era colpa di nessuno; ma mi ero resa conto che gran parte di quanto c’era di bello nella loro vita era il risultato di una visione condivisa di cose di cui, in senso stretto, non si poteva dire che esistessero.
 
Suppongo, ho detto, che sia una forma di amore, credere in qualcosa che solo in due si può vedere, e in questo caso ha dimostrato di essere una base esistenziale precaria.
 
Ciò che colpiva era la potenzialità negativa della loro precedente intimità.....
 
...perché tutto ciò che prima era invisibile adesso si vedeva, e tutto ciò che prima era utile adesso era superfluo. L’antagonismo tra loro era direttamente proporzionale all’antica armonia, ma mentre l’armonia era senza tempo e senza peso, l’antagonismo occupava spazio e tempo.
 
L’intangibile diventava solido, l’immaginario s’incarnava, il privato diventava pubblico: quando la pace diventa guerra, quando l’amore si trasforma in odio, si genera qualcosa, un’energia mortifera. Se pensiamo che l’amore sia ciò che ci rende immortali, l’odio è il contrario. E ciò che sorprende sono le infinite minuzie che porta con sé, cosí che tutto ne è toccato. Lottavano per liberarsi l’uno dall’altro, eppure erano incapaci di starsene ciascuno per conto suo.
[..]
E alla fine ho capito che non esisteva soluzione, non finché l’obiettivo era quello di stabilire la verità, perché non esisteva piú una sola verità, quello era il punto. Non c’era piú una visione condivisa, tantomeno una realtà condivisa. Ciascuno vedeva le cose esclusivamente dalla sua prospettiva: era solo questione di punti di vista.
 
Rachel Cusk



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