lunedì 4 aprile 2016

Estetica dell'indifferenza

Fernando Pessoa
Quello che il sognatore deve cercare di sentire di fronte a ogni cosa è la nitida indifferenza che essa, in quanto cosa, gli causa.
 
Essere capaci di distillare, con un istinto immediato, da ogni oggetto o avvenimento ciò che esso può avere di sognabile, lasciando morto nel Mondo Esteriore tutto quanto esso ha di reale: ecco che cosa l'uomo saggio deve cercare di realizzare.
 
Non vivere mai i propri sentimenti con sincerità ed esaltare il proprio pallido trionfo fino a poter guardare con indifferenza le proprie ambizioni, le proprie ansie e i propri desideri; sfiorare le proprie allegrie e le proprie angosce come come chi sfiora una persona che non gli interessa...
 
Il più grande dominio di noi stessi consiste nell'indifferenza verso noi stessi, il considerarsi, anima e corpo, come la casa e il parco dove il Destino ha voluto farci passare la vita.
 
Trattare i nostri sogni e i nostri desideri più segreti in modo altero, en grand seigneur [...], porre un'intima delicatezza nel non averne cura. Avere il pudore di noi stessi; capire che in nostra presenza non siamo soli, che siamo testimoni di noi stessi, e che perciò è importante agire al cospetto di noi stessi come al cospetto di un estraneo, con una condotta esteriore studiata e serena, indifferente perché aristocratica, e fredda perché indifferente.
 
Per non degradarci ai nostri stessi occhi è sufficiente abituarsi a non avere ambizioni, passioni e desideri né speranza né impulsi né inquietudine. Per conseguirlo, per poter stare a nostro agio, dobbiamo ricordarci sempre che siamo costantemente alla presenza di noi stessi, che non siamo mai soli. E in tal modo domineremo le passioni e le ambizioni poiché passioni e ambizioni significano esporre noi stessi; non avremo desideri né speranze poiché desideri e speranze sono gesti bassi e privi di eleganza; né avremo impulsi e inquietudini poiché la precipitazione è una forma di indelicatezza per gli altri, e l'impazienza è sempre una grossolanità.
[...[
Saper trovare per ogni sensazione una realizzazione serena; fare in modo che l'amore si riassuma soltanto in un'ombra dell'essere il sogno dell'amore, pallido e tremulo intervallo fra le creste di due piccole onde illuminate dalla luna; rendere il desiderio una cosa inutile e inoffensiva, in una specie di sorriso delicato dell'anima a tu per tu con se stessa; fare di essa un qualcosa che non sia mai possibile realizzare o esplicitare. E addormentare l'odio come un serpente prigioniero e dire alla paura che conservi, dei suoi gesti, soltanto l'agonia nello sguardo: lo sguardo della nostra anima, unico atteggiamento compatibile con l'estetica.

Fernando Pessoa
Il libro dell'inquietudine

 

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