L'animale che mi porto dentro,


Lei mi racconta del suo ragazzo, del sesso, della crisi che stanno avendo; poi mi chiede con insistenza di confessarle di chi sono innamorato, perché si vede che sono innamorato; a me sembra di capire che lei voglia farmi dire che sono innamorato di lei, e penso che sia ingiusto, cerco di resistere, ma il suo sguardo mi ipnotizza e alla fine le confesso di essere innamorato di lei.
Elena assume un’aria seria e pensosa, si capisce che lo riteneva scontato e che anzi si sarebbe indignata se le avessi fatto un altro nome. Mi spiega che ne è lusingata, che è impossibile per ragioni che non c’è nemmeno bisogno di spiegarmi, e io dico che non c’è bisogno di spiegarmi (penso che un elenco delle impossibilità non vorrei ascoltarlo e mi farebbe molto piú male), ma lei ci tiene molto a questa amicizia, non vuole perderla, e quindi nella sostanza (ma non parla cosí, Elena) devo essere innamorato e non rompere il cazzo (molte donne che ho amato nella vita mi comunicheranno che non devo rompere il cazzo, ma non perché abbia rotto particolarmente il cazzo nella vita – no, a prescindere).

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